Sulla SP16 che collega San Vito Lo Capo alla SS187, sono stati messi in opera dei dossi rallentatori in asfalto, sotto forma di 9 (se non vado errato) attraversamenti pedonali sopraelevati rispetto al piano della strada. Le frazioni interessate sono Purgatorio e Castelluzzo, facenti capo a due amministrazioni comunali diverse. La necessità all’origine della messa in opera è chiaramente immaginabile: limitare la velocità (30 km/h è il limite imposto dai cartelli che precedono ogni dosso) dei numerosi veicoli che affollano l’unica via di comunicazione intercomunale su cui può contare la località turistica di San Vito. L’attraversamento pedonale sembra invece un pretesto, considerato che la maggior parte dei dossi sono in zone dove è rara – se non del tutto assente – la presenza di pedoni. Ciò premesso, scrivo per esternare la mia estrema perplessità su un provvedimento del genere. Ritengo sacrosanto il diritto dei residenti ad un traffico ordinato e rispettoso – anche e soprattutto in termini di velocità – delle esistenze che si svolgono negli abitati citati. Ma non capisco come si possa essere arrivati all’idea di dossi artificiali che arrecano un fastidio tangibile a residenti che percorrono la SP16 più volte al giorno e durante tutto l’arco dell’anno. I tantissimi turisti, invece, guidano auto a noleggio e, incuranti dei potenziali danni, affrontano i dossi a velocità ben più elevate dei 30 km/h prescritti. Del resto, l’auto non è loro ed i danni si vedono soltanto a lungo termine. Mi chiedo quindi se non sarebbe stata una scelta migliore quella di installare agli estremi di ciascuno dei centri abitati dei rilevatori di velocità media che, tra l’altro, rilevano e sanzionano anche quella istantanea. Oltre a non attentare alle sospensioni ed al sistema nervoso dei residenti, avrebbero avuto l’effetto collaterale di rimpinguare le casse degli enti di competenza, incidendo solo sullo stato d’animo dei trasgressori. Invece, ci troviamo sotto le ruote i dossi. Una decisione, a mio avviso, davvero scellerata.
Marcello