Selinunte. Le false acque bianche tornano ad inquinare, ecco dove e perché
Liquami fognari direttamente in mare a Selinunte.
Da diversi giorni, proprio sotto il depuratore, a circa 300 metri dal porticciolo turistico, c’è uno sversamento continuo di reflui non depurati che attraversano l’arenile raggiungendo il mare.
Insetti, melma, cattivi odori.
Ecco perché anche quest’anno, Goletta Verde ha rilevato il punto come “fortemente inquinato”.
E la cosa curiosa è che la causa di questo inquinamento non va cercata in un malfunzionamento del depuratore. Si tratta infatti del canale delle acque bianche, per il quale non è prevista alcuna depurazione. Una rete che raccoglie (o meglio, dovrebbe raccogliere) le acque meteoriche, quelle non fognarie.
Non servono a nulla quindi i controlli del ciclo depurativo e i rilievi in uscita dalla struttura: lo sversamento avviene un metro prima. Sarebbe come controllare il funzionamento di una lavatrice perché alcuni panni sono rimasti sporchi, senza rendersi conto che questi sono rimasti fuori prima che venisse avviato il lavaggio.
Il fenomeno è atavico. Ed è dato dal fatto che il sistema fognario della borgata è di tipo separato: una rete per le acque nere ed una per le acque bianche. Peccato che, nel corso dei decenni, gli scarichi fognari di molte abitazioni ed esercizi commerciali siano stati collegati alla rete delle acque bianche, per le quali (come abbiamo detto) non è prevista alcuna depurazione prima di finire direttamente in mare.
Ce n’eravamo già occupati nel 2013, con un servizio video (potete vederlo qui) che creò molte polemiche. Tanti erano convinti che di queste cose non si sarebbe dovuto parlare in piena stagione estiva. Salvo poi, in inverno, dimenticare tutto.
Ben otto anni fa, l’allora sindaco Errante aveva annunciato che anche le acque bianche (in realtà nerissime, come tutti sanno) sarebbero state convogliate al depuratore. E nel 2016, aveva emesso pure un’ordinanza che obbligava i vigili urbani ad effettuare tutte le verifiche necessarie per individuare “eventuali allacci abusivi lungo il tracciato della condotta per acque bianche”. Il tutto entro 90 giorni, col supporto dei tecnici del comune.
Dopo i primi sopralluoghi, però l’operazione si fermò.
A riprendere le fila fu la Commissione straordinaria che, nel marzo del 2019, con l’assistenza diretta della Capitaneria di Porto, iniziò un’indagine a tappetto su tutto il territorio (abitazioni e attività commerciali).
Iniziarono subito con un ristorante e con un residence turistico, entrambi allacciati abusivamente alle acque bianche. Ma per controllare altri pozzetti, si sarebbe dovuta aspettare la piena stagione turistica, quando la presenza delle acque nere sarebbe stata più massiva.
Ecco perché l’ingegnere Giuseppe Riccio, allora funzionario sovraordinato della Commissione straordinaria, aveva dato disposizioni all’ufficio tecnico affinché venissero fatte le ispezioni nella prima settimana di luglio.
Intanto però, i primi abusivi avrebbero dovuto modificare i propri allacci, pagare la sanzione amministrativa ed affrontare la vicenda anche dal punto di vista penale. Diversamente non avrebbero potuto riaprire .
Ma le cose sono andate diversamente.
I commissari terminarono i due anni di amministrazione straordinaria prima dell’inizio dell’estate 2019, con le elezioni comunali vinte dai 5 Stelle.
Poi, la pandemia e l’ulteriore riduzione del personale del comune a causa dei pensionamenti, hanno prodotto l’ennesimo stop.
Oggi il problema riaffiora (letteralmente). Ma c’è tutta un’economia in ripresa, tra l’altro minacciata dagli effetti della variante Delta del Covid. Quindi la “soluzione” è quella di non parlarne.
E se Goletta Verde parlerà di mare fortemente inquinato, basterà precisare che ci si riferisce soltanto a quel punto. Tutto il resto è balneabile, non creiamo allarmismi inutili.
Meglio mettere la polvere sotto il tappeto. Anzi, la fogna sotto le rocce.
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