Gentile redazione,
Mi trovo a scrivervi in seguito alla visita di Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, a Palazzo Municipale che ha scatenato tante reazioni. A corredo della considerazione le parole dell'attacco di un testo canoro dal titolo "Quando trovo te" del cantautore Francesco Renga.
Marsala ce la deve fare. Marsala ce la deve fare in modo da uscire dal torpore che la avvolge. Ce la deve fare per colmare quel "vuoto" dovuto alle inadempienze una dietro l'altra prodotte trasversalmente dalla politica. In Sicilia questa città meriterebbe di catalizzare l'attenzione tutta per sè. In misura maggiore rispetto ad altri comuni. Mi viene difficile fare altri esempi di comuni italiani bagnati dal mare non capoluoghi di provincia che possono vantare una estensione di territorio come Marsala e una popolazione numericamente così grande. E non mi soffermo sulla sua secolare storia e alla "nomea" che orgogliosamente porta dietro di "città dedita al commercio" per cui è conosciuta in ogni angolo del mondo. Perché altrimenti se così fosse vincerebbe nel paragone a mani basse. Marsala merita di essere equiparata per importanza ad altre città di mare della Sicilia e vantare una marineria degna di essere definita tale con la presenza di numerosi natanti e di famiglie che possano sostentarsi dai proventi dall'attività del pescato. Purtroppo Marsala manca, attualmente, di quella "decantata" centralità di città che guarda al Mar Mediterraneo. Rappresenta senz'altro (al di là del nome arabo, "Porto di Allah", da cui prende nome Marsala) un paradosso che non è ammissibile accettare nel 2022 "lottare" ed aspettare ancora per un porto. Troppo tempo è passato e ancora ne passerà, ma una intera città lo aspetta vederlo edificato. Una città finora prevalentemente a vocazione agricola e commerciale per via di alcune facoltose industrie. Quanto vorrei che la città, una volta che il progetto del porto sarà realizzato, cominciasse a vivere di economia basata dal "mare"! Rammento che lo sviluppo passa dai fondi che debbono essere stanziati per la città. Senza "se" e senza "ma". Ritengo che ciascun marsalese si debba sentire danneggiato, raggirato e defraudato oggi così come finanche nel passato per la mancata edificazione di opere come quella del porto. Spesso e volentieri mi viene da sospettare che, semplicemente, in passato è mancata la volontà politica di coloro che trovandosi in una posizione di privilegio non abbiano portato le istanze della città di origine sugli scranni del Parlamento o peggio ancora non abbiano svolto a pieno o disatteso il mandato del popolo che li ha eletti. Non per incapacità, ci si intenda, ma per strafottenza: ergo per occuparsi di altri comuni siciliani. Con l'attenzione dei partiti tutta rivolta a Palermo, Siracusa, Catania e Messina. Sempre più convinto che le infrastrutture nodali (come il porto o qualsiasi altra grande opera che riguardi la Sanità, ndc), darebbero benessere ai marsalesi e creerebbero posti di lavoro". Il finale della riflessione lo affido a un pezzo che ha scritto e cantato alla kermesse sanremese della passata edizione Francesco Renga sulla sua città, (Brescia, ndr) che assieme ad altri comuni lombardi tra febbraio e marzo 2020 ha pagato uno dei prezzi più cari nella lotta contro il virus Sars-CoV-2. In particolare, l'attacco della canzone lo accosto al caso di Marsala che non vive per niente un periodo di massimo splendore.
"Guarda un po’ la mia città è insonne
E ha smesso di sognare
Come mai nessuno ora lo ammette
Gente che taglia le ombre
Mentre il traffico ancora riempie
Spazi immensi di solitudine"
Emanuele Giacalone