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06/11/2021 06:00:00

Rapine e furti ai bancomat nel trapanese: la banda, i colpi, le vittime e il modus operandi

 Erano specializzati in rapine nelle ville con sequestri di persone e nei furti ai bancomat, portati a segno facendo un buco nella parete adiacente allo sportello, sradicandolo poi dalle mura.

Sono 5 i componenti della banda arrestati e otto in totale quelle denunciati, tra cui una deceduta nel corso delle indagini, per i quali ieri mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e della Compagnia di Alcamo, assieme allo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori di Sicilia hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trapani, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine con sequestri di persona e furti in danno di bancomat. Con i colpi messi a segno, si sia appropriata complessivamente di denaro e beni per un milione e mezzo di euro, entrando illecitamente in possesso anche di una pistola calibro 38.

Gli arrestati - In carcere sono finiti: Pio Cappelli di 45 anni; Pietro Tranchida di 25 anni, Baldassare Grassa di 52 anni. Tutti trapanesi ad eccezione di Grassa che è originario di Salemi. Arresti domiciliari per Giuseppe Culcasi di 37 anni. Obbligo i dimora per Antonio La Russa di 43 anni. Un componente della banda era deceduto in un incidente stradale verificatosi ad Erice. Si tratta di Andrea Mottola. Uno dei rapinatori era già stato arrestato. Si tratta di Francesco Paolo Cammareri detto “Ciccio U Pummarorono”. Lo scorso mese di settembre venne condannato a 14 anni di carcere.

La rapina ai coniugi Salone – Tra le vittime della banda celle rapine ci sono anche i coniugi Salone. La loro villa, di via Europa, alle pendici di Erice, venne assaltata nel gennaio del 2019 (potete leggere qui).  I banditi fecero irruzione di notte. I coniugi, entrambi medici e genitori dell'ex consigliere comunale Francesco Salone, sono stati svegliati dai rumori. malviventi hanno bloccato Paola Maltese, ginecologa al Sant'Antonio Abate, legandola con delle fascette e narcotizzandola. Poi hanno puntato la pistola contro il marito Renato Salone, ex chirurgo in pensione, intimandogli di aprire la cassaforte. Il medico ha detto loro che la chiave era custodita in una cassetta di sicurezza, ma i rapinatori sono fuggiti con la cassaforte dopo averla scardinata. Dentro, una pistola, preziosi e denaro contante.

I colpi messi a segno a Trapani e dintorni - La banda è responsabile di 4 furti (di cui 2 consumati) in danno di altrettanti sportelli ATM e di 3 efferate rapine in abitazione con sequestro di persona (di cui una tentata). Queste sono avvenute a Custonaci, Erice Casa Santa e in Contrada Rilievo a Trapani.

Il modus operandi - Dalle intercettazioni i Carabinieri hanno appreso come il gruppo, stabilmente organizzato, fosse dedito alla programmazione a lungo termine dei delitti da compiere: i colpi erano studiati nei minimi particolari effettuando numerosi sopralluoghi, pedinamenti delle vittime, nonché l’utilizzo di modernissime apparecchiature elettroniche (posizionando telecamere sugli obiettivi designati, strumenti di captazione ambientale e finanche GPS sui veicoli delle vittime). Per asportare il contenuto dei bancomat di uffici postali e banche praticavano dei fori sulle pareti di edifici adiacenti e tagliavano l’ATM con un FLEX. Oltre ai colpi eseguiti o sfumati per inconvenienti tecnici, i componenti dell’organizzazione criminale discutevano giornalmente di nuovi obiettivi e di come compiere le loro azioni delittuose.

Il comandante provinciale dei Carabinieri di Trapani, Fabio Bottino: "Le rapine in villa erano particolarmente cruente, eseguite attraverso pedinamento delle vittime, per studiarne le abitudini e consentire di individuare il momento opportuno per fare il colpo. Un'organizzazione attenta, che difficilmente lasciava tracce".



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