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09/11/2021 13:59:00

Dazn dice stop alla possibilità di vedere una partita da due posti diversi con lo stesso abbonamento

 Tempi duri per chi segue il calcio. Dazn infatti ha bisogno di spingere sugli abbonamenti e si appresta a cambiare una regola che aveva permesso finora a tanti amici di "dividersi" l'abbonamento. Ovvero, a breve, non sarà più possibile vedere la partita in contemporanea su due schermi diversi. Se si guarda la partita su una tv, non si potrà guardarla da nessun altra parte, né da un altro tv, né dal pc, né dal tablet.

Lo rivela Il Sole 24 Ore.  Non sarà più possibile la "concurrency", vale dire l’accesso ai contenuti in contemporanea da due device.

Si prepara una grande novità per le centinaia di migliaia di aficionados abbonati a Dazn. Che a quanto risulta al Sole 24 Ore, sta per mettere fine alla possibilità di concedere a due utenze collegate allo stesso abbonamento di accedere ai contenuti contemporaneamente da due device che si trovano a distanza l’uno dall’altro.

Contattata dal Sole 24 Ore, la piattaforma che ha in pancia i diritti per la Serie A per il 2021-24, in partnership con Tim, Dazn replica con un «no comment». Il “due al posto di uno” è però in procinto di lasciare la scena. E sarebbero infatti in partenza le comunicazioni agli abbonati che devono essere informati per avere la possibilità di esercitare il recesso, entro 30 giorni. In questo modo, l’avvio delle comunicazioni in questi giorni porterà dunque la novità a regime a partire da metà dicembre, mettendo la parola fine a una possibilità, la “doppia utenza contemporanea” (a volerla battezzare con un’espressione ad hoc) che per gli abbonati Dazn era finora prevista al punto 8.3 delle condizioni di utilizzo.

La mossa viene considerata anche nell’interesse della Lega Serie A e dei presidenti dei club, perché in questo modo si colpisce l’utilizzo fraudolento degli accessi a Dazn e si arresta un fenomeno che, nei fatti, riduce il valore dei diritti. Ma di base c’è anche il voler intraprendere con ancora maggior decisione la lotta alla pirateria. Del resto la concurrency – utilizzata anche da Netflix, come Disney+ o Spotify oltre a Dazn – ha dato vita sulla rete anche a piattaforme di distribuzione che si pongono come esempi di sharing economy (che guadagnano con le commissioni) per consentire di condividere con utenti interessati il proprio abbonamento sfruttando la modalità dell'abbonamento “in famiglia”. 



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