Vaccini, via subito alla terza dose. Le altre notizie sul coronavirus
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L'Italia accelera sulla terza dose, già a Settembre, per fragili ed anziani. E' una delle principali notizie di oggi sul fronte coronavirus.
La campagna vaccinale fa segnare oltre 39 milioni di vaccinati completi e 79.7 milioni di dosi somministrate.
È?partito il conto alla rovescia per la terza dose a nove mesi dall’avvio della campagna che ha visto le prime iniezioni a fine dicembre del 2020 e ha già immunizzato almeno con una dose l’82% degli over 12 in Italia.
Priorità agli «immunocompromessi»
Si comincerà già da fine mese con i cosiddetti «immunocompromessi» (pazienti fragili e trapiantati) per poi passare ad over 80, ricoverati nelle Rsa e personale sanitario che si è vaccinato per primo. In tutto una prima platea di circa 9 milioni di italiani a cui poi seguiranno quasi sicuramente tutti gli altri - con tempi e modi ancora da definire - anche perché sulla necessità di un richiamo generalizzato a tutta la popolazione gli esperti, al momento, hanno opinioni differenti.
Verso il modello «misto» hub-medici di famiglia
Per la terza dose con i vaccini Pfizer e Moderna - «ce ne sono a sufficienza», ha detto lunedì il commissario Figliuolo - ci saranno ancora i grandi hub vaccinali anche se in prospettiva si andrà verso un modello di logistica «misto» affiancando sempre di più medici di famiglia e pediatri ai maxi centri.
Attesa per i pareri di Aifa e Ema
L’Aifa già ha sul tavolo della Cts, la commissione tecnico scientifica dell’Agenzia del farmaco, il dossier e dovrebbe pronunciarsi al massimo entro giovedì - senza dunque aspettare l’Ema che invece si pronuncerà tra qualche settimana - quando consegnerà il suo parere al ministero della Salute. Che a sua volta sta limando i numeri sulla platea di italiani che allungherà già a fine settembre il braccio per la terza volta per ricevere quella che viene definita la dose «booster»: i primi candidati sono innanzitutto i pazienti fragili e immunodepressi per circa 3 milioni di italiani, come ha indicato ieri lo stesso commissario Figliuolo.
In questo elenco ci sono anziani con pluripatologie, pazienti con malattie respiratorie, cardiocircolatorie e neurologiche. E poi diabietici, malati con fibrosi cistica e insufficienza renale oltre a pazienti con malattie autoimmuni, epatiche, cerebrovascolari, oncologiche e del sangue. Infine rientrano tra i fragili anche i trapiantati, i grandi obesi e i malati di Hiv. Per questa categoria le prime iniezioni dovrebbero partire come detto a fine mese visto che per molti di questi malati come a esempio i pazienti oncologici il calo dell’immunità avviene già a partire da 4 mesi dalla vaccinazione. A chiamare i pazienti «fragilissimi» per la terza dose saranno le strutture sanitarie che li hanno in carico per gli altri invece si passerà per gli hub e gli studi dei medici di famiglia.
Dopo la categoria degli «immunocompromessi» toccherà in autunno agli over 80 che sono 4,4 milioni - parte di questi sono però ricompresi tra i pazienti fragili - e gli ospiti e il personale delle Rsa (570 mila persone) e infine gli operatori sanitari (circa 1,9 milioni). Per un totale di circa 9 milioni di italiani.
Terza dose a tutti nel 2022
Per il resto della popolazione bisognerà aspettare il 2022 e il via libera sembra abbastanza scontato: «Perché la terza dose non è qualcosa di eccezionale ma in vaccinologia è lo standard. In chi ha risposto male alle prime 2 dosi aiuta a far partire la risposta, mentre in chi ha risposto bene serve a prolungare la memoria immunologica», spiega Sergio Abrignani, immunologo dell'Università di Milano e membro del Cts. Quello che non è ancora chiaro sono soprattutto i tempi: al momento l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, che sta valutando il via libera alla terza dose Pfizer ha sottolineato più volte che non c’è nessuna urgenza per un richiamo a tutta la popolazione.
