Ormai a due anni dai primi contagi, si è creata un’economia da Covid, parallela, in Sicilia.
E’ quella legata all’emergenza sanitaria, che dalle forniture alle costruzioni, ha generato affari per almeno un miliardo di euro. Ma le cifre di quanto gira attorno al Covid, anche considerando consulenze e incarichi legati al mondo della sanità, è impossibile quantificarle.
Ci guadagnano tutti. Dalle farmacie alle ditte di pulizia, dalle organizzazioni di volontariato ai giovanissimi medici e infermieri impiegati negli hub. E poi le aziende, piccole o grandi, che forniscono centinaia di migliaia tra mascherine, guanti, e altri dispositivi di protezione. E poi ci sono le grandi costruzioni, come il Padiglione Covid di Marsala, e gli altri reparti che in giro per la Sicilia hanno accelerato procedure di gara in nome dell’emergenza.
Parte su tp24 un viaggio nell’economia da Covid in provincia di Trapani, nel tentativo di capire come il virus abbia generato anche qui un’economia parallela fino a due anni fa sconosciuta. Come vengono impiegate le risorse pubbliche e a chi vanno, consapevoli dello sforzo che si sta facendo negli ospedali per salvare le vite di quanti hanno contratto il Covid.
Prima una panoramica regionale
In Sicilia, dicevamo, si è sviluppato un giro d’affari da un miliardo di euro, come ha calcolato nei giorni scorsi La Repubblica Palermo. Un giro che ha attirato molti sospetti, perchè dove c’è emergenza c’è anche il rischio di illegalità. E dove c’è emergenza si fanno le cose, spesso, appunto, in emergenza, cioè senza gara. Come accaduto molte volte per l’acquisto di beni di consumo, come guanti, mascherine , tamponi. In Sicilia in questi due anni sono stati spesi 266 milioni di euro. La maggior parte delle volte senza gara. In questo senso ha creato più di un sospetto l’appalto centralizzato da 98,4 milioni di euro sui guanti, diviso in 50 lotti, bloccato per pochi giorni dopo l’inchiesta che ha sfiorato l’ex ministro Saverio Romano. La procedura è ancora in corso, ma spicca la CliniLab di Padova per un lotto da 46 milioni. La multinazionale Abbott ha ottenuto diversi lotti per la fornitura di tamponi, per un totale di 33,2 milioni di euro.
Ci hanno guadagnato anche le cliniche private che nei mesi di emergenza seria hanno dato una boccata agli ospedali. Ma si è andati avanti rimborsi al cento per cento, a prescindere dai posti letto occupati, e pagamenti in “extrabudget” per accogliere pazienti non Covid.
Sono state 56 in Sicilia le cliniche private accreditate che hanno partecipato al banchetto.
Quest’estate la Regione ha autorizzato le Asp a firmare protocolli con le case di cura per portare i pazienti dei pronto soccorso pubblici nelle strutture private, con un riconoscimento di budget extra. Un affare da 200 milioni, poi sono finiti i soldi. La sanità siciliana in tempo di covid si è dovuta attrezzare, e dove non c’erano le strutture si è pensato di realizzarne di nuove, di ampliare reparti. 79 cantieri per 235 posti letto in terapia intensiva e 318 in semi intensiva per un giro da 128,8 milioni di euro. Il tutto se lo dividono nove imprese.
Agorà e Operes pigliatutto in provincia di Trapani
Sono ad appannaggio del Consorzio Agorà e della Operes i grandi appalti negli ospedali della provincia di Trapani per l’emergenza Covid. Sono appalti che rientrano nel piano di potenziamento della rete ospedaliera, disposti dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid, ai tempi Arcuri, e coordinati in Sicilia dal soggetto attuatore, Tuccio D’Urso, per conto del presidente della Regione.
E il Consorzio Stabile Agorà, con la propria consorziata la Operes, ha sotto contratto gli appalti milionari che riguardano la provincia di Trapani. Ci sono i lavori al pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani e il famoso Padiglione per le malattie infettive di Marsala. Due appalti per oltre 7 milioni e mezzo di euro
Il Padiglione Covid di Marsala
Su Marsala la Regione, l’Asp e la stessa amministrazione comunale, hanno messo in scena una delle più grandi prese in giro nei confronti dei cittadini. Il bluff del 3 dicembre 2020, con l’inaugurazione farsa dei lavori per un Padiglione Covid da tre piani, 106 posti letto, e 13 milioni di euro di costo, pronto a maggio. I disegni del progetto tappezzavano l’ingresso del “Paolo Borsellino” mentre l’assessore regionale Ruggero Razza, il sindaco di Marsala Massimo Grillo, e il commissario Asp Paolo Zappalà, promettevano la realizzazione della grande opera. Promessa reiterata ancora in questi giorni da Nello Musumeci, a Marsala, con tanto di propaganda dal Comune.
Invece dopo alcuni mesi si è scoperto il bluff, che di quel padiglione si farà solo un piano, che riguarda la realizzazione di un padiglione con 10 posti letto in terapia intensiva e 6 posti letto in sub intensiva, per un costo di 5,8 milioni di euro.
Agorà e Operes hanno dato in subappalto alcune opere. Casseformi, armature in ferro, getti di conglomerato cementizio, per la struttura in cemento armato, per un importo di circa 201 mila euro alla Edileentro di Messina.
Alla Moviedil di Marsala gli scavi di sbancamento, per circa 90 mila euro. Alla Jendy Joss Building Srl di Budrio (Bo), i lavori di realizzazione di involucro edilizio mediante parete esterna di tamponamento a secco, per 145 mila euro.
Una grossa fetta dell'appalto, da un milione 429 mila euro è stata subappaltata alla Conmar di Cataniaa e alla consorziata A2A. Riguarda la realizzazione di tutti gli impianti previsti nel progetto esecutivo, elettrici, speciali, idrici e meccanici, ad esclusione di gas medicali.
I lavori al pronto soccorso di Trapani
Agorà e Operes si aggiudicano anche l’appalto per i lavori di adeguamento del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Sempre con la stessa procedura dei contratti a corpo gestiti dalla struttura commissariale. Per questi lavori l’importo è di 1.697.209,92 euro. Anche qui c’è un subappalto, a Conmar e A2A, per impianti idrici, elettrici e meccanici 558 mila euro circa.
Sono grandi appalti, questi, non gestiti dall’Asp di Trapani che però negli ultimi anni ha messo in bilancio ingenti somme per fronteggiare l’emergenza Covid.
C’è una sezione parallela nei bilanci dell’Asp degli ultimi due anni, il 2020 e il 2021, dedicata proprio all’emergenza Covid. Nell’ultimo bilancio preventivo del 2021 vengono previsti costi per oltre 35 milioni di euro alla voce dedicata all’emergenza sanitaria con cui abbiamo a che fare da due anni. Ma sono costi che è difficile prevedere, e che come in ogni emergenza sono destinati a salire. Dalle forniture di mascherine, guanti, tute e altri dispositivi di sicurezza, alle convenzioni con cliniche e strutture private. Ci sono grandi appalti per le pulizie e le sanificazioni. E ancora incarichi di consulenza. Piccoli e grandi costi che continueremo a spulciare domani.