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07/10/2021 06:00:00

Salemi vendute le prime case ad un euro. Da Sgarbi ad oggi, la vera storia 

 “Diecimila richieste di acquisto di una casa al prezzo di 1 euro sono pervenute al Comune da ogni parte del mondo!”

Questo l’annuncio trionfalistico “urbi et orbi del sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi nell’ottobre del 2011!

Lo stesso numero annunciato un anno e mezzo prima? Come mai? Crisi di richieste o numeri propagandistici dati a casaccio? Domande che Tp24 rimaste senza risposte. Gli altri organi di informazione invece, tra cui anche grandi testate, prendevano tutto per oro colato e alimentarono la grancassa mediatica.

 

Qualche anno dopo, in seguito allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, ci pensò il prefetto Leopoldo Falco, capo della Commissione Straordinaria a sciogliere l’arcano.

 

Quando gli chiedemmo, nel corso di una conferenza stampa, l’effettivo numero delle richieste arrivate, ci precisò sorridendo che delle “diecimila richieste” non fu trovata alcuna traccia negli uffici comunali.

 

E però la notizia delle “Case ad 1 euro” nel frattempo aveva avuto una enorme risonanza mediatica su tutti i mezzi d’informazione, sul web, sulle testate nazionali, persino sui giornali economici specializzati.

 

 

Mentre in realtà il progetto restava fermo al palo e tardava a concretizzarsi.

Nonostante i mille consulenti di cui il primo cittadino si avvaleva o diceva di avvalersi, nessuno gli diede la dritta, nessuno gli indicò la strada giusta da seguire.

Ci furono anche scontri tra i protagonisti dell’avventura sgarbiana. Uno dei primi a capire che tutto girava a vuoto (non solo sulle Case a 1 euro) fu il primo vicesindaco Nino Scalisi il quale abbandonò l’incarico dopo pochi mesi, prendendo a pretesto l’evacuazione, improvvisata e all’oscuro degli assessori, delle scolaresche del plesso Collegio, in un bel mattino di autunno. Cosa che suscitò le proteste delle famiglie interessate.

Un altro scontro dai contorni farseschi, venne alla luce qualche anno dopo.

 

Fu in occasione di un processo a carico all’ex esponente democristiano Giuseppe Giammarinaro, che dell’ operazione Sgarbi era stato l’esecutore sul campo.

 

Nel corso del dibattimento, un ex assessore di Sgarbi testimoniò che sull’argomento “case a 1 euro”, tra il critico d’arte e Giammarinaro ci fu uno diverbio alquanto fragoroso da far ricordare il classico litigio tra coniugi.

 

La cena si svolse avvenne tra le quinte di un esclusivo albergo di Mazara del Vallo, dove spesso Sgarbi amava soggiornare quelle poche volte che “saliva” o “scendeva” (fate voti) a Salemi.

 

Erano andati a trovarlo gli assessori con il vice sindaco Nino Scalisi in testa. Forse per una riunione di Giunta? Si svolgeva quasi sempre negli orari e nelle sedi più inconsuete.

 

L’assessore racconta che ad un certo punto, Sgarbi e Giammarinaro si appartarono in una altra stanza, mentre gli altri rimasero in attesa a girarsi i pollici.

 

Una cosa e’ certa. All’improvviso dalla camera dove i due discutevano si udì un gran fragore di piatti frantumati. Era Sgarbi che li lanciava all’indirizzo di Giammarinaro. Il motivo? Forse la fase stagnante in cui si trovava il progetto.

 

Il trascorre dei mesi infruttuosi in effetti era imbarazzante.

 

Finalmente qualcuno avvertì il ferrarese che il progetto “Case ad 1 euro” per andare avanti aveva necessità di un Regolamento, con la “erre” maiuscola e non solo comunicati stampa. E che sarebbe rimasto una pia intenzione se non si fosse approvato al più presto possibile.

Era la condizione senza il quale non si sarebbero potute disciplinare le alienazioni degli immobili acquisiti al patrimonio del Comune. L’uovo di Colombo, si dirà! Eppure erano trascorsi tantissimi mesi.

 

Compito che spettava agli uffici comunali. Così era avvenuto in tutti i comuni del cosiddetto Belice, colpiti dal sisma del’68. La legge che lo prevedeva esisteva da 20 anni. Era la Legge n. 433 del 1991. Possibile che nessuno dei numerosi consulenti di Sgarbi non ne fosse a conoscenza? Incompetenza o malafede?

 

Si scelse di allungare il brodo. Si trovò l’escamotage di coinvolgere la Provincia. Tanto più che il presidente era l’alcamese Mimmo Turano, un amico di vecchia data con qualche noto referente salemitano.

 

Il presiedente della Provincia, a sua volta, nominò subito un gruppo di lavoro. Dopo alcuni mesi fu partorito un regolamento.

 

Il Regolamento, portato all’approvazione del Consiglio Comunale, prevedeva l'insediamento di un ufficio comunale che avrebbe dovuto amministrare “l'assegnazione delle 1000 case acquisite al patrimonio del Comune ai circa 10 mila richiedenti da ogni parte del mondo”(parole testuali del sindaco Sgarbi).

 

Un giro vizioso, come si vede, perche sarebbe stato sufficiente applicare fin dall’inizio la legge del 1991 che sopra abbiamo citato.

 

Ma tant’e’. Ai Consiglieri (un paio assenti, per fare un dispetto ai turaniani), di maggioranza e di opposizione, non restò che approvarlo questo benedetto Regolamento.

 

Era il giorno della festa di San Giuseppe. Sgarbi si abbandonò alla retorica a piene mani. Nel “momento di maggiore vitalità della città l’evento simbolicamente segnava l’inizio di una nuova era per Salemi”. Disse, commosso.

 

Intanto da circa un anno era andata in onda la saga dei personaggi più famosi tutti indicati come potenziali acquirenti di un immobile.

 

A iniziare la sfilata fu niente di meno che Bill Gates, si, proprio lui, quello di Microfoft. Il “Giornale” della famiglia Berlusconi, dove Sgarbi scriveva i suoi corsivi, informava il lettore che Mr Gates non solo avrebbe comprato casa a Salemi ma si sarebbe impegnato a fare un volantinaggio utilizzando un aereo per propagandare la buona novella. Come D’Annunzio a Fiume, perbacco!.

 

Delirio. Nessun giornalista che facesse una verifica sul campo.



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