Dal latino educere, tirar fuori, educare rappresenta la vera sfida educativa del nuovo millennio, da sempre prerogativa delle famiglie, nella nostra odierna società, il ruolo, viene deputato più alla scuola e alle istituzioni educative, e alle agenzie formali ed informali del territorio, che ai genitori.
Si può pensare che non ci sia quasi più tempo per dedicarsi a questa cura, puro atto di amore, nei confronti di tutte le generazioni!
Il tempo fugge, non è mai sufficiente, i ritmi della quotidianità delegano ad altri l’arduo compito di educare.
Mi sovviene una frase che spesso leggiamo “…per istruire basta sapere e riempire, per educare è necessario essere e saper fare….”
Si’, è proprio vero, bisogna essere e saper fare!
Al contempo: sono necessarie le competenze, trasversali, le specializzazioni, l’esperienza sul campo, l’aggiornamento in itinere, ed avere sensibilità, in altre parole, cuore, competenza e sapienza.
Trasmettere nozioni ed istruzione offre le basi per una cultura necessaria ad interfacciarsi con i diversi settori, nel rispetto delle specializzazioni, sapere rende gli uomini liberi, liberi di agire, sentire, approvare, opporsi.
L’uomo è libero quando conosce le cose diverse da lui: scuola e istituzioni educative, sono realtà territoriali, che contribuiscono a fornire offerta formativa, su scala nazionale, ai fini di un equilibrio fra essere e sapere.
E ‘ bene che l ‘uomo sia fornito di istruzione e cultura, lo è altrettanto formarlo ad una cultura delle relazioni, della condivisione, della considerazione della diversità come fonte di crescita e ricchezza, del rispetto verso tutti gli esseri viventi e la natura che lo circonda.
In Italia esistono delle realta’, poco conosciute ai molti, sulle quali bisogna accendere i riflettori perché costituiscono antichi luoghi di sapere, di cultura, di formazione e di educazione.
Questi luoghi sono le Istituzioni Educative, Convitti ed Educandati, con scuole annesse o annessi a Istituti di Istruzione Superiore.
Nella provincia di Trapani sono tre le realtà esistenti: il Convitto Audiofonolesi, unica struttura del Sud Italia, il Convitto Annesso dell’Istituto Statale D’Istruzione Secondaria con Tecnico Agrario, Professionale Alberghiero , Abele Damiani, entrambi nella città di Marsala, e la new entry, Convitto Annesso San Carlo dell’Istituto di Istruzione Superiore Ignazio e Vincenzo Florio di Erice, città di Trapani.
Cosa sono queste realta’?
Chi vi lavora e con quale qualifica?
Queste realtà sono Istituzioni Educative dello Stato, nello specifico, Convitti.
In Sicilia ne esistono altre, come nella città di Palermo, tra le più prestigiose, l’Educandato Statale Maria Adelaide e il Convitto Giovanni Falcone.
Ma, altre ancora nel panorama della bella nostra terra sicula.
Sono Istituti dello Stato al cui interno, docenti ed educatori, insieme al personale Ata e di segreteria, diretti dal Dirigente Rettore contribuiscono, nel contempo, a istruire ed educare ai fini del buon funzionamento di strutture volte alla crescita formativa delle nuove generazioni.
Sono realtà uniche nel loro genere, gli operatori che vi prestano servizio sono impiegati statali della pubblica amministrazione, dipendenti del Ministero della Pubblica Istruzione.
I convitti con le scuole annesse sono istituti di illustre portata e fama, un tempo sedi dei reali, poi conventi, poi ancora passati alla gestione e amministrazione statale, la loro maestosità, in architettura e spazi, le determina come delle strutture patrimonio dell’identità culturale della nostra nazione: scale adornate da capitelli, saloni ottocenteschi, teatri, perfino chiese al loro interno, una meraviglia della storia italiana, esistono Convitti ed Educandati di immensa portata storica e culturale in tutta la nostra bella Italia, altre realtà meno appariscenti ma con il medesimo impegno profuso per i giovani.
Nei Convitti e negli Educandati operano, con la qualifica di Docenti Educatori, gli educatori e le educatrici, preposti alla promozione educativa, culturale, ricreativa dei giovani che accoglie, in regime di convitto e semiconvitto, le cui finalità sono volte alla garanzia dei diritti e dei doveri dei discenti e delle loro famiglie attraverso un patto di corresponsabilità.
