Altro giro altra corsa. Ieri e l’altro ieri abbiamo approfondito alcuni aspetti aberranti della Sanità siciliana, messi nero su bianco, in quasi 150 pagine di report intitolato “Inchiesta sulla sanità siciliana – le interferenze della politica e gli aspetti corruttivi” redatta dalla Commissione antimafia dell’Ars, frutto del lavoro di più di un anno e poi votata, ed approvata, all’unanimità da tutti i partiti in essa rappresentati. Continuiamo il nostro viaggio...
I DISAGI DELLA BORSELLINO VERSO IL SENATORE LUMIA – “Nella mia memoria – ha riferito durante la sua audizione in Commissione, il direttore generale dell’ASP di Ragusa, Aliquo’ – la dottoressa Borsellino aveva dei disagi molto forti quando si trovavano in Giunta e c’era la presenza dell’onorevole Lumia, che non faceva parte della Giunta… Non sono entrato mai nei dettagli, però mi diceva spesso di avere un forte disagio per la presenza dell’onorevole Lumia”. E da nessun altro – chiede un altro componente la Commissione – subiva altri tipi di pressioni? Come dire, personalità forti, carismatiche che la mettessero in difficoltà? “Ecco, non vorrei parlare di pressioni – risponde il direttore generale ASP Ragusa – perché non sono in grado di dire se ci fossero pressioni o che tipo di pressioni. (…) Certamente, insomma, non era a suo agio all’interno della Giunta regionale, nel senso che aveva un metodo di lavoro che probabilmente non si addiceva perfettamente… Comunque, onestamente ricordo che lei andava in fibrillazione quando doveva affrontare discussioni alla presenza dell’onorevole Lumia, questo mi diceva ed è quello che sto riferendo”.
MISERIE, CARRIERISMI, AMBIZIONI ELETTORALI SULLE SPALLE DEI SICILIANI – I giudizi della Commissione antimafia dell’Ars, presieduta da Claudio Fava sono senza appello. “Su questa vicenda continuano, in diverse direzioni, le indagini della magistratura. Conclusioni da scrivere. Qualunque possa essere il loro esito, resta l’amarezza – che questa Commissione ha raccolto da molte audizioni, che fa propria – di aver permesso che miserie, carrierismi, supponenza politica ed ambizioni elettorali prevalessero non solo sull’interesse dei siciliani alla tutela della loro salute ma soprattutto sul rispetto dovuto ad un assessore e ad una famiglia il cui cognome dovrebbe rappresentare per tutti i siciliani esempio e monito di limpidezza umana e civile”.
UN LEGAME CON LA POLITICA (TUTTA) OPACO, ANTICO E SOLIDO – “Il legame tra politica e sanità è ovunque solido, antico, irrisolto. Spesso, purtroppo, opaco. In Sicilia la forza di questa tessitura sommersa dipende da molti fattori. Il primo certamente si richiama ad una storica propensione della politica regionale (l’intera politica: maggioranze ed opposizioni) ad interferire nella gestione della cosa pubblica: gli assetti amministrativi e organizzativi, le nomine apicali, gli indirizzi di spesa, in una inestricabile reciprocità di interessi venali e fedeltà elettorali.
Il secondo fattore rinvia alla quantità della spesa pubblica nella sanità: intorno ai dieci miliardi di euro l’anno, ovvero metà del bilancio regionale, una cifra che sollecita appetiti, furbizie, ingordigie, scorciatoie (talune, innominabili, intercettate e frenate dal lavoro di diverse procure della Repubblica). Ha scritto, opportunamente, il gip nella sua ordinanza relativa all’inchiesta ‘Sorella sanità’:“Ciò ha consentito di svelare, da una parte, la nefasta ingerenza politica, del tutto avulsa da logiche meritocratiche, nelle procedure di designazione dei direttori generali delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere siciliane da parte della Giunta regionale, per come espresso dagli stessi indagati; dall’altra la completa manipolazione da parte dei medesimi delle procedure di gara e dei punteggi da attribuire alle offerte tecniche presentate dalle ditte, in modo da incasellare ciascuna in una preordinata casella, sì da salvaguardare a monte le esigenze della complessa strategia deliberata, per ottenere da ciascun ‘cavallo’, come vengono chiamate le ditte da Fabio Damiani e Manganaro, le aspettative di profitto da essi vantate”. E proprio domani approfondiremo alcuni aspetti legati al ‘regno’ dell’ex manager dell’Asp di Trapani, Fabio Damiani.
Alessandro Accardo Palumbo
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