Tra i fatti di cronaca dell'anno raccontati sulle pagine di Tp24 c'è sicuramente lo stupro di una ragazza di 18 anni di Campobello di Mazara avvenuto la notte tra il 6 e il 7 febbraio a Tre Fontane. L'operazione e gli arresti ad opera dei carabinieri sono scattati a fine aprile dopo mesi di indagini.
Gli arresti, ecco come si sono svolti i fatti - I carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo, su disposizione della Procura di Marsala, hanno arrestato quattro giovani, indagati per violenza sessuale di gruppo. Tutta nasce dalla denuncia di una giovane di 18 anni che ha raccontato di essere stata invitata ad una festa privata con l'inganno e di essere stata abusata dai giovani. I quattro arrestati hanno tra i 20 e i 24 anni (per 2 è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per gli altri la custodia cautelare degli arresti domiciliari), e sono ritenuti responsabili del reato di violenza sessuale di gruppo aggravata. Tutto è cominciato poco più di due mesi fa, quando l’8 febbraio la giovane, una studentessa di appena 18 anni, ha deciso di rompere il silenzio rivolgendosi ai Carabinieri rappresentando che pochi giorni prima era stata invitata ad una festa all’interno di un’abitazione estiva in località Tre Fontane del Comune di Campobello di Mazara. La stessa, rassicurata dalla presenza di due suoi “amici di vecchia data” – (oggi agli arresti domiciliari) e ingannata dagli altri due (attualmente in carcere) poiché convinta che ci sarebbero state altre ragazze, ha accettato di partecipare a quella che sarebbe dovuta essere una semplice “mangiata” tra amici.
Dopo alcuni momenti trascorsi tra musica e alcol la giovane consumava un rapporto sessuale consenziente con uno dei ragazzi all’interno di una stanza posta al piano superiore dell’abitazione. Tuttavia, pochissimi istanti dopo l’inizio del rapporto, il giovane non esitava ad invitare gli altri amici; sebbene il ripetuto diniego della giovane, i ragazzi agendo secondo la “logica del branco” profittavano della sua inferiorità fisica e psichica che le impediva di resistere. Neppure le urla di aiuto facevano desistere i presunti autori dall’odioso crimine tanto da provocare sul corpo della ragazza lividi e contusioni dovuti ai suoi vani tentativi di sottrarsi alle violenze che proseguivano tra le risate compiaciute di tutti i presenti. Quella stessa sera avevano inizio le incessanti attività dei militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Marsala che, attraverso l’attivazione di intercettazioni telefoniche e ambientali, la raccolta di sommarie informazioni a caldo delle persone variamente coinvolte nella vicenda e il sequestro degli smartphone degli odierni indagati, hanno permesso di raccogliere molteplici elementi di prova funzionali alla formulazione di un quadro indiziario nei confronti dei quattro giovani arrestati. Al fine di consentire la genuina prosecuzione delle attività investigative in itinere il GIP del Tribunale di Marsala, condividendo quanto sostenuto dall’accusa, ha inteso adottare misure cautelari che tenessero conto delle diverse condotte degli indagati evidenziando il pericolo di inquinamento probatorio, l’alta probabilità di reiterazione del reato in considerazione della presunta pericolosità sociale e dalla personalità dei giovani accusati - emerse durante la fase preliminare d’indagine.
Chi sono i giovani arrestati - Ecco chi sono i quattro giovani arrestati dai Carabinieri di Mazara con l'accusa di aver violentato in gruppo una ragazzina di diciotto anni a Campobello di Mazara. Si tratta di E.B., del 1998, nato a Mazara e residente a Campobello; il marsalese F.B. del 1997; G.T, nato nel 2001, anche lui di Mazara ma residente a Campobello. E infine D.C. nato a Salemi nel 1999 e residente a Campobello. I primi due sono finiti direttamente in carcere, gli altri due ai domiciliari. C'è anche minorenne coinvolto. Le sue iniziali sono G.V. e per lui si procede separatamente, proprio perché non ha ancora 18 anni. I cinque, a Tre Fontane, la località balneare di Campobello di Mazara, hanno violentato all'interno di un'abitazione una ragazza, S.G., dopo averla attratta con l'inganno in quella casa con la scusa di una festa, e dopo averla fatta ubriacare. La ragazza ha prima avuto un rapporto sessuale consensuale con G.T., poi lui umprovvisamente ha fatto entrare in camera E.B., costringendola ad un rapporto sessuale completo con l'altro giovane, contro la sua volontà. Per tutto il tempo della violenza, la povera ragazza ha urlato, ha implorato ai due di smetterla, ha cercato di resistere, tanto da sbattere la testa contro il muro. Il tutto davanti agli altre tre ragazzi, che, consapevoli di quello che sta accadendo, ridevano e insultavano la ragazza. Addirittura poi F.B. tratteneva per le braccia la giovane e la toccava nei genitali. Il tutto è accaduto a Campobello di Mazara, nella notte tra il 6 e il 7 Febbraio 2021.
