Trent'anni della DIA. La mostra a Trapani e il focus sui beni confiscati
Entrano nel vivo a Trapani le manifestazioni per il trentennale della fondazione della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia ideata e ispirata dal giudice Giovanni Falcone. Per la prima volta, grazie all’intuizione del giudice assassinato a Capaci, infatti, il 29 ottobre del 1991 si costituiva un gruppo interforze che metteva assieme Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza - nella lotta alla criminalità organizzata.
La mostra "Antimafia Itinerante"- Ieri è stata inaugurata al Museo Regionale Interdisciplinare “Conte Agostino Pepoli”, la mostra dal titolo “Antimafia Itinerante”, aperta fino al 20 novembre e voluta dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Maurizio Vallone. Il progetto è stato presentato al Presidente della Repubblica nel corso della cerimonia del trentennale che si è svolta lo scorso 29 ottobre nel Salone delle Feste del Quirinale, alla presenza del ministro dell’Interno, del capo della Polizia, dei comandanti delle Forze di Polizia e dei vertici della D.I.A.. La mostra sarà esposta in 22 città, in collaborazione con il Miur, sarà aperta ai giovani studenti delle scuole e delle università ed a tutti i cittadini che vorranno conoscere la Dia, «il suo spirito di agenzia interforze e la sua lunga e proficua storia di contrasto alla criminalità organizzata». In ogni città si terrà un convegno che coinvolgerà le Istituzioni centrali e locali su un tema specifico tra i tanti che attengono alla lotta alle mafie. Il percorso si concluderà a Torino nel mese di maggio. La mostra, negli orari di accesso al museo (9/17.30), resterà aperta per essere visitata dalla cittadinanza, per l’intero periodo. Per accedere all’interno del museo sarà necessario esibire il “green pass”.
Il convegno "La nuova vita dei beni confiscati" - Oggi, mercoledì 17 novembre, alle ore 11.00, si svolgerà il convegno sul tema “La nuova vita dei beni confiscati”, nel quale interverranno il Direttore della DIA, Maurizio Vallone, il Capo del I Reparto della DIA, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, Consigliere dell’Istituto Nazionale Amministratori Giudiziari, Giuseppe Sanfilippo, il Presidente del Tribunale di Trapani, Andrea Genna e il Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Prefetto Bruno Corda. Sarà possibile seguire il convegno in streaming cliccando qui direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it e sul sito del Corriere della Sera www.corriere.it.
Incontri con gli studenti - Con la collaborazione del Provveditore degli Studi di Trapani, saranno giornate dedicate a far conoscere alla comunità scolastica di Trapani e della provincia la manifestazione ed il suo significato storico e culturale.
Cosa nostra in provincia di Trapani secondo la DIA - In provincia – secondo la DIA, diretta dal vice-questore aggiunto Giuseppe Emiddio – si conferma un familismo particolarmente accentuato e uno storico e perdurante legame con la criminalità palermitana. La figura del boss Matteo Messina Denaro rimane centrale, nonostante la latitanza, rimane colui che decide le questioni più importanti ma anche per dirimere le controversie e per nominare i vertici di mandamenti e famiglie. Nel trapanese, così come nel Palermitano e Agrigentino, si registrano ripetuti tentativi di una “significativa rivitalizzazione” dei contatti con le famiglie all’estero: le indagini rivelano come i clan hanno “riaperto le porte ai cosiddetti ‘scappati’ o meglio, alle “nuove generazioni di coloro i cui padri avevano dovuto trovare rifugio all’estero a seguito della guerra di mafia dei primi anni Ottanta”.
Lo spot "Io sono No Mafia" - Una frase diventa coro, una frase diventa immagine. Volti, voci e colori nelle lingue del mondo rappresentano un messaggio universale. "Io sono no mafia" è uno spot istituzionale che in quaranta secondi trasmette il messaggio della Direzione Investigativa Antimafia attraverso le giovani generazioni. Un’ideale testimone che le donne e gli uomini della D.I.A. consegnano ai ragazzi e alle generazioni future, quale segno di educazione alla legalità e alla cultura antimafia.
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