Alla fine ne è uscito completamente pulito. Assolto da entrambi i reati che gli erano stati contestati. E cioè lesioni personali gravi e minacce (in danno di un vicino di casa). Reati per i quali, in primo grado, fu condannato a tre anni di carcere dal giudice monocratico di Marsala.
In appello, però, fu assolto da lesioni con formula piena (“perché il fatto non sussiste”) e condannato soltanto per le presunte minacce (multa di 300 euro). Ma adesso la Cassazione ha annullato, senza rinvio, anche la sentenza della Corte d’appello. Ad essere assolto da ogni accusa è stato il 61enne castelvetranese Lorenzo Ingrasciotta, dipendente regionale (custode al Museo archeologico Lilibeo-Marsala). A difenderlo, in secondo e terzo grado, è stato l’avvocato Celestino Cardinale (in primo grado, si era affidato ad un altro legale).
Ad accusare il custode del museo marsalese di averlo picchiato e minacciato era stato Francesco Di Carlo, parte civile con l’assistenza dell’avvocato Francesco Sammartano. I fatti, accaduti a Marinella di Selinunte, sono datati 19 luglio 2012. Di Carlo, ragioniere, ha accusato il vicino di casa di averlo colpito con pugni alla testa, schiaffi e calci appena sceso dall’auto all’interno del garage. L’accusatore ha affermato di avere subito, a causa di ciò, una lesione permanente con perdita quasi totale della vista. Dopo la sentenza d’appello, l’avvocato Celestino Cardinale, alla richiesta di un parere sulla vicenda, ha dichiarato di essere riuscito a “dimostrare la non veridicità delle accuse del Di Carlo, nonostante la contrastante attività del difensore della parte civile avvocato Sammartano” e in particolare che “la riduzione della vista lamentata dalla presunta vittima, oltre ad essere di gran lunga più lieve rispetto a quella riferita, si era in ogni caso verificata per motivi del tutto naturali, ai quali l’Ingrasciotta risultava totalmente estraneo”.
In primo grado, il giudice marsalese aveva anche sentenziato un risarcimento danni “provvisionale” di 6 mila euro. Adesso, dopo la pronuncia della Cassazione, che ha annullato anche la condanna per minacce, l’avvocato Celestino Cardinale ha commentato: “A seguito della condanna in primo grado dell’Ingrasciotta, essendo io subentrato in appello ad altro difensore, sono riuscito a dimostrare, con un’attenta rivisitazione degli accertamenti medico-legali, con non poche difficoltà in conseguenza di quanto ritenuto nel primo grado di giudizio, che il Di Carlo si era inventato di essere stato leso agli occhi da parte dell’Ingrasciotta, essendo stato addebitato dalla Corte di Appello al Di Carlo un “evidente intento simulatorio” ed un “comportamento gravemente simulatorio”. Non essendomi, poi, acquietato alla residua decisione con la quale la Corte di Appello aveva ritenuta ferma la condanna dell’Ingrasciotta per il solo reato di minaccia, ho proposto ricorso alla CORTE di CASSAZIONE che, con sentenza del 25/11/21, ha annullato senza rinvio la sentenza di residua condanna della Corte di Appello di Palermo, così restituendo integralmente l’onore al mio assistito. La soluzione, assolutamente positiva, della vicenda, oltre a giovare all’Ingrasciotta, soddisfa l’impegno difensivo profuso per avere affrontato diverse e non facili problematiche in punto di diritto”.