Il caso Europeade di Trapani spiegato dall'inizio
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Per fare chiarezza sulla vicenda dell'Europeade abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Pietro Pellegrino, uno dei tre membri del CIE (Comitato Internazionale Europeo.) nel quale rappresentano l'Italia, e referente per il meridione.
Uniti nelle diversità, è questo l'intento di questa manifestazione nata nel 1964 da una intuizione del fondatore Mon De Clopper creare uno spirito europeo tra i popoli che ne fanno parte partendo dalle singole culture folkloriche. Un raduno annuale che coinvolge oltre seimila persone in una città europea sempre diversa, una logistica imponente che seleziona le candidature, dopo attenti sopralluoghi per valutare se esistano le condizioni per essere accreditati. A decretare la città vincitrice sarà una votazione composta da tutti i componenti del CIE.
La città che si aggiudica l'edizione, per l'anno stabilito, riceverà una cospicua dote in denaro pari a una parte della quota di partecipazione di ciascun componente dei gruppi folklorici partecipanti (circa 6,000). Quello che invece si chiede, in termini economici, alla città ospitante, è un investimento di oltre un milione di euro per coprire tutte le spese necessarie durante la cinque giorni di esibizioni pubbliche. Oltre seimila persone dovranno essere ospitate, generalmente all'interno di scuole o tende, grazie al coinvolgimento anche della protezione civile. Insomma una vera macchina da guerra che comporta grandi responsabilità, in cambio, il territorio ospitante riceve un ritorno economico e d'immagine davvero formidabile.
Con Pietro Pellegrino ora proviamo ad affrontare la questione Trapani partendo da una premessa necessaria per capire meglio come ci si è arrivati. Dal 2004 il ruolo di Pietro lo ha visto impegnato a perorare la causa del suo territorio, partendo da Marsala, sua città d'origine, tutte le amministrazioni che hanno governato non hanno creduto in questo progetto, talvolta per un fatto politico, altre volte per vera miopia. "L'episodio più avvilente, ricorda Pietro, è stato quello avvenuto durante il governo di Giulia Adamo, l'anticamera fatta fare al commissario Bruno Peeters arrivato da Bruxelles è stata tale da indurlo ad andarsene senza aver discusso della questione, ecco, aggiunge Pietro, se proprio vogliamo parlare di malafiura quella può aggiudicarsi la Palma d'oro. Marsala non ha certo lasciato un buon ricordo tra i componenti del comitato organizzatore".
Tra i tanti tentativi fatti in tutti questi anni va citato anche quello che vede coinvolta Eleonora Lo Curto, l'onorevole che oggi si rammarica per la rinuncia di Tranchida. Quando, a suo tempo, venne sollecitata a intestarsi l'evento, "non solo non conosceva questa manifestazione europea, ma dinnanzi alla richiesta dell'impegno economico necessario per ospitare la kermesse ha risposto che eravamo dei pazzi". Oggi invece, afferma di essersi adoperata, in Regione, per fare accantonare una cifra importante a favore dell'edizione trapanese, Sarebbe interessante conoscere se esiste questo impegno di spesa e qual è l'importo. Per farla breve Marsala non ha mai avuto, in tutti questi anni, un sindaco tanto lungimirante da vedere, non solo l'investimento economico da affrontare, ma soprattutto il grande ritorno economico che tale manifestazione avrebbe avuto sul territorio anche a lungo termine. Tutto il coraggio che è mancato a Marsala lo ha invece avuto il sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone che, pochi anni fa, ha voluto incontrare il comitato organizzativo per proporre la candidatura della piccola cittadina che governa. Purtroppo il sopralluogo, necessario per avallare la richiesta , ha decretato che gli spazi disponibili non sarebbero stati sufficienti per assicurare lo svolgimento del grande evento. Dalle nostre parti si dice: u signuri runa i viscotta a cu unnavi renti , aggiunge Pietro per cercare di esorcizzare le delusioni accumulate in tutti questi anni.
Arriviamo ora a Trapani, "la città ha tutto ciò che serve per candidarsi, compreso il coraggio di chi l'amministra, lasciatemelo dire", continua Pietro. Giacomo Tranchida, sollecitato dai suoi assessori, Andreana Patti e Rosalia D'Alì, ha accolto con grande entusiasmo questa possibilità, "ha fatto tutto il necessario affinché si potesse candidare la città che amministra, ma soprattutto ha firmato il contratto tutelato dal Diritto internazionale che lo avrebbe impegnato giuridicamente per l'anno 2021".
Ecco dunque il punto, il 2021. La pandemia nel 2019, anno di stipula del contratto, non era ancora partita, nessuno poteva immaginare lo sconvolgimento che avrebbe subito l'intero pianeta già a partire dal 2020, anno questo che ha visto saltare l'edizione dell'Europeade che si sarebbe tenuta a Klaipeda, città che ha ora il diritto di ospitare l'edizione del 2022, salvo complicazioni pandemiche. "Giacomo Tranchida non ha smesso di credere in questa imponente opportunità, il suo impegno lo vincolava per l'anno 2021, nel 2023 non sarà più lui, forse, a governare la città di Trapani, in ogni caso la commissione organizzatrice non ha sollevato alcuna obiezione perché le sue motivazioni non sono campate in aria anche se sarebbe stato più corretto anticipare la sua decisione a quanti avevano dato disponibilità per accogliere la manifestazione".
La buona notizia: ora tutti parlano di Europeade, molti ancora la considerano una sorta di Festa di paese solo un po' più in grande. L'Europeade è una festa sì, ma di PAESI, è il sogno di quanti credono in una Europa che vada oltre l'economia e la finanza, una possibilità di coltivare uno spirito europeo che faccia sentire i popoli che ne fanno parte Uniti nelle diversità.
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