Domenica sera si è sparsa subito la notizia che un’altra sentenza di un altro Tar, quello di Catania, aveva, ancora una volta, sconfessato la linea ‘scuole chiuse’ di un altro sindaco – sospendendo, dopo quelli di Messina ed Agrigento, anche l’operato di quello di Siracusa – anche questi paladino del pensiero ‘chiudo solo le scuole e lascio aperto tutto il resto’. A far ricorso, e ad ottenere l’immediata sospensiva, questa volta, è stato proprio il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica. A pochi minuti da questa news, però, in rapida battuta, arriva una nota stampa del Comune di Mazara – Ente che, nel frattempo, assieme ad altri Comuni in provincia di Trapani è già finito in colorazione ‘arancione’ – con la quale si ribadisce la chiusura delle scuole. Non aspettiamo un minuto di più e noi di Tp24.it contattiamo subito, in serata stessa, il primo cittadino, Salvatore Quinci, per avere dei chiarimenti su questa spinosissima vicenda.
UN TAR PER OGNI CITTÀ’? – Buonasera sindaco, ho letto il comunicato stampa relativo all’intenzione di protrarre la chiusura delle scuole. In pratica state dicendo che ogni comunità deve ricorrere al Tar, per ogni singola città, se vuole ottenere una sospensiva o un annullamento dell’ordinanza di chiusura scuole? Pur sapendo che la fattispecie è la stessa a molte altre già presentate al Tar e che nel caso di ricorso soccomberete? Non capisco a chi giovi questo tipo di scontro. Mi sfugge qualcosa?
“Il tema è un po’ più complesso. Vediamo se riesco a fare sintesi, ovviamente mi fermo solamente ad una riflessione di tipo giuridico e non di opportunità: 1) l’ordinanza non esplica effetti se non sul comune di Siracusa. Ogni ordinanza sindacale andrebbe impugnata; 2) non rilevo nemmeno i requisiti per una annullamento in autotutela della mia ordinanza. Occorrono dei requisiti che non ci sono. La situazione sanitaria ed epidemiologica è inalterata rispetto a ieri. Non vi sono interessi sopraggiunti; cioè, non posso ritirare il provvedimento solo perché trovo una analogia. Diverso è il comportamento di De Luca in Campania – continua Salvatore Quinci – che ha chiuso lui le scuole della regione e, infatti, la sua ordinanza è stata impugnata e sospesa e ha smesso di avere effetti giuridici. Spero di essere stato sintetico ma chiaro”.
Lei hai letto la sentenza di oggi (domenica scorsa 16 gennaio - n .d. a.) proposta dal MIUR e presentata al Tar di Catania?
“Si l’ho letta – risponde a Tp24.it il primo cittadino – è una ordinanza di sospensione. Se un cittadino impugna la mia sentenza e questa dovesse essere sospesa io non ricorrerei”.
Ok pero il principio che nel nostro sistema giuridico dà valore costituzionale alla gerarchia fonti è inoppugnabile, ed inoltre c’è un decreto legge del Governo nazionale, secondo cui solo in zona rossa potete intervenire. E poi perché le zone che hanno il triplo dei contagi rispetto al trapanese hanno scuole aperte e voi chiudete? Non capisco.
“Ogni norma è soggetta ad interpretazione – prosegue il sindaco Quinci – poi le sentenze degli organi che dirimono questioni come queste mettono chiarezza. In questo caso abbiamo norme poco chiare e nessuna sentenza di merito ancora. La mia interpretazione è stata che l'ordinanza di Musumeci, oggi in vigore e legittima, ha esteso il perimetro di azione rispetto a quello delimitato dal Governo. Cioè non solo rosso, ma anche arancione. Se parliamo di dubbi, confermo che ne ho. Riguardo la seconda domanda – continua a rispondere Salvatore Quinci – è l’ASP che deve dare il parere tecnico sanitario. Ha gli strumenti di monitoraggio e ha le competenze sanitarie. Questo richiede la ordinanza Musumeci e mi sembra logico. Un sindaco non ha questi strumenti né gli competono, l’Asp mi deve dire come stanno le cose. Ora, premesso che questo tema è divisivo come mai, un importante sondaggio del Corriere dice che la società italiana è divisa a metà sulla didattica in presenza in questi giorni. Noi sindaci del trapanese siamo preoccupati per la mancanza di controllo della situazione pandemica: tracciamento saltato, numeri ballerini e fuori controllo, niente mascherine ‘fpp2’ nelle scuole, regole del governo centrale che in pratica sono inapplicate dalle strutture sanitarie in tilt ormai, intere famiglie prigioniere, a casa, in attesa di provvedimenti di certificata guarigione, green pass non aggiornati; insomma il sistema è saltato. Io temo – continua Quinci – che una ulteriore pressione sulle strutture sanitarie in questi giorni, che riguardano la popolazione scolastica non ancora vaccinata (bimbi sopra i 5 anni) possa peggiorare la situazione con altri numeri in aggiunta. Confido in un calo della curva e nell’aumento delle vaccinazioni e magari alleggeriamo il problema. Non è certamente il mondo della scuola il problema della pandemia e dei contagi, ma oggi è un sistema fuori controllo per come ti ho detto e un aumento dei numeri, dovuto soprattutto alla popolazione 5 - 12 anni, non vaccinata, sarebbe non sopportabile. Ovviamente le ragioni opposte hanno grande dignità e sono da me per primo riconosciute. Ripeto – continua il primo cittadino mazarese – è un tema divisivo: ho fatto una scelta e questo mi disturba, perché siamo stati messi in queste condizioni”.
Si, ok, capisco tutto, e questi motivi erano già abbastanza noti. Resta un fatto: non c'è alcuna logicità nel dire, tra le righe, che fuori non ci si contagia e lo si fa solo a scuola; altrimenti dovremmo attuare un altro ‘lock down’ generalizzato e non, penalizzare solo gli studenti che, poi, possono uscire e contagiare, e contagiarsi liberamente all'esterno: non capisco, non è logico, pare dettato solo dalla paura e dall'ansia che, seppur comprensibili, non sono più giustificabili. Dobbiamo convivere con questo virus, come fanno nel resto del mondo, o ci resta da vivere solo nel terrore?
“Le tue domande sono, non solo logiche, ma anche persuasive. Io direi così: ordinanza circoscritta a 10 giorni, sperando che il picco sia già arrivato e si alleggerisca la crisi delle strutture sanitarie, aumenti la popolazione infantile vaccinata e, poi, superata la criticità di questo momento, ci avviamo verso la fase di convivenza. Non rifarò ordinanze comunque successiva a questa. Per il motivo – conclude il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci – che ne riconosco la contingenza, in un equilibrio tra situazione sanitaria sociale di oggi e diritto allo studio dei ragazzi, cioè per otto giorni di scuola (in meno n. d. a.) lo considero un prezzo accettabile, oltre no”.
Alessandro Accardo Palumbo
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