Covid, dopo due mesi salgono in Sicilia contagi e ricoveri. Terza dose anche in farmacia
Sono 443 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore nell'isola a fronte di 10.037 tamponi processati in Sicilia. L'incidenza sale al 4,4%.
L'isola torna al primo posto per contagi in Italia, al secondo c'è il Lazio con 386 casi e al terzo l'Emilia Romagna con 362 casi. Gli attuali positivi sono 7.032 con una aumento di 362 casi.
I guariti sono 81 mentre non si registrano altre vittime, il totale dei decessi resta a 6.986. Sul fronte ospedaliero sono 329 ricoverati nei reparti ordinari, 20 in più, mentre in terapia intensiva sono 39, tre in meno. Sul fronte del contagio nelle singole province: Palermo con 42 casi, Catania 282, Messina 0, Siracusa 89, Ragusa 1, Trapani 8, Caltanissetta 7, Agrigento 11, Enna, 3
Il calo della curva epidemiologica, iniziato nell’Isola a settembre, si è già interrotto e il virus ha ricominciato ad accelerare. La Sicilia archivia la settimana 18-24 ottobre con un +27,8% di soggetti positivi al SarsCov2, come non accadeva dall’ultima domenica di agosto, dunque dopo quasi due mesi di ribassi,
SILERI. “Credo verosimilmente fino alla fine dell’anno dopodiché vedremo l’andamento fino alla fine dell’epidemia se i numeri dovrebbero rimanere quelli che osserviamo oggi, è chiaro che si procederà alla rimozione della mascherina così come della distanza. Prima si toglierà la distanza e poi si toglierà la mascherina. E’ prematuro dare una risposta oggi ma se i numeri rimangono questi cioè rimangono bassi per molto tempo e si innalza la quota dei vaccinati distanza e mascherina verranno tolti”. Lo afferma il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri a 24 Mattino su Radio 24. Ancora: "Gli studi provenienti dal Regno Unito non ci fanno preoccupare molto sulla variante Delta plus". In merito alla situazione epidemiologica, il sottosegretario ha osservato che "la transizione da pandemia a endemia accadrà anche in una parte del 2022. Mascherine prima o poi le toglieremo ma non è una cosa da fare oggi, lo vedete da quello che sta succedendo in Gran Bretagna". E sul Green pass: "si va per gradi, per adesso non abbiamo ancora la capienza piena in diverse attività, abbiamo ancora la distanza, la mascherina. I virus circola in maniera aggressiva in molti paesi, il Green pass - ha precisato - sarà l'ultima cosa che sarà rimossa". Sulla possibilità che si arrivi all'obbligo vaccinale, "non credo che mettendo l'obbligo vaccinale si guadagnino punti percentuali della vaccinazione - ha rimarcato Sileri a Radio 24 - Si ottengono parlando con le persone e cercando di convincerle. Siamo vicini al 90%, anche non obbligo non si andrebbe oltre".
Terza dose in farmacia. Prosegue e si rafforza il contributo delle farmacie palermitane alla campagna vaccinale. Come disposto dalla circolare del ministero della Salute dell’8 ottobre scorso, nelle 67 farmacie (45 a Palermo e 22 in provincia) che sin dallo scorso 6 settembre effettuano a pieno ritmo vaccinazioni anti-Covid, è già possibile prenotare anche la terza dose per i soggetti per i quali è stata prevista dalle Autorità sanitarie, che sarà inoculata con le stesse modalità stabilite dal protocollo del 21 giugno scorso tra la Regione siciliana e le associazioni di categoria delle farmacie convenzionate.
Lo chiarisce una circolare a firma di Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente provinciale di Federfarma, nella quale si sottolinea che le farmacie accreditate sono pronte a inoculare all’interno degli spazi appositamente predisposti la “dose booster” di Pfizer-BioNTech a soggetti over 80, a personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani, al personale sanitario e ai soggetti over 60, purchè, come indicato dalle Autorità nazionali, siano trascorsi almeno sei mesi dalla seconda dose, indipendentemente dal tipo di vaccino utilizzato nelle precedenti somministrazioni.
Sono esclusi dalla vaccinazione in farmacia i soggetti estremamente vulnerabili e quelli con anamnesi positiva per pregressa reazione allergica grave o anafilattica.
In queste stesse farmacie la scorsa settimana, la settima, sono state inoculate 1.464 fra prime e seconde dosi (1.098 in città e 366 in provincia) portando a 8.892 immunizzazioni (6.708 in città e 2.184 in provincia) il contributo totale delle farmacie del territorio alla campagna vaccinale.
