Vediamo le notizie di oggi, 18 Ottobre, sul coronavirus in Italia.
Con i vaccini il rischio di ricovero scende di venti volte. E' il dato che emerge in un'analisi pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
Non bisogna considerare i numeri assoluti, ma quel che succede su 100 mila abitanti e per fascia di età. I dati che riportiamo sono prodotti dall’Iss. Partiamo proprio dagli over 80: su 100 mila non vaccinati si contagiano in 602, vanno in ospedale 245, in rianimazione 13. Su 100.000 vaccinati si contagiano 116, finiscono in ospedale 28, in rianimazione 1. Tra i 12-39 anni non vaccinati: contagiati 692, finiti in ospedale 25, 1 in terapia intensiva. Fra i vaccinati con ciclo completo i contagiati sono 110, 1 ospedalizzato, 0,05 in terapia intensiva. Tra i 40-59 anni non vaccinati si contagiano 540 contro 113 vaccinati, in ospedale 54 contro 2, in rianimazione 6 contro 0,13. Sessanta-79enni si contagiano in 449 contro 94, vanno in ospedale 107 contro 7, in terapia intensiva 20 contro 1.
In sintesi: fino a 59 anni il rischio di essere ricoverato è venti volte più alto per un non vaccinato, quindici volte in più per un 60-79 enne, e di nove volte in più per un over 80. Sempre l’elaborazione dati dell’Istituto superiore di Sanità mostra che l’età mediana di chi è vaccinato con due dosi finisce in ospedale prevalentemente in età più avanzata, 79 anni, che scende a 52 anni per i non vaccinati. In terapia intensiva per i non vaccinati è 61 anni, contro i 74 dei vaccinati.
In Gran Bretagna, dove non c'è il green pass nè il distanziamento, nè l'obbligo della mascherina, nonostante i vaccinati siano l'80% della popolazione, aumentano contagi e ricoveri. Bisogna mantenere l'attenzione alta, vaccinare, evitare l'effetto Gran Bretagna. «Arrivare al 90% dei vaccinati garantirebbe un equilibrio che con la terza dose potrebbe diventare buono, altrimenti c'è il rischio inglese. L'effetto Green pass dimostra che è ancora possibile convincere a vaccinarsi, cioè salvare vite, per cui attenzione a non regalare gli impauriti ai No vax». Lo dice Andrea Crisanti, secondo cui «bisogna coinvolgere le persone paurose, ansiose e fragili».
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano,"dopo 6 mesi c’è un calo percentuale della copertura, che comunque garantisce una certa protezione e ad oggi si dice: accontentiamoci per la popolazione generale di questa capacità residua, valutiamo come va l’inverno e aspettiamo per rivaccinare tutti. Però si è iniziato a fare la terza dose per i più fragili e in più si sta pianificando la vaccinazione di richiamo per i più anziani. Per ora stiamo proteggendo loro e gli operatori sanitari che sono in prima linea. Penso che poi la vaccinazione verrà riproposta di anno in anno come quella influenzale per le categorie a rischio”.
Secondo quanto riportato sul sito del Ministero della salute, aggiornato alle 06:11 di oggi, lunedì 18 ottobre, finora sono state somministrate 87.580.232 dosi, 43.872.801 persone hanno completato il ciclo vaccinale, pari al 81,23% della popolazione over 12, e altri 590.50 hanno ricevuto la terza dose, pari al 67,80% della popolazione oggetto di dose aggiuntiva/richiamo.