Sembrerebbe un mondo diviso in due. Da una parte i moduli abitativi della Regione Siciliana, dall’altra le tende e i ripari di accomodo dei migranti accampati alla meno peggio, in seguito l’incendio all’ex cementificio (qui il nostro reportage).
Sono le due aree adiacenti dello stesso parcheggio dell’ex oleificio Fontane d’Oro, a Campobello di Mazara. La divisione c’è già da qualche anno, perché l’edificio è stato trasformato in una casa di seconda accoglienza (uno Sprar gestito dal Ministero dell’Interno). E oggi lo spazio per l’accesso all’ex oleificio è un grande corridoio delimitato da due recinzioni.
Ormai i volontari della Croce Rossa hanno praticamente finito di montare i moduli abitativi, appunto, in quella parte di parcheggio che non era stata occupata dai migranti in fuga dall’ex cementificio.
Inizialmente, prima dell’incendio, l’obiettivo della prefettura di Trapani era quello di impiantare i moduli dall’altra parte del parcheggio. Ma essendo stato occupato dai lavoratori è stato necessario un piano B. Fortunatamente, una volta scartata l’ipotesi dello sgombero coatto, si è proceduto al montaggio nell’altra porzione di parcheggio.
Ogni modulo può ospitare, anche in base alle norme anti Covid, 5 persone. E quelli previsti per quel parcheggio sono 25 casette (le altre 25 dovrebbero essere montate presso l’ex Mocar, in territorio castelvetranese). Di queste, 15 sono quasi pronte ad accogliere una parte dei migranti accampati al di là della recinzione. In questo modo, si libererebbe spazio per montarle anche dall’altra parte.
Certo, le regole della prefettura e della Regione Siciliana sono lontanissime da quelle dei lavoratori accampati. Però non c’è tempo, ognuno deve essere disposto a rinunciare a qualcosa. E allora immaginiamo che se sarà facile lasciare le tende e le casettine precarie dove ripararsi la notte, potrebbe invece essere molto difficile smontare “cucine, bar e ristoranti” già in funzione e pensare ad un catering. Probabilmente si creerà una zona giorno ed una zona notte, in modo da evitare le possibilità di incidenti. Alla fine l’emergenza è quella di ridurre le condizioni che potrebbero portare ad un’altra tragedia.
Sarà comunque difficile pretendere da tutti il permesso di soggiorno. Anche se su questo, lo stesso sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione, ci dice che il numero di quelli che non ce l’hanno è abbastanza marginale, trattandosi di persone che vivono in Italia da diversi anni: “La migrazione è stagionale, nel senso che si spostano, dalla Sicilia, alla Puglia, lavorando anche nelle regioni del nord”.
Intanto, gli iniziali segnali di attrito tra i lavoratori accampati e la Croce Rossa, sembrano svaniti. Molti non vedono l’ora di trasferirsi e quando, con il presidente della sezione locale, Giuseppe Cardinale, facciamo un giro nel campo ancora occupato, tanti chiedono quando saranno pronte le casette. Tra un paio di giorni invece cominceranno le vaccinazioni, coadiuvate sempre dai volontari della Croce Rossa.
Finalmente qualcosa si muove.
Egidio Morici