Allo stesso tempo prosegue a ritmo serrato il servizio di test sierologici e tamponi antigenici rapidi nelle 80 farmacie accreditate (46 in città e 34 in provincia), alcune delle quali hanno accolto l’appello del Commissario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, garantendo l’operatività anche durante l’orario di chiusura.
A questi due servizi si aggiunge ora quello della vaccinazione antinfluenzale. Mentre i soggetti fragili possono essere vaccinati esclusivamente dal medico di medicina generale, tutti gli altri cittadini possono scegliere di acquistare presso qualsiasi farmacia uno dei vaccini disponibili sul mercato, che lo Stato classifica come farmaci di fascia C, quindi vendibili dietro presentazione di ricetta medica e a totale carico dei cittadini. Il costo della dose, da prezzi di listino, varia da un minimo di 8,50 euro a un massimo di 18 euro circa, a seconda del prodotto scelto.
E’ importante evidenziare che i cittadini che volessero farsi inoculare il vaccino dal farmacista, non hanno necessità di presentare la prescrizione medica per l’acquisto: pagano solo la dose e non l’inoculazione, che è gratuita. I farmacisti vaccinatori saranno accreditati a breve, a seguito di apposito corso, che comincerà mercoledì prossimo, 27 ottobre.
Comunque, i cittadini potranno acquistare la dose con ricetta e per l’inoculazione rivolgersi al farmacista o anche ad altri operatori sanitari.
Il presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia, parla di “importante passo in avanti che valorizza la professione del farmacista”: “Con i provvedimenti – spiega Tobia - adottati dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e dai sottosegretari Pierpaolo Sileri e Andrea Costa, fortemente voluti da Federfarma, lo Stato per la prima volta valorizza il ruolo di operatore sanitario svolto dal farmacista nell’ambito del Servizio sanitario nazionale e, quindi, abilitato a svolgere operazioni di tipo assistenziale di primo e secondo livello, dalla prevenzione al monitoraggio, che già durante l’emergenza Covid si sono rivelate estremamente importanti. La preparazione di gel disinfettanti, l’organizzazione delle reti per l’ossigeno, i test con prelievo di sangue capillare, l’esecuzione dei tamponi, il rilascio dei Green pass, le vaccinazioni contro Covid e influenza sono solo l’inizio di una evoluzione”.
“Infatti – aggiunge Tobia - le farmacie cominciano ad evolversi dalla semplice ‘dispensazione del farmaco’ - che rimane il primo pilastro della farmacia al servizio del cittadino - verso il servizio di ‘accompagnamento dei pazienti nel loro percorso di cura’, puntando sulla piena attivazione del Dossier farmaceutico e del Fascicolo sanitario elettronico, con l’obiettivo di una presa in carico del paziente e della sua aderenza alla terapia’”.
“Cioè, lo Stato sta inserendo le farmacie nelle reti territoriali di assistenza, così come previsto dalla legge sulla “Farmacia dei servizi”, trasformandole in strutture sanitarie integrate nel Servizio sanitario nazionale che, in collaborazione con i medici, siano in grado di erogare servizi sanitari, partecipare all’assistenza domiciliare, fornire prestazioni di secondo livello attraverso percorsi diagnostico-terapeutici per patologie specifiche, erogare particolari farmaci di piani terapeutici (Distribuzione per conto) che finora si ritirano solo in ospedale, monitorare l’aderenza dei pazienti cronici ai piani terapeutici, eseguire analisi di sangue e urine, erogare prestazioni di telemedicina”.
PILLOLA. Il comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema ha avviato una revisione continua del medicinale antivirale orale molnupiravir, sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics per il trattamento del Covid-19 negli adulti. E’ quanto si apprende da una nota dell’Agenzia europea per i medicinali. La decisione di avviare la revisione continua «si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio (dati non clinici) e studi clinici», si legge nella nota. Questi studi suggeriscono che il medicinale «può ridurre la capacità di SARSCoV2 di moltiplicarsi nell’organismo, prevenendo così il ricovero o la morte nei pazienti con Covid-19». Sebbene l’Ema non possa prevedere le tempistiche complessive, dovrebbe essere necessario meno tempo del normale per valutare un’eventuale domanda di autorizzazione all’immissione nel mercato Ue grazie al lavoro svolto durante la revisione continua, si legge ancora nella nota.
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