L' “accoglienza” ad Enrico Rizzi, nelle campagne trapanesi, era stata pianificata?
C'è, infatti, un retroscena, al vaglio della magistratura, in relazione al blitz di Fulgatore dove l'animalista, lo scorso mese di maggio, intervenne in seguito alla segnalazione di un cane maltrattato da una famiglia. Un'incursione che risucchiò Rizzi in un vortice di vicissitudini giudiziarie culminate in una condanna al pagamento di una multa salata e nella cancellazione dei video pubblicati sulla sua pagina Facebook. L'animalista denunciò di aver subito violenza, assieme al suo staff, dai componenti della famiglia che custodiva il cane oggetto dei presunti maltrattamenti, ma il giudice gli dato torto.
Adesso, però, è stato emesso un decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti di uno dei componenti del nucleo familiare di Fulgatore non in relazione al blitz ma ad un episodio che si verificò sette mesi prima. Episodio che potrebbe delineare nuovi scenari. “Puoi rompere i c... ovunque, ma se metti piedi a Fulgatore, è come la casa di Gesù: se entri non esci più. Uomo avvisato, uomo salvato”. Per questo messaggio, indirizzato ad Enrico Rizzi come lui stesso sottolinea, scritto, nel novembre 2020, a commento di un post pubblicato da Loredana P. nel suo profilo Facebook, una componente della famiglia del "blitz" di Rizzi il prossimo mese di marzo dovrà comparire innanzi al tribunale di Trapani.
Il decreto di citazione è stato emesso in seguito alla denuncia sporta da Enrico Rizzi per la minaccia subita sette mesi prima di mettere piede nella piccola frazione trapanese.