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20/10/2021 10:57:00

Covid: il virus è mutato ancora. Italia, niente immunità di gregge 

 E' allerta per una nuova variante del Covid. L'allarme arriva dall'Inghilterra, dove le autorità stanno tentando di tracciare una sottovariante della variante Delta che potrebbe essere all'origine dell'impennata di casi in Gran Bretagna. Altro, al momento, non si sa.

E' stato scoperto in Israele il primo caso della nuova mutazione della variante Delta del coronavirus (Ay4.2), riscontrata in un numero crescente di casi nel Regno Unito. Lo ha riferito il ministero della Salute di Tel Aviv, secondo quanto riportato dal Times of Israel. La mutazione è stata individuata su un ragazzo di 11 anni tornato da un viaggio in Moldavia ed al momento, secondo le autorità israeliane, questo è l'unico caso accertato.

In Italia, intanto, la pandemia è sotto controllo: il Paese è infatti uno dei primi in Europa per vaccinazioni, e uno degli ultimi a tenere ancora controlli e vincoli.

"Credo che sia ragionevole guardare a fine anno come limite temporale in cui si può arrivare al 100% delle capienze che ancora non sono arrivate a questa percentuale. Nel nostro Paese abbiamo riaperto sostanzialmente tutto, abbiamo solo un limite sulle capienze in alcuni settori". Cosi' a Sky TG24 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. "C'è un dato positivo: c'è un aumento anche per le prime dosi, credo che arrivare al 90% dei vaccinabili sia obiettivo raggiungibile in poche settimane e sicuramente entro fine anno, è una percentuale che ci permetterebbe una gestione piu' semplice e al Paese di ritornare appieno alla normalità".

Ma Brusaferro raffredda gli entusiasmi.

Secondo Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, infatti, «l'immunità di gregge, intesa come livello di immunizzazione che azzera la circolazione di un virus, non è obiettivo che ci possiamo porre con il SarsCov-2». In un'intervista a La Stampa, il portavoce del Comitato Tecnico Scientifico ha spiegato che gli studi e le esperienze in corso «ci stanno consentendo di valutare l'andamento della protezione immunitaria nelle diverse fasce di popolazione, comprese quelle più giovani e senza patologie» e che per tanto «in questa prospettiva la terza dose potrebbe essere raccomandata».