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08/11/2021 09:35:00

Quarta ondata. A Dicembre previsti in Italia 15mila contagi al giorno: il piano per evitare le chiusure

 La quarta ondata del coronavirus investe anche l'Italia, diffondendosi tra i non vaccinati. Si rischiano nuove chiusure, dato che, secondo le previsioni, potremmo avere 15mila contagi al giorno a Natale. 

Estensione del Green Pass fino all’estate prossima, riapertura degli hub vaccinali e terza dose: è questo il piano del governo Draghi per contrastare la quarta ondata di Covid-19.

Il pericolo è che ci sia un picco di contagi a Natale ed infatti i positivi stanno aumentando già in molte regioni. Il punto fermo sono i vaccini partendo dagli over 50, allargandolo ai ragazzi e poi agli under 12 per non chiudere le scuole. Infine terza dose per tutti da febbraio.

I contagi stanno aumentando, soprattutto nelle regioni del Nordest, ma le intenzioni del governo sarebbero quelle di resistere fino a fine anno per salvare le vacanze natalizie ed i consumi degli italiani. Quel che è sicuro è che ci sarà ancora l’obbligo di indossare la mascherina, visto che molti Paesi europei l’hanno abolito e adesso con i contagi in risalita lo stanno reintroducendo.

Inoltre, per bloccare l’avanzare di focolai, continuerà ad esistere il sistema dei colori almeno per le regioni a rischio. Quattro le zone: bianca, gialla, arancione e rossa. Se i contagi dovessero risalire in maniera esponenziale, come anticipa Repubblica.it, scatteranno le misure regionali di contenimento: obbligo di mascherina all’aperto, chiusura delle discoteche, riduzione della capienza in teatri e stadi, fino al lockdown nelle regioni a rischio zona rossa, con le terapie intensive che avranno oltre il 30% dei ricoveri.

 

CRISANTI. "La durata del Green pass va allineata a quella del vaccino: la maggior parte degli italiani si è vaccinata tra aprile e luglio, rischiamo tra qualche mese di avere ambienti meno sicuri, con persone che hanno probabilità più elevate di infettarsi e di trasmettere il virus". Lo ha sottolineato Andrea Crisanti, ordiario di Microbiologia all'Università di Padova. "Dai dati attualmente disponibili - ha ricordato Crisanti - emerge che dopo sei mesi la protezione del vaccino contro l'infezione cala dal 95 al 40% mentre quella contro la malattia e forme gravi scende dal 90 al 65%".