Ogni ragazzo, ogni ragazza, ha la necessità di essere ascoltato e supportato lungo il percorso di crescita, specie nelle diverse fasi evolutive, delicate da superare e dense di connotazioni.
L’ascolto attivo, la consulenza, la presenza nelle difficoltà, sono dinamiche fondamentali per le anime in crescita che devono imparare a vivere il mondo.
Oggi, la vera sfida è educare!
Quante volte ci ritroviamo dinanzi persone omnia omnibus, erudite in molto, a volte depauperate di quella sensibilità e propensione d’animo necessarie alla comprensione dell’altro: se non educhiamo alla umanità, strada facendo, perderemo il vero valore ed il senso della nostra specie, essere per gli altri.
Si deve ritornare ad educare, questa è la vera sfida!!!
Nei Convitti e negli Educandati, la sfida dell’educazione, è quanto mai concentrata nel perseguire e raggiungere il traguardo della persona: essere umano, istruito ed educato, capace di fronteggiare le difficoltà e superare crisi.
Il bambino deve farsi uomo e l ‘uomo deve essere libero, capace, istruito, educato, con la competenza acquisita di pensiero critico, divergente e convergente.
Nei Convitti e negli Educandati si presentano diverse offerte: consulenza e supporto alle attività di studio, attività di ordine creativo e ricreativo, sostegno pedagogico, servizio infermieristico e di lavanderia, vitto e alloggio, servizio di trasporto per il tragitto scuola-casa-convitto, quest’ultimo gestito a seconda del contesto di riferimento, il Convitto non è semplicemente un luogo di apprendimento, ma soprattutto un ambiente di relazione, di condivisione, uno spazio importante per la crescita personale e nel gruppo.
Il collegio unitario dei docenti e degli educatori elabora il piano dell’offerta formativa dell’istituzione, sulla base degli indirizzi generali per le attività delle scuole interne e dell’organizzazione convittuale e semiconvittuale e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio della Istituzione Educativa, tenuto conto dei pareri e delle proposte dei genitori e, per le scuole superiori, dagli studenti convittori e semiconvittori.
Il personale educativo partecipa ai consigli di classe e di interclasse delle classi frequentate dagli alunni convittori e semiconvittori ad esso affidati, al fine di fornire elementi di valutazione.
Il Convitto Audiofonolesi di Marsala, unica struttura del sud Italia, da Roma a noi, non ha le scuole annesse e non è annesso a nessun istituto, accoglie in regime di convitto e semiconvitto, giovani che presentano deficit del linguaggio e della sordità, fornisce supporto logopedico ai propri iscritti, spazi ricreativi come il campo di calcio, mensa, camerate maschile e femminile, in regime di convittori e convittrici, piccola palestra e stanze per la prestazione logopedica ad opera di personale specializzato in logopedia, lavanderia, prestazioni infermieristiche per i giovani iscritti, ha una propria segreteria con personale amministrativo, ed eroga servizio trasporto , con autista a contratto, per il tragitto casa-convitto-scuola, convitto-scuola-casa, consulenza e supporto allo studio da parte degli educatori.
Un tempo ospitava sordi provenienti dalle diverse province.
Purtroppo, benchè unica struttura del sud Italia, risulta essere poco conosciuta nel panorama dei convitti, relegata nel suo territorio, la cui forza potrebbe essere quella di aprirsi ad altre realta’ simili, creare una rete in continua connessione, aggiornare e formare il personale, investire sull’organico, sulle attività psico-pedagogiche degli educatori, promuovere piani di formazione in lingua dei segni, per tutto il personale, la cui qualità determinerebbe competenze certificate necessarie per l’utenza, svecchiare e riformare il corso di specializzazione polivalente per l’accesso ai posti di ruolo, risale a più di 30 anni orsono, per consentire, alla luce delle nuove frontiere della formazione universitaria, l’accesso alla mobilità su trasferimento dando priorità a chi vi ha prestato servizio, organizzare open day per promuovere ed accogliere nel rispetto dell’offerta formativa.
Occorre formazione in itinere!
Il Convitto Audiofonolesi merita di essere conosciuto, salvaguardato, incrementato, indicato come osservatorio per la comunità dei sordi: per fare questo è necessario investire sulla competenza, conoscenza, su nuovi orizzonti che riescano a coniugare il vecchio con l’odierno.
