Il vescovo Spong ha scritto molti libri e ha tenuto migliaia di conferenze. Vi offro in lettura una paginetta di quest’ultimo testo intitolato ‘Incredibile – perché il credo delle chiese cristiane non convince più’.
Le leggi con cui il mondo funziona non sono cambiate dall’alba dei tempi, ma il modo in cui gli esseri umani spiegano e comprendono queste leggi è cambiato radicalmente nei secoli della storia umana. Come diretta conseguenza di questi cambiamenti, il modo principale in cui gli esseri umani occidentali degli ultimi millenni hanno concettualizzato Dio ha gradualmente perso il suo significato e si è screditato. In passato, Dio – sia il Dio cristiano sia qualche altra divinità – era la risposta a quasi tutto ciò che gli esseri umani non riuscivano a spiegare altrimenti. ‘Teismo’ era il nome della definizione operativa di Dio che le persone usavano, sia consciamente sia inconsciamente. Quella definizione considerava Dio come ‘un essere’ che abitava fuori dei confini di questo mondo, dotato di un potere soprannaturale e che interveniva periodicamente nella storia per rispondere alle preghiere o per imporre il suo volere sulla vita in questo mondo. E’ questa definizione che è diventata priva di senso con l’avanzamento della conoscenza. Oggi, nei cuori e nelle menti della maggior parte delle persone istruite del nostro mondo occidentale, un enorme punto interrogativo si trova nel luogo che una volta era occupato dal teismo. Una crisi di fede sta ora affliggendo uomini e donne moderni. Poiché la maggior parte delle persone non sono in grado di separare questa definizione umana di Dio dalla realtà di Dio, c’è la sensazione diffusa che Dio stia morendo, o che forse sia già morto. Come ho osservato in precedenza, questa non è una idea nuova. La morte di Dio è stata ufficialmente annunciata al mondo occidentale nel diciannovesimo secolo e non siamo stati in grado di venire a capo di questa discussione. Se il teismo è l’unico modo in cui Dio può essere inteso, allora la morte del teismo sembra lasciarci con l’a-teismo come nostra unica alternativa.
Tratto dal cap. 4 – La sfida della rivoluzione copernicana
A cura di Franco D’Amico