Giovinetto di Mozia. Così Marsala finalmente unita ha evitato l’ennesimo scippo
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“E' una vittoria di tutta la città. Si preannunciava una battaglia difficile. Ma il Giovinetto resta a casa sua, a Mozia. E' simbolo, emblema della città di Marsala che ha respinto la decisione della Regione di portarcelo via”.
E’ comprensibilmente soddisfatta Rosa Rubino, direttrice de Il Vomere, dopo la marcia indietro dell’assessore regionale ai Beni Culturali Samonà sul trasferimento del Giovinetto di Mozia al Museo Salinas di Palermo, dove doveva essere esposto per chissà quanto tempo. Il Giovinetto resta a Mozia, a Marsala.
Un trasferimento che però sarebbe stato rischioso per un’opera di 2500 anni fa, che conserva ancora tutto il suo splendore.
E' già successo in passato che la statua lasciasse l’isola per andare in altre parti del mondo. Nel 2012 è approdata in Europa per le Olimpiadi di Londra e poi anche negli Stati Uniti, dove vi è rimasta per oltre un anno e mezzo. Lo spostamento della statua avrebbe potuto danneggiarla, anche se il trasporto di opere d’arte e sculture da un museo all’altro è indubbiamente una pratica ormai diffusa. Ma nell’epoca della pandemia e soprattutto della rivoluzione digitale, i musei si sono adeguati all’evoluzione dei tempi. Musei, biblioteche e siti archeologi hanno deciso di digitalizzare i propri cataloghi per trasformarli in un bene pubblico.
Dopo che era stata avanzata, nelle scorse settimane, l’ipotesi del trasferimento del Giovinetto a Palermo, c’è stata una vera e propria mobilitazione che ha coinvolto un po’ tutta la città. Associazioni, stampa, politici di ogni schieramento, cittadini. E’ stata fatta anche una petizione e si è costituito un comitato.
Tutti per dire no al trasferimento del prezioso reperto. Chi ha tergiversato è stato però il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, che fino all’ultimo ha giocato con due mazzi cercando di non sbilanciarsi nè in favore della decisione dell’assessore Samonà, né contro.
Alla fine, a cose fatte, dopo che Samonà aveva già deciso, dopo la mozione del consiglio comunale, dopo che anche alcuni assessori della sua Giunta si erano espressi, dopo che pure la Lega aveva detto di no, contro il volere del suo stesso assessore, il Sindaco Massimo Grillo ha detto no anche lui al trasferimento del Giovinetto di Mozia a Palermo.
Grillo dice che lui era contrario da tempo, ma in realtà era stato proprio il Sindaco a parlare di "eccessivo allarmismo" quando in città era cominciata a circolare la notizia della possibile trasferta palermitana dell'Auriga di Mozia.
Quello che il sindaco aveva definito “eccessivo allarmismo” era invece la città che si mobilitava per non farsi scippare il bene più prezioso. “Il Giovinetto è luce e ricchezza di questo territorio. Si trova in un'isola che è uno dei siti più importanti al mondo. Non è il museo Salinas che dà visibilità al Giovinetto e a Mozia, ma al contrario. Il Giovinetto si trova in un contesto che ambisce da tanto tempo a diventare patrimonio dell'umanità Unesco. Sarebbe stato troppo rischioso trasportarlo”, dice Rosa Rubino dopo la costituzione del comitato contro il trasferimento del Giovinetto. Una protesta trasversale, dicevamo. Per la prima volta dopo tanto tempo, Marsala si è ritrovata unita. “Samonà non ha saputo accettare la sconfitta. L'assessore regionale avrebbe dovuto pensare di valorizzare l'isola di Mozia”.
E in effetti Samonà non ha preso bene la mobilitazione marsalese. Per evitare anche spiacevoli ripercussioni elettorali l’assessore ai Beni Culturali rinuncia al Giovinetto parlando di “occasione persa perché, grazie a questa mostra, il Giovinetto avrebbe fatto parlare di sé non soltanto la stampa specializzata ma anche importanti testate a carattere nazionale e internazionale, con un'evidente ricaduta positiva sull'immagine di Mozia, sulla quale il governo regionale sta, da tempo, attuando importanti azioni di valorizzazione”. Se la prende anche con la stampa, dimenticando che è giornalista anche lui.
Ma ormai il risultato è ottenuto. Il Giovinetto resta. Per Rosa Rubino, però, “questo comitato spontaneo non si scioglierà, e continuerà a tutelare il patrimonio della nostra città. Non possiamo continuare ad essere depredati e scippati”.
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