I fatti del 2021. Ecco come è stato l'anno del Covid-19
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Ad aprile il Governo Draghi ha approvato il decreto "Sostegni" - l Consiglio dei ministri ha approvato il testo del dl Sostegni. "Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all'interno di questo stanziamento", ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Cdm. "I pagamenti inizieranno l'8 aprile, per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto oggi, 11 miliardi entreranno nell'economia nel mese di aprile", ha aggiunto. Cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015) e solo per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro.
Il Covid ha travolto la sanità italiana. Le cure mancate, e non solo ... - L’emergenza da Covid-19 ha creato un buco nero per tutte le altre patologie, che non sono state più curate, molti pazienti sono rimasti indietro.
C’è un dramma dentro al dramma, che svela le crepe di una Sanità che non è stata efficiente e pronta, che non è stata e non è ancora adesso in grado di dare a tutti le medesime cure.
Tanti ospedali sono stati convertiti in Covid Hospital, questo ha significato rinunciare anche ad alcune visite specialistiche all’interno dei nosocomi, il Paolo Borsellino di Marsala è un esempio chiaro. La cittadinanza ha pagato un prezzo altissimo dietro il silenzio della classe politica attuale, che ne ha fatto della sanità locale merce di scambio elettorale.
Dietro un paziente non Covid ci sono delle sofferenze, delle aspettative di vita, più semplicemente ci sono persone che si sono sottratte a delle visite e hanno scoperto in ritardo di avere un tumore, una leucemia, una malattia che se diagnosticata in tempo avrebbe fatto un decorso diverso.
La rinuncia alle cure mediche ha avuto una incidenza fortissima su tutto il territorio nazionale, il dato che fa impressione è quel 22% di interventi in meno per le donne affette da un tumore al seno, il 24% in meno per il cancro alla prostata.
La paura di contrarre il Covid poi ha paralizzato chi accusava dei sintomi, evitando di raggiungere l’ospedale e quindi si sono verificati dei decessi per ictus o infarto. I malati oncologici non possono aspettare, i dati sono schiaccianti e inducono a una seria presa di coscienza, peraltro gli effetti di questa pandemia si vedranno ancora per molti anni in ambito sanitario.
Rimandare l’accesso alle cure e agli ospedali significa mettere a duro rischio la vita, i tumori vengono diagnosticati con ritardo e quindi in una forma più aggressiva. Non va meglio per i malati di cuore o per chi ha avuto un infarto, sono saltate le angioplastiche così come i ricoveri per ictus sono drasticamente diminuiti. Per i cosiddetti poi interventi di routine i pazienti hanno abbandonato ogni speranza, e a decidere tutto questo non sono stati i medici, in corsia ogni giorno, ma la politica che ha convertito ospedali interi.
Il post pandemia, assicurano molti medici, sarà ancora peggio. La Sanità ha bisogno di un piano serio e di prospettiva, che non si faccia più trovare impreparata di fronte ad eventi come le pandemie e le malattie infettive.
Il Covid poi ha completamente cambiato l’accesso al Pronto Soccorso, la riduzione degli accessi in tutto il 2020 è stata notevole, al Pronto Soccorso arriva il bambino con un taglio alla mano o l’anziano caduto in strada ma anche chi ha un dolore acuto toracico o un blocco intestinale, solo per fare qualche esempio. Non è andata bene nemmeno per le visite specialistiche private, i medici hanno visto i loro studi vuoti, con presenze dimezzate, la causa è da ricercare non solo nella paura di contrarre il Covid ma soprattutto nelle nuove e crescenti fasce di povertà. Effetti questi che perdureranno dopo la pandemia e che saranno numeri con cui bisognerà fare i conti.
E nella primavera del 2021 Marsala entra in zona rossa - Un'ordinanza di Musumeci, presidente della Regione Siciliana, sancisce la zona rossa a Marsala da domenica fino al prossimo 22 Aprile. Marsala tornerà arancione, se tutto va bene, da venerdì 23 Aprile. L'ordinanza di Musumeci è entrata in vigore e durerà fino al prossimo 22 aprile e per i marsalesi cambiano alcuni comportamenti: dagli spostamenti alla scuola, dai negozi allo sport. Non ci sono le deroghe della zona rossa di Pasqua, in particolare le visite a parenti e amici che in questi giorni saranno vietate.
A metà maggio Sicilia ultima per vaccini - In Sicilia continuano a scendere i contagi da Covid 19, ma l’isola è ultima in Italia per le vaccinazioni. Un record negativo, in un momento molto delicato nella lotta al Coronavirus con le ampie riaperture alle porte e la necessità di proteggere la maggior parte della popolazione fragile e anziana. La Sicilia è indietro, però, per l’eccessivo scetticismo soprattutto nei confronti di AstraZeneca, e infatti le dosi in eccesso saranno smistate a Veneto e Puglia, regioni più virtuose. Polemiche, in questo senso, nei confronti del governo Musumeci che pensa che il problema si risolverà aprendo nuovi hub vaccinali.
Le previsioni per l'autunno - “L’autunno sarà temibile per i non vaccinati, non tanto per la collettività che potrà contare su una popolazione vaccinata e servizi sanitari che saranno in grado di rispondere, non sovraccaricarti. Sarà un problema di vulnerabilità individuale. Avremo una stagione diversa rispetto allo scorso anno: più serena per i vaccinati. E per l’Italia sarà più gestibile, anche con la variante Delta” di Sars-CoV-2. E’ la previsione che l’Adnkronos Salute ha raccolto da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma. “Rispetto all’autunno scorso - ribadisce Ricciardi - la situazione è molto cambiata. La differenza la fanno le tante persone vaccinate, soprattutto nelle fasce più vulnerabili. Servirà sicuramente mantenere il controllo, perché la variante Delta è più contagiosa. Ma se arriveremo a ottobre con una copertura vaccinale più elevata di adesso, saremo più sicuri”.
Galli (Sacco): «Variante Delta preoccupa ma improbabile autunno come 2020» - «Tendo a pensare che sia molto poco probabile che possiamo andare incontro, in autunno, a una situazione simile a quella dello scorso anno, nonostante le preoccupazioni legate alla diffusione della variante Delta». Questo «per via del vaccino che ha una serie di aspetti positivi, che ci dà una serie di garanzie e che dovrebbe metterci nella condizione di poter far fronte al problema». Così Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, secondo il quale è difficile - anche se l’aggressiva variante ’indiana’ sarà presto predominante - che si ripeta una ripresa pandemica con le dimensioni di quelle passate, in termini di decessi e malattie gravi. «Ma l’obiettivo deve essere neanche più un morto», precisa. Per Galli «è fuori di dubbio che la diffusione della variante Delta ci imponga di fare attenzione». È proprio in ragione delle caratteristica delle varianti «che io ho mantenuto sempre un atteggiamento di forte prudenza, non certo per una questione ideologica, ma derivata dagli elementi tecnico scientifici che potevamo avere a portata di mano» . La pandemia, ricorda l’infettivologo, «è sempre una realtà in divenire. Ma avere tutte queste persone vaccinate, e i dati rispetto alla risposta indotta dal vaccino anche contro la variante Delta, mi fa concludere per un ’ragionevole ottimismo’ e mi fa dire che non avremo una ripresa autunnale pesante».
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