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31/07/2021 06:00:00

La Sicilia devastata dagli incendi. Da Palermo a Catania, a Trapani. Cosa sta succedendo

La Sicilia brucia. Le fiamme dell’inferno avvolgono l’isola in un grande enorme rogo appiccato dall’uomo, alimentato dal gran caldo di questi giorni.

L’isola è devastata. Da Erice a Portella della Ginestra, da Enna a Piana degli Albanesi. Brucia anche Pantelleria, in fiamme il Catanese. Bruciano le montagne del Palermitano le cui ceneri arrivano fino in città, nei balconi del capoluogo. E chissà che non sia arrivata, la cenere, sugli abiti sudati dai 45 gradi all’ombra dei politici che guidano quest’isola e la guardano senza soluzioni andare in fiamme.

Sono incalcolabili i danni alla vegetazione e al patrimonio boschivo di questi giorni.
Per tutta la giornata di ieri interventi aerei per spegnere le fiamme nella zona tra Piana degli Albanesi, Altofonte e San Giuseppe Jato, ormai un unico incendio. Le fiamme, come temevano i soccorritori, sono arrivate fino a Monte Kumeta. Non è rimasto più nulla anche del bosco di Cerasa sopra San Giuseppe Jato.
A Caccamo, a Polizzi Generosa, nella zona del bosco della Ficuzza altre fiamme. Brucia anche la Sicilia Orientale: a Catania un vasto rogo si è sviluppato nelle periferia della città, tra il rione Fossa della creta e via Palermo.
Il fumo si alza altissimo e il traffico è stato bloccato per precauzione sull'asse dei servizi. Vigili del Fuoco, corpo forestale, militari, volontari sono in azione da giorni per arginare le fiamme. La protezione civile ha diramato un’allerta per tutti i territori dell’Isola. Fino al 6 agosto, sono previste pericolosità “Alta” o “Media” per il rischio incendi.

 


Il Dipartimento di Protezione Civile Siciliana ha diramato una nota che prevede livelli di allerta di attenzione (allerta rossa)
o di preallerta (allerta arancione), con livelli di ondate di calore dal 2° al 3° livello massimo. Tutte le forze in campo sono in stato di allerta, niente ferie fino alla fine dell’emergenza. Ma è davvero difficile contrastare il vasto fronte del fuoco.

 

 

"Come purtroppo temevamo, a causa delle altissime temperature che già da ieri stiamo registrando in #Sicilia, l’Isola è aggredita da #incendi di vasta estensione, alcuni dei quali veramente gravi per la devastazione che ne consegue. Una situazione resa ancor più tragica dalla rinnovata azione dei piromani che, come accertato dalle indagini degli inquirenti, appiccano scientificamente il fuoco in più punti causando danni irreversibili al patrimonio boschivo e mettendo a rischio persino l’incolumità delle persone. Si tratta di criminali che, lo ribadiamo, meriterebbero il carcere a vita per azioni scellerate che cancellano identità e storia del nostro territorio, come è accaduto ieri a Portella della Ginestra e Piana degli Albanesi. Sono vicino alle tantissime persone che, ancora oggi, sono state costrette ad abbandonare le loro case perché minacciate dal fuoco" ha detto il presidente della regione Nello Musumeci.

 

In molte zone le persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, lambite dalle fiamme. Centinaia le persone evacuate. Danni incalcolabili per il patrimonio boschivo e la vegetazione. Secondo Coldiretti ci vorranno 15 anni per ripristinare ciò che è stato distrutto dalle fiamme. Si contano i danni ad Erice, dopo l’incendio che ha devastato la montagna. Oltre 150 ettari sono andati in fumo, di cui 40 di boschi.

“A chi deve essere imputata la mancata sorveglianza delle aree boschive, quella giornata era stata ampiamente annunciata come ad alto rischio incendi a causa delle avverse condizioni meteo forti venti di scirocco e alte temperature condizioni ottimali affinché anche una semplice brace si trasformi in un arrestabile rogo?” si chiedono da Fratelli d’Italia.

Gli incendi entrano nel dibattito politico. In questi giorni si discute molto sul nostro ambiente. Si discute sui cambiamenti climatici, anno dopo anno in Sicilia fa sempre più caldo, un caldo secco, torrido, ma soprattutto prolungato che si trasforma in alleato dei piromani. E poi c’è il trattamento che riserviamo ai territori. Si discute molto delle campagne antincendio partite in ritardo in molti territori. Le montagne a inizio estate non erano state “tagliate” con i viali tagliafuoco. Danni irreparabili alla vegetazione, alla macchia mediterranea, al patrimonio boschivo. E dall’Ars, una suggestione, della deputata Valentina Palmeri, non proprio fuori luogo, legata all’utilizzo dei terreni agricoli per i campi fotovoltaici, il nuovo milionario business.
"Nelle ultime settimane – afferma la deputata dei Verdi - Europa Verde - hanno destato clamore le numerose richieste di utilizzare terreni agricoli per la realizzazione di mega impianti solari; ciò anche per la presunta correlazione ai numerosi incendi che hanno interessato diverse aree agricole".


Prendendo spunto anche dalla proposta ricevuta in questi giorni da parte del Coordinamento Agroecologia Sicilia, di integrazione del Piano Energetico Regionale con un Piano Energetico Rurale, nonché dalle varie disposizioni vigenti la deputata trapanese ha chiesto di trattare il tema in una seduta d'aula ad hoc, "per avviare un dibattito su una reale transizione ecologica, anche votando la mia mozione ed eventuali altri atti presentati sull'argomento."

Si dibatte sulla prevenzione, sull’utilizzo del nostro territorio, nel frattempo la Sicilia continua a bruciare, e continua l’allerta. Per tutto il fine settimana sono previsti 40 gradi di media. Giorni roventi, in tutti i sensi, per un’isola devastata.

 



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