Risale la curva del contagio Covid in Sicilia, dove si torna a sfondare il muro dei 500 casi (501 per l'esattezza). Due le vittime, mentre sale anche il totale dei ricoveri, 376 contro i 370 di ieri.
L'incidenza sale al 2,3% (era all1,6%).
Sul fronte ospedaliero ci sono adesso 376 ricoverati, con 6 ricoverati in più in terapia intensiva sono 50, numero stabile. Sul fronte del contagio nelle singole province Palermo con 98 casi, Catania 153, Messina 91, Siracusa 52, Ragusa 16, Trapani 41, Caltanissetta 31, Agrigento 8, Enna, 11.
A Trapani ieri i medici hanno fatto il punto della situazione in una iniziativa voluta dall'Ordine dei medici di Trapani, che finora ha latitato un po' sul fronte della comunicazione.
Qui Vito Pollina, medico coordinatore dell'hub vaccinale di Trapani, fa il punto su contagi, ricoveri e vaccini in provincia.
NATALE. «Come sarà il Natale dipende da noi. L’indice Rt che ci sarà fra dieci giorni non è scritto in cielo. Dipende dall’andamento della campagna vaccinale e dai nostri comportamenti personali. È il momento di avere più cautela, di usare di più la mascherina e di vaccinarsi». Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione Che tempo che fa di Rai 3, sottolineando come in Italia stiano crescendo i contagi e sia necessario alzare il livelli di attenzione. «L’86,75% degli italiani è vaccinata con la prima dose e l’84,12% con ciclo completo — ha detto il ministro — la vera differenza la fanno le vaccinazioni». La scelta dell’Italia in questo momento, quindi, è quella di «accelerare sui richiami al vaccino anti Covid-19».
Speranza, poi, a proposito delle regole relative al Green pass ha precisato: «Manteniamo quelle esistenti, soprattutto quelle sui viaggi internazionali», ma dobbiamo monitorare con attenzione il quadro epidemiologico. «L’Italia è uno dei Paesi che ha preso numerose misure precauzionali, regole di maggiore cautela» e non sono previste restrizioni anche se «non vi è dubbio che verificheremo l’evoluzione della curva e faremo le valutazioni necessarie». «Non prevediamo— ha puntualizzato — di aumentare la capienza degli stadi». Senza dubbio — ha concluso — «chi non si vaccina non aiuta se stesso, nè gli altri nè il Paese, ma chi non si vaccina e si ammala va curato. La sanità italiana è universale e in Italia chi sta male viene curato e per me questo è un principio non negoziabile».
TERZA DOSE E BAMBINI. Vaccinare i bambini e fare la terza dose: sono queste le grandi domande aperte sui due nuovi capitoli della vaccinazione anti Covid-19. Resta poi sullo sfondo il problema di come convincere i 6,8 milioni di italiani che finora non si sono vaccinati: solo una parte di questi fanno parte del gruppo dei no-vax, il resto è stato frenato da dubbi e paure.
Finora vaccinare i bambini è stata considerata una scelta dettata dall’epidemiologia: poiché i bambini potevano contrarre il virus SarsCoV2 senza avere sintomi, ma potevano comunque diffonderlo, proteggerli con il vaccino avrebbe significato proteggere l’intera comunità e alzare un argine in più contro l’epidemia. Le cose sono però cambiate: se i bambini avevano sostenuto bene l’impatto della variante Alfa, davanti alla Delta sono più indifesi. Per Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, i bambini possono dare un contributo alla diffusione del virus, ma la protezione del vaccino «è soprattutto per loro stessi perché vediamo che, purtroppo, la variante Delta in questa quarta ondata non risparmierà neanche loro». Il primo via libera ai vaccini per i bambini di età compresa fra 5 e 11 anni è arrivato dall’ente regolatorio statunitense, la Food and Drug Administration (Fda), mentre è in corso la valutazione da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Le indicazioni della Fda riguardo le dosi per i bambini prevedono un terzo dell’attuale vaccino Pfizer e un decimo del Moderna: per tutte e due i vaccini si prevede quindi una dose di 10 milligrammi invece di 30 e 100, rispettivamente.
BRUSAFERRO. Vaccinarsi per frenare la risalita della curva dei contagi. Appello del presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e portavoce del Cts (Comitato tecnico scientifico), Silvio Brusaferro, che intervistato dal Corriere della Sera chiede a tutti di collaborare. Con 78 casi su 100 mila abitanti è stata superata la soglia che permette di circoscrivere i focolai, e l’alto numero dei tamponi non giustifica l’aumento di casi: la risalita, spiega, è dovuta ad una intensa circolazione in Europa, ed è sostenuta molto dai non vaccinati e da un certo rilassamento nei comportamenti. «Ora - aggiunge Brusaferro - è difficile fare previsioni. Altri Paesi stanno adottando restrizioni, ma al momento hanno numeri molto più alti dei nostri».