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14/01/2022 06:00:00

Le manovre dei Sindaci non bastano a tenere chiuse le scuole in Sicilia. Tranne a ... 

È particolarmente lungo e complicato dar conto di tutte le balle emanate a furor di comunicati stampa dall’Anci Sicilia, capitanata dal suo presidente nonché sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ma è un’operazione che va fatta. E si deve fare perché sottacere ad una tale mole di bugie renderebbe la stampa connivente con le menzogne di un certo tipo di potere che mostra il pugno duro con i deboli (gli alunni di ogni ordine e grado delle scuole siciliane) e alza le mani in segno di resa, invece, contro i forti (gli interessi economici). Una serie di frottole che, inoltre, attuano una aberrante discriminazione tra Comuni siciliani e Comuni italiani, tra Regione Sicilia ed altre Regioni. Per non parlare dell’odiosissima lesione di vari diritti costituzionali (diritto all’istruzione?) ed altri abusi di potere (ordinanze sindacali contingibili ed urgenti) che saranno ripresi anche nel ricorso al Tar – presentato proprio ieri da un gruppo di cittadini palermitani – composto da diversi avvocati e magistrati. Gruppo che ha impugnato, davanti al Tar di Palermo, le ordinanze con cui i sindaci del capoluogo siciliano e di Agrigento hanno disposto la chiusura delle scuole in contrasto con le indicazioni del Governo. Ma andiamo per ordine

TUTTE LE BALLE ED INCOERENZE RACCONTATE DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI SICILIANI AD INIZIO ANNO – Già prima della fine delle vacanze natalizie circolavano note stampa dell’Anci Sicilia nelle quali la narrazione – poi smentita dai fatti concreti – raccontava che: “Oltre 200 sindaci siciliani avevano manifestato preoccupazione per il  dilagare dei contagi” e “dall’elevatissima percentuale di positivi” da cui emergeva “l’assoluta necessità di tratteggiare una linea comune in tutta l’Isola, assumendo tutte le precauzioni necessarie per evitare ulteriori contagi con l’obiettivo di garantire la sicurezza sanitaria degli studenti e delle famiglie”. E di lì un’elencazione infinita di problemi reali: mancanza di numeri certi sui contagiati, difficoltà a gestire i rifiuti dei soggetti positivi al Covid, tracciamento saltato, mancanza di mascherine FFP2. Da tale analisi emergeva, quindi, un parere unanime: “l’apertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe” stato “un atto irresponsabile”. In altra nota stampa Anci Sicilia, a seguire dopo poche ore: “Secondo Orlando, evitare la riapertura in presenza quando mancano le basilari norme di sicurezza è misura di prudenza. Ricordo che la Regione potrebbe intervenire non in contestazione con la normativa nazionale ma facendo leva su una condizione di reale pericolo che fa scattare i poteri del presidente della Regione”. E così, si ottenne il primo stop: Musumeci non fa l’errore giuridico del presidente della Campania, ma riduce il calendario scolastico di tre giorni, avvalendosi di specifica potestà legata all’autonomia dello Statuto siciliano, e così, niente scuola fino al 12 gennaio. E nel resto d’Italia? Tutti aperti tranne la Campania dello sceriffo-presidente di regione, De Luca, che fa la figura del merlo, con la sua ordinanza, che il Tar renderà carta straccia dopo pochi giorni.

E LA FUFFA CONTINUA – Musumeci ad un ulteriore rinvio – chiesto sempre dall’Anci Sicilia, ma molto probabilmente visti i fatti che seguiranno, dal solo Orlando e pochi altri sindaci siciliani – risponde picche e dà il via libera al ritorno in classe per gli studenti siciliani da giovedì 13 gennaio. Il presidente Nello Musumeci, forse, ha preso consapevolezza dell’intervenuta e freschissima bocciatura dell’ordinanza Campana di chiusura delle scuole da parte del Tar? Chissà, fatto sta che la Sicilia ritorna (non tutta però) ad essere regione d’Italia e, non più, terra di nessuno.

PER ORLANDO IL COVID C’È SOLO A SCUOLA – L’obiettivo scuola e bimbi troppo piccoli d’età – per cui è quasi impossibile anche avviare la didattica a distanza – appariva già chiaro ancor prima di ottenere lo stop della Regione. Nell’ennesima nota stampa, infatti: “L’assemblea dei sindaci – aveva continuato il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, Leoluca Orlando, l’otto gennaio – si augura che si creino al più presto le condizioni ideali per fronteggiare in totale sicurezza la nuova e preoccupante fase pandemica senza dover ricorrere alle ordinanze sindacali ex art. 50. Riteniamo anche che la modifica del calendario scolastico debba includere le scuole dell’infanzia 0-6 anni e le strutture che offrono servizi educativi”.L’Orlando pensiero prende corpo: tutto aperto, tranne scuole e servizi per i ragazzi, un’idea proprio da vero illuminista del pensiero moderno, altro che Dad, state a casa e muti. Della ‘balla’ articolo 50 del testo unico enti locali vedremo, a breve, cosa ne hanno pensato 22 comuni su 25 della provincia di Trapani che, in una nota stampa, sempre del 12 gennaio sera, hanno sbugiardato la narrativa giuridica di quello che, a questo punto, appare sempre e solo di più l’“AnciSiciliaOrlando pensiero”.

I ‘DATI CERTI’ RESTANO UN MISTERO – Altra narrazione, infatti, dell’“AnciSiciliaOrlando pensiero” ha riguardato, il 12 gennaio, la mancanza di numeri certi sui contagiati e sul Covid in generale: “In una nota, inviata  stamattina al presidente Musumeci e all’assessore  Razza – ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia – abbiamo chiesto di conoscere i dati certi relativi al numero  dei contagiati comune per comune, all’incidenza degli stessi su 100.000 abitanti, al tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in aree mediche  insieme  al numero delle persone vaccinate”. I famosi ‘numeri’ dalla Regione però non arriveranno. E qui casca l’asino. Arriva una nota stampa – inviata dal sindaco di Castellammare del Golfo firmata da 22 sindaci su 25 totali della ex Provincia di Trapani – che fa cadere il castello di carte dell’Anci Sicilia. Nel testo del comunicato che giungeva in serata – a conclusione di una giornata a dir poco caotica – nella quale ogni Ente locale andava in ordine sparso: “In vista dell’imminente avvio delle attività didattiche in presenza, i sottoscritti sindaci hanno concordato che a partire da domani 13.01.2022, le scuole saranno regolarmente aperte. Seppur in questi giorni siano stati avviati una serie di incontri per valutare le condizioni giuridiche per l’adozione di un provvedimento di sospensione delle attività didattiche in presenza, in ragione della grave situazione epidemiologica oggi in atto, il quadro giuridico oggi vigente non consente di emettere provvedimenti restrittivi per la sospensione delle attività didattiche. Ad oggi la Sicilia è in zona gialla e nessun intervento sulla scuola è possibile secondo le norme vigenti, in tal senso la recente Ordinanza del TAR Campania ha sospeso gli effetti del provvedimento di chiusura delle scuole della Campania del Presidente De Luca. Inoltre la disposizione dell’assessore regionale Lagalla che impone ai Sindaci, prima di adottare qualsiasi provvedimento di sospensione delle attività didattiche, di chiedere espresso parere all’ASP, limita ulteriormente l’autonomia dei sottoscrittori. Peraltro il Dipartimento di prevenzione dell’Asp Trapani, ha proposto al Presidente della Regione Sicilia l’istituzione della zona arancione per quasi tutti i Comuni dell’ex Provincia di Trapani; alla data di oggi non è stata emessa alcuna ordinanza in merito. Con molta preoccupazione siamo costretti, per le ragioni sopra espresse, a non adottare nessun provvedimento di sospensione delle attività didattiche, adeguandoci alle direttive nazionali e regionali. Continueremo a monitorare la situazione e ci riserviamo nelle prossime ore, qualora il fenomeno epidemiologico da Covid 19 continui ad aumentare, di richiedere ulteriori interventi agli Organi regionali competenti, che consentano ai Sindaci di adottare provvedimenti a salvaguardia della salute pubblica. I sindaci dei Comuni di Alcamo, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Calatafimi Segesta, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Custonaci, Erice, Favignana, Gibellina, Mazara del Vallo, Marsala, Paceco, Pantelleria, Petrosino, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, San Vito Lo Capo, Santa Ninfa, Valderice, Vita.

NON CI SONO I NUMERI NÉ LE LEGGI MA A CHIUDERE LO STESSO LA SCUOLA CI PENSA LO ‘SCERIFFO’ DI PALERMO – I 200 sindaci appartenenti all’Anci Sicilia evidentemente si sono fatti coraggio e, sbugiardando l’Associazione o solo il suo presidente chissà, hanno capito che la scuola dovrebbe essere l’ultima attività umana a chiudere. Ma Orlando no, lui continua da solo, imperterrito, paladino anticovid senza macchia e senza paura. Ora, però, delle due l’una: o non ci sono numeri certi e, quindi, non si hanno elementi per deliberare alcunché – e tantomeno citarli per giustificare un’ordinanza sindacale che stabilisce la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado a Palermo – oppure i numeri ci sono e non vengono comunicati alla cittadinanza chissà per quale motivo. In entrambi i casi la figura che fa il primo cittadino di Palermo la lasciamo al giudizio dei lettori.

  IL RICORSO AL TAR CONTRO L’ORDINANZA – “Un gruppo di cittadini palermitani –si legge in un lancio dell’agenzia di stampa Ansa di ieri 13 gennaio – tra i quali diversi avvocati e magistrati, ha impugnato davanti al Tar di Palermo le ordinanze con cui i sindaci del capoluogo siciliano e di Agrigento hanno disposto la chiusura delle scuole in contrasto con le indicazioni del Governo. I ricorrenti, rappresentati dall'avvocato Fabrizio Dioguardi, sostengono innanzitutto che il decreto legge con cui l'esecutivo il 7 gennaio ha disciplinato l'attività scolastica in tempo di pandemia al fine di "prevenire il contagio" e di garantire la scuola "in presenza" "esclude che possa restare spazio per l'emanazione di ordinanze contingibili che vengano a regolare diversamente i medesimi settori di attività e che - stante la loro astratta natura 'contingibile' - presuppongono che non sia possibile individuare una diversa 'regola' della fattispecie". "Le ordinanze emergenziali – si legge nel ricorso – si giustificano nell'ordinamento solo ove ricorra, oltre all'urgenza, la mancanza di altra regola che abbia previsto la fattispecie e l'abbia regolata". "Non residua spazio alcuno per disciplinare diversamente l'attività scolastica in stato di emergenza sanitaria, in quanto interamente e minutamente regolata dalle disposizioni di rango primario, tenuto conto che la scelta del livello di tutela dell'interesse primario alla salute, individuale e collettiva, e il punto di equilibrio del bilanciamento tra diversi valori è già stata operata, appunto, a livello di normazione primaria, dal legislatore nazionale, che ha operato una scelta libera ad esso rimessa e insindacabile dal giudice", spiega il ricorso. Per i ricorrenti inoltre il provvedimento amministrativo dei sindaci è illegittimo perché la legge nazionale dispone la chiusura delle scuole solo in zone rosse o arancioni e previo parere dell'ASP. E la Sicilia al momento non è classificata zona rossa o arancione. Infine, si legge nel ricorso "non risulta siano state assunte misure restrittive di altre attività (con l'assurda possibilità che i ragazzi possano comunque incontrarsi fuori dall'ambiente scolastico, anche in strutture pubbliche di proprietà comunale, e contagiarsi egualmente)". "Le rappresentate difficoltà del sistema sanitario, - conclude l'impugnazione che chiede la sospensione delle ordinanze - lungi dal giustificare l'adozione della misura sospensiva, dimostrano piuttosto la carente previsione di adeguate misure preordinate a scongiurare il rischio, ampiamente prevedibile, di 'collasso' anche sul sistema dei trasporti, con la conseguente confermata impossibilità di qualificare 'contingibile' una misura dichiaratamente volta ad evitare un pericolo ampiamente prevedibile solo a voler considerare il recente passato".

Si spera adesso che il giudizio del Tar sia il più rapido possibile perché ove giungesse troppo in là nel tempo potrebbe non produrre nulla in termini concreti qualora trovasse l’Isola in zona arancione o rossa avallando in quel frangente possibili ulteriori barbarie e discriminazioni rispetto al resto d’Italia sempre a danno esclusivo della popolazione studentesca siciliana.

 

Alessandro Accardo Palumbo

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