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28/12/2021 06:00:00

Il caos nei tamponi ieri a Marsala. Ecco cosa è successo 

 Ha del tragico-comico quanto accaduto ieri pomeriggio all’autoparco comunale di contrada Ponte Fiumarella, dove il personale sanitario dell’Usca, davanti all’ingresso, effettuava i tamponi a quanti, in questi giorni, sono stati in contatto con persone “positive” al Covid-19.

 

Già nel primo pomeriggio, una lunga fila di auto in attesa. Lentamente si comincia. A chi effettua il tampone viene detto che riceverà il responso in serata per posta elettronica. Solo una mail potrà azzerare, eventualmente, il patema d’animo… I “tamponati”, quindi, riprendono speranzosi la via di casa: chi in centro e chi in periferia.

Intanto, altri sono ancora in attesa. Nel frattempo inizia a piovere e siccome il “teatro delle operazioni” è all’aperto, si bagnano non solo gli operatori sanitari ma anche i fogli di carta con i dati di chi coloro che hanno effettuato l’accertamento.

Qualcuno comincia a ipotizzare che chi è andato via debba ritornare perché i fogli sono ormai rovinati dall’acqua. E poco dopo, quella che sembrava una battuta si tramuta in realtà. Chi ha già effettuato il tampone ed è andato via viene avvertito telefonicamente dall’Usca che deve ritornare… Alcuni erano già arrivati a casa. Anche a quindici chilometri di distanza. Si può ben immaginare con quale allegria tornavano all’autoparco. Ma non è finita qui. Dopo essere ritornati, subivano una seconda beffa. Veniva, infatti, loro detto che il tampone rapido (a differenza di quello molecolare) non poteva non poteva essere rifatto a causa delle condizioni meteorologiche. Insomma, siccome pioveva gli esiti rischiavano di essere tutti “positivi” a causa dell’umidità. Ancora un dietro-front, dunque… A questo punto, si possono ben immaginare le reazioni… E naturalmente c’è stato chi, infuriato, ha chiamato le forze dell’ordine. Poco dopo, infatti, arrivavano carabinieri e vigili urbani. Intanto, c’è pure chi sottolinea le “precarie” condizioni in cui è costretto ad operare il personale sanitario: all’aperto, esposto a tutte le intemperie. A proteggere il materiale cartaceo solo una piccola struttura in legno tipo le casette dei mercatini natalizi (del resto, il periodo è proprio questo). E appena comincia a fare buio, ad illuminare il campo delle operazioni sono le luci delle auto o quelle dei telefoni cellulari dei sanitari… “Roba da terzo mondo” commentano alcuni. E ad attendere non sono soltanto adulti, ma anche bambini alunni di scuole in cui si sono registrati casi di positività.