Terza dose: sarà per gli over 60. Lo studio: vaccino efficace
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La terza dose del vaccino contro il Covid? Per tutti o quasi, a esclusione dei più giovani. Sarà questa la linea guida del governo contro la pandemia. Ad dichiararlo è lil ministro della Salute, Roberto Speranza: "Sarà allargata anche ad altri ambiti, ma ci guiderà la comunità scientifica e valuteremo fin dove dovremo arrivare. Penso alla popolazione un po' più anziana, e poi decideremo se dobbiamo allargarla alle altre fasce".
Per primi dovrebbero essere gli over 60, dopo gli immunodepressi, gli ultraottantenni e i sanitari, a ricevere la somministrazione del cosiddetto booster. Una scelta favorita anche dalla risoluzione dei problemi di approvvigionamento del siero . Ancora da stabilire fino a che età si potrà essere chiamati perché "non è affatto scontato", sottolinea il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, che si arrivi ai soggetti sani e giovani.
Sono oltre 66mila (66.212, il 7,11% della popolazione oggetto di dose aggiuntiva/richiamo) le persone che hanno avuto la terza dose di vaccino anti Covid. Gli italiani che hanno avuto almeno una dose sono 45.075.607, l'83,46% della popolazione over 12 mentre quelli che hanno completato il ciclo vaccinale sono 42.355.056, il 78,42% della popolazione over 12. E' quanto si legge nel report del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria. Le dosi di vaccino somministrate in Italia sono 84.500.024, l'86,4% del totale di quelle consegnate, pari finora a 97.747.759 (nel dettaglio 70.143.150 Pfizer/BioNTech, 14.102.380 Moderna, 11.543.338 Vaxzevria-AstraZeneca e 1.958.891 Janssen).
VACCINI E ANTICORPI. Si è appena conclusa l’analisi del siero di 2.179 operatori dell’Ospedale Niguarda di Milano che hanno partecipato allo studio clinico “Renaissance”, un’ampia ricerca che intende valutare la risposta immunitaria al vaccino anti COVID-19 nel lungo periodo (da 14 giorni a 1 anno). Si tratta – spiega Niguarda – del primo studio avviato in Italia e uno tra i più ampi europei in termini di casistica. Tutti i partecipanti hanno completato il ciclo vaccinale tra gennaio e febbraio 2021, con vaccino Comirnaty di Pfizer/BioNTech.
“Con le prime due analisi, cioè dopo 14 giorni e 3 mesi dalla vaccinazione, avevamo osservato una risposta anticorpale in circa il 99% dei vaccinati”, commenta Francesco Scaglione, Direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda. Gli studi sierologici a distanza di 6 mesi confermano che nella stessa percentuale di vaccinati, cioè il 99%, vi è una buona presenza di anticorpi in circolo. Tra i pochi (1%) che invece non mostrano una risposta rilevabile, alcuni fin dall’inizio, vi sono anche soggetti con condizione clinica di immunodepressione. In questi 6 mesi il titolo anticorpale medio è naturalmente sceso. In particolare la curva di riduzione è stata più netta e veloce nei primi 3 mesi (tra i 14 giorni e i 3 mesi il calo è stato di circa il 70%) e più lenta e graduale nel periodo successivo (circa il 45%). “I risultati dello studio ci stimolano ad approfondire ancora di più la dinamica della risposta immunitaria e ci confermano come la migliore arma contro la diffusione del virus sia la più ampia vaccinazione possibile”, conclude Scaglione.
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