Gentile redazione di Tp24.it, mi sembra necessario spendere alcune parole per ovviare all’imbarazzante corsivo di Vittorio Alfieri dell’8 agosto 2021 intitolato: “Il Green pass, i rifiuti, Libertarismo o Anarchia?“.
Sia chiaro: non mi importa ingaggiare inutili polemiche con Alfieri.
Ritengo però doveroso rispondere a certe corbellerie perché è davvero insopportabile l’idea che i lettori di Tp24 debbano sorbirsi contenuti di questo genere senza che nessuno intervenga per ristabilire almeno un po’ di correttezza.
Trovo abbastanza significativo che la definizione di “Libertarismo“ usata da Alfieri sia stata interamente scopiazzata dalla relativa voce di Wikipedia. Un triste segno dei tempi in cui viviamo, dove sempre più persone pensano di potersela cavare pescando qua e là informazioni su internet anche per trattare argomenti che meriterebbero ben altro approfondimento.
In che modo si siano palesati, secondo l’autore, “i moderni libertari”, laddove si parli di Green pass, non è dato sapere, ma il pressappochismo con cui viene affrontato l’argomento farebbe arrossire il più sfrontato degli scolari, colto in flagranza mentre consulta gli appunti sotto il banco durante un compito in classe. Quando poi l’autore si avventura nella definizione di Anarchia (e avrebbe fatto meglio a parlare, più propriamente, di anarchismo) ai lettori viene servito un cocktail indigesto in cui si frullano, a sproposito, il movimento no global, il black bloc e il G8 di Genova (che si svolse nel 2001 e non nel 2008).
Al termine di questa maldestra trattazione si capisce finalmente dove voleva andare a parare l’autore: la gestione della raccolta dei rifiuti a Marsala.
Diciamo le cose come stanno.
A dispetto delle citazioni pseudocolte con cui vengono scomodati Malatesta e Bakunin, Alfieri utilizza il termine “anarchia” per stigmatizzare i cattivi comportamenti degli incivili che insozzano le nostre città senza alcun rispetto delle regole. Si tratta, invero, del solito trucco con cui le idee libertarie vengono tradizionalmente screditate, più o meno in malafede.
In realtà, una società genuinamente anarchica, è una società in cui ciascuno/a contribuisce attivamente al benessere collettivo prendendosi anche cura del territorio in cui tutti vivono. Il mondo desiderato dai libertari e dagli anarchici è un mondo in cui le regole nascono dal basso e in cui non occorre un’autorità che le imponga dall’alto. Alla base dell’anarchismo c’è la responsabilità di ciascun individuo perché per fare a meno del potere è necessario coltivare una libertà fondata sulla responsabilità e, di conseguenza, sulla solidale collaborazione tra tutte le persone, nel segno dell’uguaglianza e del rispetto reciproco.
Si può essere d’accordo con tutto questo oppure no, e lo si può ritenere più o meno realizzabile, ma non è questo il punto.
Il punto è che non è accettabile che teorie politiche tanto articolate e complesse vengano utilizzate così superficialmente per sostenere le proprie argomentazioni.
Alberto La Via
Sig. Alberto La Via mi fa piacere la sua missiva e il suo desiderio di rendere edotti altri lettori rispetto al pezzo da me scritto. Penso: "é possibile che Wikipedia utilizzi la definizione di Libertarismo di manuali di scienza della politica?", spero di non farla sudare eccessivamente se le cito a tal proposito G. Pasquino o N. Bobbio. Non celo che mi capita di leggerla l'enciclopedia online. È fattibile il punto che sia sbagliata la chiave di lettura? Comunque i lettori sono sacri perché sono anche loro a sancire la bontà dell'esposizione. Quindi raccolgo il suo invito, tenterò di essere meno pressappochista.
Vittorio Alfieri