Le indagini - E' un contesto desolante di violenza gratuita quello che emerge dalle indagini che oggi hanno portato all'arresto di quattro giovani che, insieme ad un minorenne, hanno violentato per una notte una ragazzina di 18 anni in una casa a Triscina, frazione di Campobello di Mazara. La violenza sessuale di gruppo è avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 Febbraio. La vittima aveva compiuto, tra l'altro, 18 anni da pochi giorni, quando, con la scusa di una festa (nonostante il coprifuoco imposto dalle norme anti Covid) è stata attratta in quella casa.
Dopo la sua denuncia, sono state le intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonchè gli esami dei telefonini sequestrati ai ragazzi, a confermare le sue accuse. E le indagini non si fermano: i Ris di Messina stanno infatti valutando i campioni biologici sul luogo del delitto.
Il racconto di ciò che ha subito la giovane - La ragazza ha trovato il coraggio di raccontare ai Carabinieri quanto accaduto: era al primo piano della camera da letto con uno dei giovani, e mentre stavano facendo sesso, improvvisamente il ragazzo che era con lei aveva chiamato il cugino e gli altri amici, che erano rimasti al piano di sotto, ed è stata così costretta a subire "ripetuti atti sessuali" nonostate il suo netto rifiuto. E' stata attratta con la scusa di una festa a casa di un conoscente. Sono andati a prenderla in auto alle 18. Arrivati a Tre Fontane, nella casa della festa non c'era in realtà nessuno. Hanno cominciato tutti a bere vodka e birra, fino a ubriacarsi. La situazione era sotto controllo fino alle 21 e 30, quando la vittima è stata informata che in realtà le altre ragazze non sarebbero venute. La ragazza ha chiesto allora di essere riaccompagnata a casa. E' andata al bagno per sistemarsi, al primo piano. Uscendo, ha incontrato davanti la porta uno dei ragazzi, che l'ha portata in camera da letto per un rapporto. Ma, mentre erano nudi, lui ha chiamato gli altri, e gli ha detto di salire. L'hanno tenuta per le braccia e l'hanno violentata. "Non riuscivo a divincolarmi dalla presa - racconta lei ai carabinieri ed iniziavo a gridare a squarciagola disperatamente perdendo anche la voce". La ragazza, sotto schock, viene poi riaccompagnata a casa. Grazie ad un'amica e alla famglia il giorno dopo ha il coraggio di denunciare.
Grazie al fratello la confessione - E' stato anche all'aiuto del fratello che la giovane di 18 anni di Campobello di Mazara ha deciso di denunciare i cinque ragazzi che l'hanno violentata. E' quanto emerge dalle carte dell'inchiesta che stamattina ha portato all'arresto di quattro giovani (per il quinto, minorenne, si procede separatamente).
La giovane ha trovato la forza di raccontare tutto ai genitori grazie al fratello, preoccupato per quello che era successo: doveva andare ad una festa, tornando per le 22, perchè c'era il coprifuoco. Ma la ragazza non tornava a casa ed i genitori erano preoccupati.
Quando il fratello si è insopettito, ha chiamato uno dei ragazzi che sospettava fosse con la giovane, ed è stato anche ingannato. Gli hanno detto che erano insieme, ad una festa, mentre in realtà, in quella casa c'erano solo loro. E solo dopo le insistenze del fratello la povera ragazza è stata "restituita" alla famiglia, intorno alle due, con i genitori svegli e preoccupati, perchè era visiblmente sotto schock.
"Voi non capite" è stato quello che ha detto la ragazza ai genitori, in stato confusionale, prima di crollare nel suo letto. Il giorno dopo si è svegliata tardi, ha visto un film, ha studiato. Poi non ce l'ha fatta più, e al suo fratello, in lacrime, davanti la migliore amica, ha raccontato tutto.
Da lì la scelta di raccontare tutto anche ai genitori, e poi di andare dai Carabinieri, dove, senza voce (la sera prima aveva urlato a squarciagola per tentare di fermare i suoi strupratori) ha raccontato quello che era successo.
Il padre della ragazza dice che quei giovani sono "bravi ragazzi" - E' un giorno agitato la domenica in cui la giovane di Campobello di Mazara decide di denunciare i cinque giovani che l'hanno violentata. Dalle carte dell'inchiesta emerge infatti un particolare. Ovvero che dai Carabinieri, subito dopo che la ragazza, senza voce per le urla della sera prima, e ancora scossa, ha fatto la sua denuncia, grazie all'aiuto del fratello e dell'amica, si presenta il padre. Per dire cosa? Che sua figlia sta denunciando "fatti non veri", perchè, a suo dire, era ubriaca, e quindi non ha capito nulla. E si presenta dai Carabinieri proprio con i quattro ragazzi nominati dalla figlia per dire al Comandante della stazione che "sono bravi ragazzi". Testuale. E aggiunge che le ferite della figlia non sono per la colluttazione con suoi aggressori, ma sono solo "riconducibili al tentativo dei ragazzi di riportarla a casa", dato che era ubriaca.
