La scuola sta per cominciare. E' il terzo anno dell'era Covid e regna la solita confusione. Gli istituti sono alle prese con gli organici da completare e molti docenti in questi giorni hanno avuto l'attesa stabilizzazione, il passaggio cioè dal precariato al contratto a tempo indeterminato, o l'avvicinamento a casa, magari dal nord Italia.
Riuscire ad insegnare, in Italia, è davvero difficile, per tanti motivi. E, una volta diventati prof, è ancora più difficile riuscire ad ottenere l'avvicinamento a casa, per chi è siciliano. Infatti, nell'Isola, e in provincia di Trapani, i posti sono pochi, e le richieste tante (viceversa, al Nord, molte cattedre sono vuote) e per essere trasferiti qui dall'Emilia o dalla Lombardia, per citare le Regioni con più prof "emigrati", si ricorre a tutto, pur di avere un punteggio altro e scalare le classifiche. Spesso, su Tp24, abbiamo raccontato ad esempio, dei furbetti della 104, cioè di quei prof che, per ottenere l'avvicinamento, utilizzano i benefit di una delle leggi più moderne mai fatte in Italia, la 104, che permette, a chi ha un parente disabile, di poter ottenere il posto di lavoro vicino casa. Il fatto è che molti fingono di avere un parente disabile, o si mettono a carico la nonna, pur di avere l'avvicinamento.
Ma c'è un altro fenomeno, adesso, e riguarda il sostegno. In Italia per diventare prof bisogna laurearsi, ottenere dei crediti aggiuntivi, e poi vincere il concorso. Poi c'è tutta la galassia del precariato. Per diventare prof di sostegno, invece, dopo la laurea, bisogna fare un corso, che si chiama Tfa, lo organizzano le università ed è molto selettivo. E' difficile superare la prova per accedere al Tfa - un vero e proprio concorso - ma una volta dentro, si è sicuri del posto, se si termina, ovviamente, il corso con profitto. Negli anni le fila di partecipanti ai corsi per diventare insegnanti di sostegno si sono sempre più ingrossate, perché c'è molta richiesta, e perchè poi, molti approfittano del fatto di essere ormai dentro la scuola, per chiedere il passaggio, dopo qualche anno, dal sostegno all'insegnamento vero e proprio nella materia di loro competenza.
Proprio sul sostegno, adesso, sta accadendo una cosa. Una scorciatoia. Sono coloro che ottengono il titolo per il sostegno ... all'estero, e chiedono il riconoscimento del titolo in Italia. Ci sono Paesi dell'Unione Europea, infatti, dove è più facile ottenere il titolo per insegnare. E una volta ottenuto si chiede il riconoscimento in Italia. Ci sono agenzie, organizzazioni, centri studi che fanno questo servizio. Si paga tanto. E in poco tempo, studiando meno di quanto richiederebbe il Tfa, si ottiene un titolo bello e pronto per l'insegnamento. Solitamente queste organizzazioni si appoggiano a due Paesi dove ottenere il titolo è più facile: la Romania, e la Spagna.
On line è pieno di pseudo università, agenzie, centri studi che offronto il servizio dell'abilitazione all'insegnamento in Romania e in Spagna, dove a volte basta fare un semplice corso, anche on line, e poi superare un test a risposta multipla, per ottenere il titolo. Il corso dura mediamente sei mesi, costa dai 3mila ai 7mila euro, e dà la qualifica.
Quasi un candidato all'insegnamento su due in graduatoria, per quanto riguarda la Sicilia, viene proprio con il titolo ottenuto all'estero.
E' giusto? E' una beffa per chi crede che per diventare insegnanti ci vogliano studio e passione. E' legale? Si. Anche se non è scontato, perché poi il titolo deve essere riconosciuto in Italia, e la cosa non è automatica.
E così quest'anno, tra coloro hanno chiesto di essere inseriti nelle graduatorie per le supplenze (le famose Gps, anticamera della stabilizzazione) ci sono state solo in provincia di Trapani tantissime persone che hanno conseguito il titolo all'estero. A loro l'Ufficio Scolastico Provinciale ha chiesto le carte che comprovino il titolo, ma non le ha ritenute valide. E pertanto, alla fine, sono stati esclusi. Almeno per ora. Perchè questa appare la classica vicenda dove, tra un ricorso e l'altro, alla fine, i "diplomati all'estero" l'avranno vinta.
Tra i nomi ce ne sono alcuni di eccellenti, come Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale di Marsala, e Oreste Alagna, assessore della Giunta Grillo. Entrambi sono giunti alla laurea in periodi relativamente recenti, ed entrambi hanno pensato bene di appoggiarsi ad un istituto per il conseguimento del titolo per il sostegno all'estero. I due, infatti, figuaravano negli elenchi degli ammessi alle Graduatorie Provinciali di Supplenza, con riserva, nell'ambìto posto di docente di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado. All'inizio erano stati esclusi, poi il Tar ha emesso un decreto di sospensione dell'esclusione, in loro favore. Da qui l'accoglimento con riserva, il 24 Agosto, da parte del dirigente Catenazzo. Il giorno dopo, però, un'altra nota: l'avvio della esclusione dalle liste per i docenti con i titoli conseguiti in Romania e Spagna. E tutti gli ammessi con riserva sono stati chiamati a produrre copia del titolo estero da riconoscere in Italia.
In una nota, infatti, il Ministero dell'Istruzione chiarisce che il corso rumeno fa punteggio in graduatoria, ma di se non fa titolo per l'accesso alle Gps. E invece i “Cursi” spagnoli della Univerdidad Cardenal Herrera (CEU) “sono da ritenersi come “tituli propi”, sforniti di ufficialità nello Stato spagnolo, sfuggono a qualsiasi equiparazione con titoli italiani. Non corrispondono nemmeno a corsi di perfezionamento italiani in quanto privi di esame finale. Essi restano, perciò, equivalenti ad attestati di fine corso, mentre in merito ai corsi spagnoli di altre università, i documenti pervenuti sono stati considerati “improcedibili”.
Da qui, infine si è arrivati all'esclusione, per il presidente del consiglio Sturiano, per l'assessore Alagna e tutti gli altri. Qui c'è il decreto di esclusione dalla fascia aggiuntiva delle GPS dei docenti con titolo di specializzazione conseguito all'estero non riconosciuto, con tutti i nomi.
La vicenda di Sturiano e Alagna ne ricorda, mutatis mutandis, un'altra. Ovvero di quando, nel curriculum del Sindaco di Marsala Massimo Grillo, spuntò niente di meno che una laurea "ad honorem", addirittura, presso un'università di New York. E precisamente una "Laurea ad Honorem in Giurisprudenza presso l’Università Pro Deo di New York" (che ha studenti illustri, come Grillo infatti aveva ottenuto una laurea "ad honorem" nello stesso istituto Licio Gelli, quello della P2...), finita più volte nel mirino della stampa in inchieste sulla compravendita di lauree all'estero. In questo caso, tra l'altro, si tratta proprio di un titolo privo di alcun valore legale ...