Lo avevamo lasciato con un post che accostava il green pass ai numeri marchiati sulle braccia dei deportati nei lager. Si era, malamente, scusato. E lo ritroviamo a battagliare contro il certificato verde per entrare nel suo luogo di lavoro, il parlamento siciliano.
La deriva "no Green Pass" di Sergio Tancredi, deputato regionale mazarese, non finisce. Ex Movimento 5 Stelle, ora Attiva Sicilia, patto di ferro con il governatore Nello Musumeci per tirare a campare fino alla fine della legislatura, Sergio Tancredi è tra i più ferventi antagonisti del Green Pass tra i politici siciliani. Strizza l’occhio a quell’elettorato filodestrorso anti-sistema, anti-vax, anti-greenpass.
Venerdì, primo giorno di Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro, Tancredi e tutto il gruppo di Attiva Sicilia si è opposto all’esibizione del certificato verde per l’ingresso all’Ars.
“Attiva Sicilia è contraria al Green Pass. Siamo vicini a tutti coloro che in questi giorni manifestano pacificamente - si legge in una nota ufficiale del gruppo degli ex grillini, che conta quattro deputati ed esprime la vicepresidente dell’Ars Angela Foti - Non è tollerabile che il diritto al lavoro e l’articolo 1 della Costituzione sia barattato con la somministrazione di un farmaco o subordinato all'ottenimento di una certificazione pagata dai lavoratori stessi”. Del gruppo, oltre a Foti e Tancredi, fanno parte Matteo Mangiacavallo ed Elena Pagana, compagna dell'assessore alla Salute Ruggero Razza.
Tancredi è andato oltre.
"Se martedì non mi fanno entrare all'Ars chiamerò la Polizia e se questo non basta mercoledì chiamerò i Carabinieri, e giovedì la Guardia di Finanza. Sono disposto a chiamare anche la Guardia Forestale per far valere le mie ragioni ed i miei diritti".
"Sono contrario - aggiunge Tancredi - a mio parere non è accettabile imporre l'esibizione di questo certificato per accedere al luogo di lavoro". Ed alla domanda "ma lei il green pass ce l'ha, oppure no?", la sua risposta è: "io sono contrario all'imposizione di esibirlo, il che non vuol dire necessariamente che non lo abbia".
Tra l’altro, Sergio Tancredi è promotore di un convegno, che si terrà proprio a Palazzo dei Normanni il prossimo 29 ottobre, dal titolo "dalla democrazia alla dittatura" al quale parteciperanno diversi esponenti del fronte contrario al Green pass e alla quale darà il saluto istituzionale anche l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla. Un'iniziativa che ha già suscitato diverse polemiche.
Dicevamo che Tancredi non è nuovo alle uscite anti-Green Pass, e c’è stato quando l’ha fatta fuori dal vaso.
Come quando ha accostato, in un post, il green pass ai deportati marchiati con i numeri sul braccio, prestando il fianco a negazionisti e no-vax.
Poi le scuse, parlando di “libertà”."Tutti dovremmo essere più affezionati alla libertà, non è una conquista eterna ma un patrimonio da difendere giorno per giorno”.
E proprio il green pass e il vaccino in questi mesi stanno rallentando la diffusione del virus nel nostro paese, consentendo attività che prima erano impossibili. Evitando altri lockdown, con ristoranti, luoghi di cultura, eventi chiusi. Esperti e costituzionalisti sono stati chiari: il green pass, oltre ad essere costituzionale, è una misura che in un momento di emergenza sanitaria tutela la salute di tutti in relazione all'espressione delle libertà personali.