Il foro nel molo di ponente?
“Verrà chiuso in modo definitivo” dice Toni Scilla, coordinatore provinciale di Forza Italia e assessore regionale all’agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca mediterranea.
Ma l’avvocato Marco Falcone, assessore alle infrastrutture e alla mobilità, afferma che “lo sfiato a nord”, occluso dalle alghe, “verrà liberato”.
Due risposte opposte alla stessa domanda, in due videointerviste di Castelvetranonews fatte nello stesso giorno, dopo la visita dei due politici al cantiere del porticciolo di Marinella di Selinunte.
“Che la tua mano destra non sappia cosa fa la sinistra” recita l’antico adagio. In questo caso però è come se due mani destre non sapessero cosa stia facendo l’impresa.
Certo, i maligni potrebbero pensare che questo tipo di visite siano figlie di una campagna elettorale in vista delle elezioni regionali di quest’anno. Invece no. Era solo, come scrive Scilla su Facebook, “per verificare lo stato dell’arte dei lavori in essere”.
Ma lo stato dell’arte qui lo sanno tutti: i lavori iniziati nell’ottobre 2020, principalmente per rifare la banchina crollata nel 2018, sono ancora… in alto mare.
E il collega di Castelvetranonews fa loro un’altra domanda: “Perché i lavori vanno così a rilento?”
Secondo Toni Scilla il ritardo deriverebbe dalla questione dello smaltimento delle alghe. Troppo costoso? “Non è un problema di soldi – dice - Domani verrà un’azienda a fare delle verifiche sulla qualità del prodotto per trovare una soluzione”. Tempi? “Entro marzo i lavori saranno completati tutti”, la ricostruzione della banchina, l’illuminazione, i pontili ed una bonifica da sabbia e posidonia per lasciare due metri di fondale.
I principali motivi del ritardo, secondo Marco Falcone, sarebbero invece altri: “Una decina di scarichi abusivi che riversavano i liquami a mare”. Che sarebbero poi stati “opportunamente collegati con la fognatura”. Poi anche per Falcone, entro marzo i lavori dovrebbero essere completati. Almeno su questa cosa concordano.
E se dopo tutti questi soldi, circa mezzo milione di euro, il porto si riempisse di nuovo? I lavori prevedono l’allungamento dei moli di cui si è sempre parlato, in modo da non permettere più l’ingresso della posidonia?
No, per una soluzione definitiva, sottolinea Falcone, “dovremmo mettere in campo un nuovo PRG portuale”. Ed in seguito “un progetto da trasmettere a Roma, al ministero della Transizione Ecologica, con un impegno di alcuni anni soltanto per la progettazione e per l’approvazione”.
Ecco, su questo aspetto pare che in quell’occasione Scilla non si sia espresso. E forse non è un male.
Queste risposte contraddittorie però non possono che suscitare nuove domande.
Il foro nel molo di ponente, di cui si è parlato sopra, in realtà aveva contribuito all’insabbiamento del porto e all’ulteriore ingresso di posidonia. Siamo sicuri che voler “liberare” questo sfiato sia proprio una buona idea?
Sarebbe possibile poi avere qualche dettaglio in più su questa decina di scarichi abusivi che sversavano direttamente in mare? Se è così, che razza d’intervento è stato fatto nel 2010 dall’amministrazione comunale dell’epoca?
In fin dei conti, la banchina è crollata nel 2018 proprio perché era stata ripristinata male.
L’ufficio tecnico, durante la sindacatura Errante, aveva riassunto così quei lavori eseguiti nel 2010:
“Con il suddetto intervento è stata realizzata una condotta fognaria atta a canalizzare sia i reflui nei servizi igienici annessi ai locali prospicienti alla banchina del porto sia a convogliare ed allontanare le acque bianche di drenaggio dei muri contro terra a monte della banchina, eliminandone quindi lo sversamento direttamente nel porto”.
Se ciò che dice l’assessore Falcone dovesse essere confermato dalle relazioni tecniche dell’impresa che sta conducendo i lavori, sarebbe gravissimo per due motivi: Il primo, per la presenza degli sversamenti abusivi ed il secondo per i lavori del 2010 che invece non avrebbero convogliato un bel niente.
“La politica ha dato tutte le risposte che servivano” aveva detto Scilla nella video intervista. Forse però ne servirebbe qualche altra. Magari dopo aver visto le relazioni tecniche dell’impresa.
Egidio Morici