Bisogna chiedersi perché, l ‘unica struttura del sud Italia, non è più frequentata dai sordi, che rappresentano una percentuale cospicua nel territorio della provincia trapanese.
Forse c’è poco investimento, forse ci sono altri sentieri all’orizzonte, forse si è persa l’identità, forse c’è scarsa conoscenza, troppi forse a cui le istituzioni dovrebbero rispondere, fatto è che l’istituto può ritornare a diventare il fiore all’occhiello della provincia investendo sull’ampliamento dell’organico e al contempo sull’offerta formativa promossa, in primis, dagli educatori, e contemporaneamente dalle diverse componenti istituzionali, ognuno per le proprie competenze.
Ceto è che, un organico ridotto, come allo stato attuale, e la mancanza di convittori/ci- semiconvittori-ci sordi, in numero non adeguato, limita di fatto la realtà.
La struttura merita l’attenzione dei media, delle istituzioni, dell’assessorato regionale, del governo locale e nazionale, il suo primato, come unica struttura del sud Italia, non può relegarlo nella sola sua realta’ locale.
Il Convitto per Audiofonolesi di Marsala non è mera struttura che eroga servizio logopedico, precisiamolo, il servizio viene offerto agli iscritti, che devono frequentare l’istituto, in regime di semiconvitto o convitto, e non usufruire della mera prestazione.
La struttura non é un centro di riabilitazione, offre supporto logopedico.
Per fare questo, chi è ai vertici del governo regionale, dovrebbe rendersi conto del contesto e della fattibilità nel realizzare conoscenza, apertura, nell’accendere i riflettori sulla necessità non di una reggenza, che lascia il tempo che trova, sia per il Dirigente che per il Dsga, chiunque essi siano, ma di una dirigenza presente, titolare, che colga l’occasione di rilanciare la struttura nel panorama a cui appartiene, Istituto Educativo dello Stato.
Per molti anni si sono susseguite diverse reggenze, di un anno, al massimo due, e questo non può determinare quella continuità di intenti che è fondamentale per qualsiasi struttura.
Rammentiamo che i Dirigenti delle Istituzioni Educative sono presidi delle scuole annesse o, nel caso di Convitto annesso agli Istituti di Istruzione Superiore, Preside dell’Istituto, ed al contempo Rettori dei convitti, con una particolarità che e’ bene precisare: nei Convitti e negli Educandati, le scuole possono essere annesse, la struttura portante è il Convitto che accoglie e promuove l’istruzione con le scuole al proprio interno, nei Convitti annessi ad un istituto, questo non significa che la realtà acquisisce una secondaria connotazione ma è parte integrante dell’istituto stesso.
Sinergia, competenze trasversali, inclusione ed integrazione di tutte le dinamiche legata all’istruzione e all’educazione, come quelle fornite nei Convitti e negli Educandati, un tipo di offerta formativa completa ed esaustiva.
Nel panorama della città di Marsala, altra realtà convittuale è quella del Convitto Annesso dell’Istituto Statale D’Istruzione Secondaria con Tecnico Agrario, Professionale Alberghiero, Abele Damiani, che in regime di convitto e semiconvitto accoglie iscritti provenienti, come altre realtà simili, in termini di residenzialità e frequenza dell’alberghiero, dalle isole e dai dintorni oltre che dal territorio locale.
L’attrattiva delle realtà convittuali, in generale, è proprio il carattere definito della residenzialità che consente di frequentare scuole che non sono presenti nella località del proprio territorio, al contempo di evitare lunghi tragitti per il percorso casa-scuola-convitto, convitto-scuola-casa.
Purtroppo, leggi obsolete, ormai superate, imputabili a vecchi decreti regi, non consentono di investire in pieno sull’organico del personale educativo, ancora oggi sono presenti situazioni in cui il personale educativo, femminile, non può ottenere mobilità su trasferimento, come presso la realtà convittuale dell’alberghiero di Marsala, e questo a discapito della competenza certificata, dell’esperienza di servizio maturata, dei corsi di formazione, dei crediti universitari e di ogni forma di specializzazione ulteriore.
E’ bene dire che tutto questo non è imputabile ai Dirigenti, bensì al legislatore che ha lasciato, per anni, se non per secoli, una legge che crea disparità tra lavoratori e lavoratrici.
