Riprendiamo, anche oggi, l’analisi del perché e come si sia abbattuta, il 15 dicembre scorso, la scure della Sezione di controllo siciliana della Corte dei Conti sui bilanci del Comune di Mazara (Deliberazione n. 185/2021/PRSP).
Oggi, volgeremo lo sguardo alla sesta delle 11 ‘sberle totali: la grave difficoltà della riscossione delle entrate.
Che il Comune di Mazara abbia un serissimo problema in tal senso non è una novità, dato che ne è attanagliato da più di un decennio: si parte già dalla Giunta Macaddino (centro sinistra) e si prosegue poi con le due amministrazioni a guida Nicola Cristaldi (centro destra). Da allora e fino al 2019 non c’è stato anno in cui la Corte dei Conti non abbia tirato le orecchie alle amministrazioni cittadine.
LA GRAVE DIFFICOLTÀ DELLA RISCOSSIONE DELLE ENTRATE – La Corte dei conti scrive, una volta di più, nella sua relazione, in merito a “IMU/TASI e all‘assenza di entrate Tarsu/Tia/Tares/Tari, Cosap/Tosap e di altri tributi nel 2019”. In merito alla gestione dei residui attivi e all’attività di contrasto all’evasione tributaria, “si rileva – scrivono i magistrati contabili – una scarsa propensione all’attività di riscossione, anche con riferimento all’azione di contrasto all’evasione tributaria”.
IL PAESE DI BENGODI PER GLI EVASORI – Il Comune ha, in passato, alzato bandiera bianca nella lotta all’evasione dei tributi comunali. “Con riferimento” a tale attività, “si evidenzia – scrivono i giudici contabili – la ridotta capacità di riscossione per tutti gli anni oggetto di scrutinio (dal 2017 al 2019). In particolare, si segnala: a) Imu/Tasi: per il 2019, su entrate accertate di euro 5.801.788,07, sono state riscosse somme per euro 42.834,68, con una percentuale prossima allo zero (0,74%); nel 2018, la mancata riscossione delle entrate accertate da recupero dell’evasione pari a euro 115.448; b) TARSU/TIA/TARES: nessuna entrata per il 2019; per il 2018, su euro 20.001.836,15, le somme riscosse sono state pari a euro 2.400.858,69 (il 12%); per il 2017, su entrate accertate di euro 3.726.310,21, sono state riscossi euro 825.000; c. Cosap/Tosap: non risulta accertata alcuna somma in entrata nel 2017 e nel 2019, mentre nel 2018, su somme accertate di euro 11.959,00, non vi è stata alcuna riscossione; d. per gli altri tributi, non risulta accertata alcuna somma in entrata nel triennio considerato”.
UN FALLIMENTO CHE NON HA GIUSTIFICAZIONI – È un tracollo su tutta la linea quello sancito dalla Corte dei conti sulla gestione tributi. Una débâcle, già evidenziata in tante altre relazioni della Corte dei Conti, e che dovrebbe portare – una volta per tutte – a rivoltare come un calzino il settore tasse del Comune di Mazara. Fino ad oggi tutti gli avvertimenti dei giudici contabili non hanno sortito, misteriosamente, alcun cambio di rotta. Se consideriamo come tale ramo amministrativo sia vitale ai fini della convivenza civile di qualsiasi Città e tanto più per la comunità mazarese, risulta ancora meno comprensibile come si sia continuato a far finta di niente fino al 2019 almeno.
IL COMUNE SI DIFENDE – “Con la prima memoria l’ente” – su questa rilevante criticità il Comune di Mazara (n. d. a.) rappresenta quanto segue: “In merito ai residui attivi, all’attività di contrasto all’evasione tributaria, ed alle somme rimaste a residuo si segnala che l’Ente già nell’anno 2017 aveva provveduto comunque ad attivare un’intensa attività di recupero dell’evasione dei tributi, in particolar modo per quel che concerne la tassa sulla raccolta dei rifiuti (TARI, TIA anni pregressi) il cui ammontare annuo non riscosso determina maggiori residui attivi”.
MA NON CONVINCE I GIUDICI SUI RESIDUI ATTIVI MILIONARI – Tale voce comprende, per semplificazione, una specie di credito ancora da esigere dai suoi debitori (cittadini, imprese ecc.) stratificatosi in anni diversi, che il Comune iscrive nei propri bilanci ai fini di una quantificazione del loro ammontare. E alla memoria difensiva del Comune ribatte che: “Con riferimento alle somme rimaste a residuo – si legge nella relazione della magistratura contabile – si evidenzia una modesta movimentazione e capacità di riscossione”. Sull’argomento la Corte dei conti segnala che: “le entrate derivanti dal recupero dell’evasione tributaria evidenziano una percentuale di riscossione: A) dell’1,3% per il 2019, con residui attivi all’01/01 pari a euro 6.597.245,13, di cui riscossi 90.560,61; B) del 3,5% per il 2018 con residui attivi al 1/1 di euro 2.916.615,96, di cui riscossi euro 102.844,29; C) del 5,3% per il 2017: su residui iniziali di euro 2.832.427,46, quelli riscossi ammontano a euro 152.004,30; Tasi: nel 2019, su euro 766.333,66, i residui riscossi sono stati di soli euro 122,00; nel 2018, su euro 768.045,92 risultano riscossi euro 1.835,06; nel 2017, su euro 777.244,42, sono riscossi euro 11.032,66”.
Domani continueremo ad analizzare le altre criticità contenute nel documento della magistratura contabile palermitana.
Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP