Gattopardismo.
In una sera d'inizio anno, ancora nel clima festivo è stato riproposto un film cult e strepitoso unitamente ad un cast superlativo degli anni sessanta: il Gattopardo.
Il soggetto fu l'omonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa, il lungometraggio narra in un affresco storico notevole, la fine dell'aristocrazia dopo lo sbarco dei Mille ed esprime un'idea: "se vogliamo che rimanga tutto com'è, bisogna che tutto cambi". frase emblematica di Tancredi, cinico nipote del principe di Salina.
Un senso effettivamente più veritiero leggendo il romanzo e condiviso da parecchi storici è: se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è; se tutto rimane com’è, tutto può cambiare interiormente.
Il manoscritto di Tomasi è un gioiello. Alcuni passaggi di chiaroveggenza esistenziale si mescolano a lucide riflessioni sulla politica dell’Italia Unita e sul carattere essenziale della Sicilia.
Oggi non siamo lontani da quella situazione. In Trinacria, nell'anno appena sorto, si terranno le elezioni di Presidente e Assemblea Regionale. Dall'avvento del voto diretto del capo dell'esecutivo di palazzo d'Orlèans nel 2001 che tutto doveva mutare perché espressione della volontà certa dei cittadini, in questi ventuno anni niente è variato.
Non nelle infrastrutture: la ferrovia Messina-Palermo per quasi la metà è a binario semplice, l'intero tratto da Palermo a Trapani lo stesso con gli annessi passaggi a livello (solo a Marsala se ne contano più di venti). Addirittura la diramazione via Milo è interrotta dal 2013. La dorsale ionica è tortuosa -perifrasi-.
Nella nostra città conosciamo le peripezie di porto e aeroporto. La sanità siciliana ha manifestato negli ultimi due anni tutti i suoi limiti, assenza di personale e strutture, casomai ce ne fosse bisogno. Promozione del brand principale, le innumerevoli bellezze dell'isola scarsa. Politiche del lavoro deficitarie, il disastro lo conferma in un report Eurostat: l'isola è in fondo alla classifica per lavoro e formazione delle regioni europee. Questo riflette anche la scarsa istruzione.
Eppure abbiamo cambiato quattro "governatori", Cuffaro -due volte- Lombardo, Crocetta e Musumeci. Tutto è cambiato esteriormente, ma nulla è cambiato. Rassegnazione ereditata dalle dominazioni subite, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi solo per citarne alcune fino ai Borboni cacciati dai Sabaudi.
Adesso tocca ai siciliani una metamorfosi del pensiero, altrimenti il Gattopardismo trionferà sempre.
Vittorio Alfieri