Eppure basterebbe poco per cambiare la legge, ormai stantia e che non offre dignità alla preparazione parimenti ad anni di anzianità di servizio: sembra quasi impossibile che nel 2022, una donna , educatrice, non possa ottenere il trasferimento perché appartenente al mondo femminile, in virtù della considerazione che la medesima non può lavorare, a dir della legge obsoleta che regolamenta le vecchie istituzioni educative che presentano iscrizioni, in regime di convittori, per l’ospitalità notturna maschile, con i convittori maschi in regime di servizio notturno.
Ed è altrettanto particolare assodare e conclamare i trasferimenti, in virtù della legge decantata, superata e che non appartiene più alla società, evoluta?, che viviamo, per soli uomini, colleghi che, con tutto il rispetto, magari presentano punteggio di molto inferiore rispetto ad una collega donna.
Lo studio di una vita, la formazione in itinere, anni in graduatoria alla ricerca di accrescere il proprio punteggio, tutto questo vale per un uomo come per una donna, è inconcepibile che si determini un’assurdità di tale portata.
Eppure, la ministra delle pari opportunità, recentemente in un comunicato attraverso i mass media ha affermato la sempre maggiore presenza delle donne nell’ambito di tutti i cointesti lavorativi.
Perfino il Papa ha decantato che la Chiesa è donna, e la Chiesa accoglie tutti i suoi fedeli: uomini, donne e chiunque vi entri.
Ed allora perché una educatrice donna non può lavorare con i convittori maschi?
E’ bene parlarne ed accendere i riflettori!
Sembra essere ritornati alla preistoria.
In tutti i contesti lavorativi la donna è presente, si ritorni dunque alla meritocrazia e al riconoscimento dei meriti, dei crediti formativi e dell’esperienza in servizio.
Auspichiamo che tale legge superata che, un tempo che fu, venne applicata da una politica poco attenta alla dignità e parità, nel lavoro, per le donne, venga presto revocata e sia riconosciuta la sostanziale capacità, possibilità, delle donne, di essere valevoli in tutti i contesti, in tutti i format, ed in presenza di uomini.
Il rispetto va profuso nei confronti di tutte le categorie, ed in questo caso escludere una donna, oggi, è quanto meno irrispettoso.
Cambiamo questa assurda legge, superata, e ridiamo dignita’ a chi, da anni, svolge il ruolo, di educatrice, presso i convitti.
Altra realtà, nuova, nel panorama delle realtà convittuali, è il Convito Annesso San Carlo di Erice, città di Trapani, annesso all’Istituto di Istruzione Superiore Ignazio e Vincenzo Florio, vede la sua apertura nel Settembre del 2021.
La realtà costituisce un proficuo investimento per Erice vetta, consente la rinascita del borgo ericino ed il ripopolamento giovanile degli studenti che frequentano l’Istituto Professionale Alberghiero ed il LES, Liceo della Comunicazione e Cultura Enogastronomica.
Il Convitto di Erice, che ha visto i suo natali grazie alla Task Force della Dirigente dell’Istituto Professionale Alberghiero e dei suoi collaboratori, si avvia, a pieno ritmo, per identificarsi e definirsi nella realtà provinciale, tramite l’offerta formativa tipica delle realtà che lo affiancano, nel panorama di riferimento, con la particolarità di essere annesso ad un Istituto professionale, Alberghiero, che offre ottime e qualificate possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, con la promozione di stage e percorsi formativi di alto livello attraverso incontri con autori e chef stellati.
Tutte queste realtà del panorama provinciale trapanese, ognuno per la propria identità, per il proprio percorso storico e culturale, per la nuova promozione, sono realtà che meritano di essere conosciute, incrementate, sulle quali investire in termini di organico nella competenza specifica degli educatori e delle educatrici.
Molto c’è ancora da fare per giungere alla parità dei diritti, alla consapevolezza delle prestazioni, a pari merito, fra uomini e donne, nel riconoscimento del ruolo del personale educativo tutto, lo stesso Miur dovrebbe riconoscerne il valore formativo, istituire una programmazione del personale educativo con valutazione formale negli scrutini, perché la scuola, come agenzia formativa per eccellenza, è promozione, inclusione, integrazione e meritocrazia.
Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme, potremo molto!
Educatrice
Antonia Amodeo