Una delle antenne più alte d'Europa si trova in Sicilia. E adesso è in pericolo...
Una delle antenne più alte d'Europa si trova in Sicilia. E adesso è in pericolo...
E' l'antenna Rai di Caltanissetta, diventata un vero e proprio simbolo della città. Adesso è inutilizzata, e il suo destino è sospeso.
Ci stanno provando fino all'ultimo un po' tutti ad evitarne l'abbattimento... ma davvero tutti: dai cittadini nisseni sindaco in testa al Wwf Sicilia, dagli altri ambientalisti di Italia Nostra al Comitato Parco Antenna Sant'Anna. Finanche il Governo Regionale.
La “matita”, nota così per la sua forma, visto che la monumentale antenna di 286 metri è incastrata dentro una enorme base sferica in ceramica, è spenta dal 9 agosto 2004, e nei giorni scorsi sarebbero dovuti partire i lavori per lo smantellamento.
L'antenna è stata eretta ed era entrata in funzione nel 1951, per trasmettere il segnale radio in AM (modulazione di ampiezza) della Rai in tutte le regioni che si affacciano sul Mediterraneo. E' stata e continua ad essere un'opera di ingegneria civile di altissimo ingegno, e anche di una certa bellezza artistica. Nel 2004, come detto, è stata spenta, visto l'ormai abbandono dei radioascoltatori delle stazioni in AM, il proliferare delle radio private, liberalizzate nei tardi anni '70, e il passaggio stesso dei canali Rai in FM (modulazione di frequenza).
Troppo alti i costi di manutenzione, e la Rai ha deciso di distruggerla, forte anche di una determinante sentenza del TAR che le dà ragione.
Motivi di obsolescenza e di incolumità pubblica.
Legambiente Caltanissetta, col suo presidente Ivo Cigna, ha dichiarato che “l'antenna è spenta, quindi non inquina da quasi 20 anni. Ha un valore storico culturale e insiste su una collina di rara bellezza. Abbiamo anche proposto di trasformarla in una antenna atta a studi meteorologici, magari con un centro di ricerca su in cima, oppure a costruirci intorno un museo delle telecomunicazioni”.
A protezione della torre strallata più alta d'Italia, la comunità nissena si è schierata più volte in prima linea. Il consiglio comunale, infatti, ha approvato una mozione per l'acquisto della torre, attualmente posseduta ancora dall'azienda di Stato e nello specifico da Rai Way, ramo aziendale che si occupa dei trasmettitori. C'era anche un prezzo, da pagare alla Rai: circa 600.000€, per evitarne lo smantellamento.
Stalli burocratici e vincoli di vario genere hanno ritardato e impedito il trasferimento di proprietà.
A protezione dell'antenna si è esposto anche il Wwf, visto che l'opera è casa per tantissimi uccelli di diverse specie.
Ci sta provando anche la regione, con l'assessore ai Beni Culturali Alberto Samonà che si è unito al coro: “è un bene prezioso per la comunità nissena, ci opponiamo fortemente all'abbattimento”.
Il sindaco, Roberto Gambino, ha mostrato i pugni dicendo che era pronto un finanziamento da 12 milioni di euro per il “reboot” (rilancio) dell'antenna di contrada Sant'Anna, per sfruttarla in maniera nuova e propria.
La patata bollente è passata nelle mani della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della provincia di Caltanissetta, con la sopritendente Daniela Vullo, che nei giorni scorsi aveva espresso il nullaosta obbligatorio per lo smantellamento, dichiarando che non esistono vincoli paesaggistici né culturali.
La stessa Vullo, pressata da Samona e dalla Regione, ha sterzato prontamente giovedì 25 novembre: “abbiamo avviato la procedura per riconoscere l'interesse culturale dell'antenna di contrada Sant'Anna”.
Il braccio di ferro sembra essere ben lungi dal definirsi concluso, e probabilmente la battaglia a colpi di carte bollate continuerà.
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