La versione dei ragazzi - I ragazzi, una volta che sono dai Carabinieri, cominciano a dare una loro versione dei fatti: dicono che non erano soli, danno i nomi di gente presente alla "festa" che in realtà non c'era, e rilasciano dichiarazioni definite dal Gip "prive di fondamento e ingannevoli", del tipo : "La ragazza vomitava dappertutto" e "la serata è stata tranquilla senza problemi di nessuna natura" e anzi, è stata la ragazza "a sferrare calci e pugni". E il padre della ragazza? Torna anche lui dai Carabinieri. Racconta che la notte della violenza ha visto tornare la figlia a casa ubriaca e in stato confusionale, e che la notte stessa la giovane aveva tentato di togliersi la vita con un coltello preso in cucina. Solamente il giorno dopo aveva confessato ai genitori, come abbiamo scritto, quello che aveva subito. Il padre conosceva uno degli "amici" coinvolti. Decideva di incontrarlo a solo. Lui invece si presentava con gli altri giovani, e gli raccontavano che non era vero nulla e che la figlia era solo molto ubriaca. Ecco perchè per lui erano "bravi ragazzi". Ma poi parla di nuovo con la figlia, che vuole ritirare la denuncia, e lui, invece, le spiega che se ritira la denuncia potrebbe essere denunciata dai ragazzi per calunnia.
La madre della ragazza:"mia figlia ha sbagliato" - Non c'è solo un padre che va dai Carabinieri per dire che i giovani che hanno violentato sua figlia sono "dei bravi ragazzi". Ci sono anche altre vicende che emergono nel contesto della storia che stiamo raccontando da ieri su Tp24: la ragazza di 18 anni violentata a Campobello di Mazara da un gruppo di amici.
Lei ha trovato la forza di denunciare, ma la famiglia non le è stata sempre vicino. Anche un altro frammento di intercettazione rende meglio il quadro della situazione. La ragazza parla con i genitori della denuncia che ha appena fatto, delle pressioni che sta ricevendo dagli amici per ritirarla, con minacce più o meno velate che riceve e i genitori sono titubanti: "Mia figlia ha sbagliato" dice la madre, parlando in presenza del marito e della figlia, e poi rivolgendosi a lei: "Com'è che tu sali da sola con tre ragazzi?" Insomma, la sua colpa sembra essere il fatto di aver accettato di partecipare ad una festa dove era la sola donna, con altri amici, e di aver bevuto troppo ...
La ragazza le spiega che non "è quello il problema". La mamma insiste: "E' proprio quello". E allora la giovane diciottenne, con grande maturità (e pazienza) spiega alla madre: "Anche se eravamo tutti amici, loro non possono infrangere la legge ...". La madre insiste: "Tu femmina ... tu ... frequenti ...". E la giovane: "Non possono .... lo vuoi capire o no? Se io grido no ... e grido .. loro non devono toccarmi .. mi violentano!".
La Procura di Marsala ha chiesto il processo per i quattro giovani arrestati a fine aprile dai carabinieri di Campobello di Mazara con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Lo scorso 2 luglio, la ragazza è stata ascoltata in “incidente probatorio” davanti al gip di Marsala Riccardo Alcamo e ha confermato le accuse nei confronti dei ragazzi.
Nell’aula Gip, a porte chiuse, gli avvocati che difendono i quattro arrestati, e in particolare Vito Cimiotta e Giuseppe Pantaleo (gli altri legali sono Massimo Mattozzi e Davide Brillo), hanno cercato di incalzare con diverse domande la ragazza che ha denunciato la violenza sessuale di gruppo. Anche se la giovane, secondo i legali, sarebbe caduta in “diverse contraddizioni tra le prime dichiarazioni rese nel corso delle indagini e quelle di oggi”. Per i difensori, ci sarebbero “punti ancora oscuri che la ragazza non è riuscita a chiarire nemmeno a seguito di contestazioni”.
I quattro arrestati sono i cugini Eros e Francesco Biondo, 23 e 24 anni, di Marsala, attualmente ancora rinchiusi in carcere a Trapani, e Giuseppe Titone e Dario Caltagirone, 20 e 21 anni, di Campobello di Mazara, posti ai domiciliari. Un minorenne, invece, è indagato a piede libero. Pm titolare del procedimento è Marina Filingeri. I quattro giovani indagati sono accusati “in quanto, a titolo di concorso morale e materiale tra loro, costringevano e inducevano la vittima a subire atti sessuali sia mediante violenza fisica sia abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa”. E' una vicenda che ha sconvolto tutta la comunità di Campobello di Mazara, che in quei giorni è finita sotto i riflettori delle cronache di tutta Italia. E che ha fatto emergere un substrato sociale degradante.