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01/02/2022 15:57:00

La mega truffa sui bonus. L'inchiesta arriva fino a Paceco e Trapani

 Arriva fino a Paceco l'inchiesta della Guardia di Finanza che ha scoperto una maxi truffa sui bonus Covid. Tra gli indagati c'è anche, infatti, Francesca Barbiera di 52 anni, di Paceco, prestanome e amministratrice della Domus SRL di Mantova,  Una società creata ad hoc con il solo obiettivo di generare e commercializzare falsi crediti di imposta.

Come abbiamo raccontato ieri, le fiamme gialle hanno rinvenuto durante una perquisizione trolley pieni di banconote, perché l’organizzazione di cui 78 indagati (fra persone fisiche e aziende), 8 persone in carcere, tra cui un commercialista, e 4 altre quattro persone ai domiciliari, era riuscita tramite società napoletane a monetizzare i crediti derivanti dai bonus.

La guardia di finanza ha anche sequestrato un immobile a Trapani.  Si tratta di una casa acquistata da uno degli otto finiti in carcere, Giuseppe Felice Guttadoro, nato in Tunisia ma originario di Pantelleria e da anni trapiantato a Rimini, la città dalla quale l'inchiesta è partita. Guttadoro è considerato uno dei vertici dell'organizzazione.

"Il Covid porta bene". E' una delle intercettazioni spuntata nell'inchiesta che ha portato alla scoperta di una maxi truffa che ha portato un danno allo Stato di 440 milioni di euro. Le Fiamme Gialle, infatti, hanno scoperto una maxi frode di falsi crediti locazioni, sismabonus e bonus facciate, introdotti tra le misure di sostegno emanate dal governo con il decreto rilancio (dl 34/2020), durante la fase più acuta dell'emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. I proventi sarebbero stati investiti in criptovalute e metalli preziosi.

 9 degli indagati avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza e 3 avevano precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso.

In carcere sono finiti l'imprenditore di origine pugliese, ma da tempo operativo in provincia di Rimini, Nicola Bonfrate, secondo gli inquirenti promotore e capo dell'associazione oltre che amministratore di numerose società, la sua stretta collaboratrice, Imane Mounsiff, cittadina di origine marocchina; il commercialista riminese, Stefano Francioni e altre cinque persone considerate dagli investigatori i 'piazzisti e venditori' nelle varie Regioni.

"L'inizio del Coronavirus ha portato bene". Ed ancora: "Non so più dove andare ad aprire i conti correnti in giro per il mondo". Lo dicevano i principali indagati intercettati nella maxitruffa scoperta dalla Gdf del comando provinciale di Rimini sui bonus locazioni, sisma e facciate. Con l'impiego di cani cashdog, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto durante una perquisizione trolley pieni di banconote.

"Cioè, lo Stato italiano è pazzesco, è una cosa... vogliono essere fregati praticamente...". Lo dice in un'intercettazione agli atti dell'inchiesta 'Free Credit' della Guardia di Finanza di Rimini, Nicola Bonfrate, ritenuto promotore e capo dell'associazione a delinquere, amministratore di diritto o di fatto di numerose società coinvolte negli illeciti contestati.

Bonfrate reagisce così quando un altro indagato, il commercialista Matteo Banin, anche lui raggiunto da ordinanza di custodia in carcere, parlando del bonus locazioni, illustra la modalità di determinazione dell'importo, "evidenziando - sottolinea il Gip Manuel Bianchi nell'ordinanza - che tale agevolazione è anche estremamente vantaggiosa in quanto il credito di imposta è utilizzabile per compensare qualsiasi tributo senza alcuna limitazione, matura immediatamente nell'anno 2021 e non è differito come per il Sismabonus".

"Quello invece della locazione è tutto nell'anno", dice Banin. Bonfrate: "Azzo, e cambia il discorso. Meno male che me l'hai detto". Banin: "Quello, hai capito, è tutto nell'anno ed è il 60% del canone". E ancora, il commercialista: "Perché vuol dire che tu devi dichiarare un canone il cui 60% ti dà quel valore lì". Bonfrate: "Lo dichiari tu". Risposta: "Esatto".

"Un'indagine nata da un approfondimento di una procedura fallimentare, in cui la società in questione esibiva crediti che non c'erano". Lo ha spiegato Elisabetta Melotti, capo della Procura della Repubblica di Rimini, a proposito dell'indagine della Guardia Finanza denominata 'Free Credit' che ha portato alla luce una truffa da 440 milioni di euro sui bonus e falsi crediti imposta, che ha portato a 35 le misure cautelari, 8 in carcere e 4 ai domiciliari. "L'indagine iniziata in estate - ha precisato la Melotti - e nel giro di qualche settimana-un mese ci si è resi conto dell'ampiezza e della complessità del panorama. Ci si trovati davanti ad un danno per lo Stato davvero rilevante".

È la prima indagine in Italia, sulle truffe attraverso i bonus locazione, sisma e facciate introdotti a seguito dell'emergenza coronavirus. Da qui l'importanza, secondo la procuratrice di Rimini, di informare velocemente e bene "l'Agenzia delle Entrate, perché questo schema poteva essere ripetuto in altre parti d'Italia". "Voglio rilevare quindi il senso dello Stato e di rispetto istituzionale - ha quindi aggiunto - e vorrei ringraziare la la Gdf e il procuratore Paolo Gengarelli che hanno lavorato ottimamente per arginare un danno enorme per le casse dello Stato. Si è trattato di un sistema articolato e complesso che anche alla luce della modifica normativa cercavo il modo di aggirarlo a dimostrazione che per taluni il coronavirus stato un'occasione di arricchimento".

 



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