Da una settimana il suo cadavere era, in pratica, sotto gli occhi di tutti. Ma non lo aveva capito nessuno. Francesco Pantaleo è morto. E non ieri. Ma già da lunedì, quando il suo corpo, carbonizzato, è stato trovato vicino la sponda di un torrente, nelle campagne in provincia di Pisa, accanto ad un campo di girasoli. Solo che, fino ai risultati dell'autopsia, nessuno aveva fatto il collegamento tra quel corpo irriconoscibile - per la cui identificazione, infatti, sono serviti cinque giorni - e il giovane studente universitario di Marsala di 23 anni che aveva fatto perdere le sue tracce.
Era la speranza a fare andare avanti le ricerche. I vigili del fuoco sono stati impegnati con squadre di terra e droni lungo tutta l'asta fluviale dell'Arno e, in particolare, verso la foce del fiume. La famiglia aveva fatto più di un appello.
A casa aveva lasciato tutti i suoi effetti personali (occhiali da vista, telefono cellulare, computer, nuovo e dal quale avrebbe forse cancellato alcuni file, e bancomat). Già questa circostanza aveva fatto pensare all'idea di farla finita, forse per alcuni esami andati male all'Università e nascosti ai suoi genitori. Che infatti in ogni appello ripetevano la stessa frase: "Francesco, torna a casa. Non devi preoccuparti, qualunque cosa sia successa. I problemi si risolvono".
Ma Francesco era già morto.
"Venerdì pomeriggio, quando mi ha chiamato l'ultima volta, l'ho sentito diverso, stanco - ha raccontato la madre Franca nei giorni scorsi - Era nervoso perché aspettava l'esito dell'ultimo esame. Gli ho detto di non preoccuparsi". "Penso che ci abbia nascosto di non aver superato qualche esame - sospiravs il padre - Diceva che mancava poco alla laurea, che avrebbe concluso il suo percorso a luglio. Forse ha avuto un momento di panico. Abbiamo contattato i suoi amici, nessuno ha idea di cosa sia successo".
"Vorrei dirgli che nessuna cosa è irreparabile, che tutto si aggiusta - ripeteva il padre, il primo a dare l'allarme via social - Vorrei chiedergli di tornare sui suoi passi. Noi lo aspettiamo a braccia aperte".
Intanto domenica 25 Luglio a Pisa era stata fatta una scoperta orribile: un cadavere carbonizzato sul ciglio di un fossato ad Orzignano, frazione del comune di San Giuliano Terme, lungo via di Pescina. Il corpo è stato ritrovato nelle vicinanze di un campo di girasoli.
Cinque giorni dopo, il riscontro del Dna non lascia dubbio alcuno. Quel cadavere è Francesco.
Secondo i carabinieri il giovane potrebbe essersi ucciso, anche se si stanno valutando tutte le ipotesi. L’autopsia dovrà stabilire se ci sono segni di violenza esterna.