L'identità. È indubbio che fin dalla nascita è un valore, riconoscimento a cui l'individuo anela e sul quale la filosofia s'interroga. Un pensiero decisamente interessante è del filosofo vivente U. Galimberti, lo si riporta come sempre per incitare alla riflessione, all'indagine di se stessi, con la certezza iniziale che non esiste una verità assoluta. Il monzese ammiratore di Nietzsche sostiene:
"La prima cosa da tenere presente è che le risposte uccidono le domande le chiudono; non bisogna avere un’ansia di risposte, perché le risposte non sono mai le risposte che salvano le situazioni, bisogna invece incrementare le domande e incominciare per esempio a domandarsi “che cos’è l’identità”, oppure che cos’è l’io? Quindi non è interessante dare dell’io una risposta, quello che si può dire è che l’identità non è una dote naturale, noi non nasciamo con un’identità sociale: l’identità ce la danno gli altri, l’identità è frutto del riconoscimento.
Quando gli antichi greci definirono l’uomo un animale sociale, sapevano benissimo che l’identità singolare di ciascuno di noi e il prodotto del riconoscimento degli altri, gli altri ci danno un’identità e questo non solo da bambini, anche gli adulti che vanno a lavorare e anche se non lo sanno sono funzionari di apparati tecnici, dove collocano la loro identità? La collocano nel ruolo e quando il loro ruolo aumenta nel senso salgono in una posizione sociale più significativa, hanno un incremento della loro identità, quando sono messi da parte hanno un decremento con conseguente svalutazione della loro identità.
L’identità è un dono sociale. Bisogna creare allora delle figure di riconoscimento, creare le condizioni per la legittimazione delle proprie virtù". L'associazione del concetto e del valore esplicitati riguarda l'amministrazione Grillo, e non esiste nessun accanimento, se non quello di un cittadino che valuta l'operato di chi lo governa. Inizialmente tutti i sostenitori chiedevano tempo prima di esaminare la gestione del primo cittadino anche giustamente, ma certe scelte e fatti chiedono vendetta, uno su tutti il fantasmagorico padiglione Covid.
Si racconta un aneddoto sulla richiesta di dare "illo tempore" al neosindaco un periodo di lavoro, lo chiese al sottoscritto quando su sua domanda chiese di giudicare il comportamento ovviamente politico di Grillo ad un suo sostenitore altolocato S. Lombardo. Ebbène dopo 15 mesi il concittadino dispone degli elementi per ragionare sulle scelte della giunta in carica e può emettere un'opinione. Gli scontenti esistono a palazzo VII aprile almeno pubblicamente, l'ultima vicenda su Marsala Schola è un paradigma. Rumors parlano di un rimpasto, i nomi più gettonati per dire addio al quartiere spagnolo sono la Coppola e Gandolfo. L'evidenza è che al sindaco ad oggi manchi l'identità.
Vittorio Alfieri