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24/08/2021 06:00:00

Il depuratore di Selinunte rischia il crollo, liquami finiscono in mare. Il video

 Rischia di precipitare sugli scogli la vasca di cemento che connette i liquami dal depuratore al pennello a mare, per lo scarico finale.

Avevamo parlato QUI del continuo sversamento di reflui fognari sulla spiaggetta sottostante, imputando il problema al ritorno delle “false acque bianche”. Purtroppo si tratta di “vere acque nere”, sprigionate da un collettore che si sarebbe rotto a causa di uno smottamento.

Sì, perché la zona è argillosa. E nel corso dei decenni, ha provocato delle tremende crepe alla base dell’intero impianto che si affaccia sul mare di Selinunte.

 

Nel maggio scorso il depuratore aveva avuto un guasto.

La “Ecotecnica srl”, che lo gestisce, aveva fatto sapere al comune che per ripararlo occorreva scaricare direttamente in mare i reflui non depurati. Ecco perché il sindaco aveva emesso un’ordinanza di divieto di balneazione e pesca, esteso ad un raggio di 300 metri dal punto di scarico. Terminati i lavori, il sindaco avrebbe emesso un’altra ordinanza. Il posto non sarebbe diventato certo balneabile, ma non ci sarebbe più stata l’estensione ai 300 metri di raggio.

Le cose, purtroppo, sono andate diversamente. Nessuna nuova ordinanza, perché i lavori andati avanti per l’intero mese di maggio, sarebbero stati sospesi ai primi di giugno, con l’approssimarsi della stagione estiva.

 

Ma dall’ordinanza sindacale del 10 maggio si legge che “il perdurare dell’evento di guasto comporta la non regolare funzionalità dell’impianto che, in assenza nell’immediato di un intervento risolutivo, potrebbe in seguito causare l’interruzione del servizio, arrecherebbe danni patrimoniali certi e gravi all’Ente, nonché creerebbe problematiche di tipo igienicosanitarie ed ambientali”.

 

Ed in effetti, sembra essere successo proprio questo.

La certezza che si trattasse di “vere acque nere” l’abbiamo avuta qualche giorno fa, arrampicandoci dalla spiaggetta verso il depuratore. Qualcuno però aveva fatto già un sopralluogo, tagliando parte della fitta vegetazione di canne e arbusti, permettendoci così di arrivare fino alla vasca finale che si collega col “pennello a mare”.

Arrivati sopra questa grande piattaforma di cemento, c’era un tombino arrugginito, forse mai aperto. Si sentiva il rumore dei reflui che entravano, ma anche quello dei liquami che uscivano di sotto. Tutto intorno era melma, parzialmente essiccata.

STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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