FAUCI. “Ora negli Usa e nel mondo la variante Delta è predominante: abbiamo lo sguardo rivolto anche alla Mu e alle sue mutazioni, ma rappresenta meno dello 0,5%. Speriamo di tenere la Delta sotto controllo, visto che i vaccini funzionano molto bene: il problema negli Usa è che, mentre una buona fetta di persone è stata vaccinata, 75 milioni di individui, che potrebbero esserlo, non lo sono. Quando anche queste persone saranno vaccinate, avremo una migliore gestione della situazione”. Lo ha detto l’immunologo Anthony Fauci, immunologo Usa e consigliere medico capo del presidente Joe Biden, in un’intervista a ’La Stampa’. “L’autunno in Italia? Penso che siate nella stessa condizione degli Usa. È necessario vaccinare il maggior numero possibile di individui. Dobbiamo essere sicuri - ha aggiunto - che in nazioni dove l’accessibilità ai vaccini è ampia, come in Italia, tutto proceda rapidamente. Se sarete veloci, in autunno si potrà tenere tutto sotto controllo”. La terza dose, a suo dire, “è una buona idea. Abbiamo visto negli Usa, e in Israele, dove i programmi sono più avanzati, che dopo alcuni mesi l’efficacia dei vaccini diminuisce, sia nel caso di sintomi leggeri sia nel caso di quelli più gravi che necessitano di un ricovero. E questo soprattutto nel caso della variante Delta. Basandoci sui dati, prevediamo, entro settembre, di iniziare a distribuire negli Usa la terza dose di Pfizer, Moderna o Johnson&Johnson”. No-vax e scettici non demordono e molti muoiono: lei come reagisce? “Sono molto preoccupato. Si tratta di contagi e di morti evitabili”, la replica di Fauci.
VACCINI IN DONO. “Sin dall’inizio della pandemia, l’Italia è stata fra i primi Paesi a sostenere l’importanza di un accesso equo e universale ai vaccini, le cure e i test per il Covid-19, sulla base di un principio di solidarietà internazionale secondo il quale nessuno sarà al sicuro fino a che non lo saranno tutti. Solo attraverso la cooperazione internazionale e il rafforzamento del sistema di salute globale, infatti, si potrà porre fine alla pandemia”. È quanto si legge in una nota diffusa oggi dalla Farnesina, nella quale si sottolinea che “è su queste basi che nel 2020 l’Italia ha dato vita, insieme ai suoi principali partner, all’Acceleratore Act (‘Access to Covid-19 tools accelerator’) e alla ‘Covax Facility’ al suo interno, di cui è fra i principali sostenitori con un contributo di 385 milioni di euro”. “Inoltre – viene evidenziato –, in qualità di Presidenza del G20, l’Italia è impegnata a porre al centro dell’agenda internazionale i temi della salute e della preparazione a fronte di nuovi potenziali rischi pandemici, come confermato in occasione del Vertice sulla Salute globale organizzato il 21 maggio scorso insieme alla Commissione europea”.
“Oltre al contributo finanziario, entro il 2021 l’Italia donerà 15 milioni di dosi di vaccino ai Paesi a medio e basso reddito, principalmente tramite Covax”, prosegue la Farnesina, precisando che “le donazioni sono iniziate ad agosto, con la destinazione dei primi lotti a Covax, che ne sta curando l’allocazione tramite Gavi, Oms e Unicef. Ad oggi sono state assegnate oltre quattro milioni di dosi donate dall’Italia. Uno dei primi Paesi a ricevere le dosi donate sarà il Vietnam, cui ne verranno consegnate 800.000 tra pochi giorni”. “Si tratta di un importante gesto di amicizia e di solidarietà – viene rimarcato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale – nei confronti di un partner strategico per l’Italia nel Sud-Est asiatico e nell’Asean. Fra gli altri Paesi che riceveranno a breve dosi donate dall’Italia anche Albania, Indonesia, Iran, Iraq, Libano, Libia, Yemen”.
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