Una sorta di riscatto dal covid-19 e dalla quarantena (come i titoli stessi di alcune opere suggeriscono), voglia di rinascita e di fare gruppo, c’è questo, ma anche molto altro nelle intenzioni della collettiva di pittura “Morfologie. Per sguardi, tracce. Una scholé mazarese”.
UNA SCUOLA SENZA ‘MAESTRI’ – “La parola scuola, Scholè, intesa come laboratorio creativo, ha voluto sottolineare Fabio Accardo Palumbo, nel suo discorso di saluto a nome degli artisti della scuola di Mazara durante la serata di inaugurazione del 10 luglio scorso – non vuole essere infatti una dichiarazione di manifesta superiorità rispetto a chi di questa scuola non fa
parte, al contrario, vorrebbe avere una valenza didattica, nel senso di un confronto, di un dibattito continuo all’interno di un territorio il nostro, molto ricco culturalmente e umanamente denso che ha molto da offrire e che però a nostro avviso dovrebbe percorrere strade di una più intensa relazione e risocializzazione”. Come ha scritto nel catalogo della mostra, il poeta e saggista
marsalese, Antonino Contiliano:“In questa mostra si coglie «il bisogno e il sogno di questi artisti mazaresi di fare “gruppo” (collettivo) in un mondo (il contemporaneo) in cui si mira sempre più alla frammentazione isolazionista degli individualismi competitivi di mercato (un fiorente mercato, quello dell’arte sponsorizzata e pubblicizzata dai mercanti di mestiere e dai profitti …). E forse è qui una delle implicite ragioni per cui questi artisti mazaresi – Paolo Asaro, Giacomo Cuttone, Fabio Accardo Palumbo e Giuseppe Tumbarello – amano rischiararsi al vento solare del “meme” Scuola e chiamarsi La Scuola di Mazara». Il curatore della mostra, Aldo Gerbino, critico d’arte e poeta, si è soffermato con particolare pregnanza – il giorno del “vernissage” – sui linguaggi espressivi adottati dai singoli artisti, sullo specifico meticcio e sulle ascendenze geografiche e culturali del loro lavoro comune, oltre che sugli aspetti ‘morfologici’ (morfologia: studio, descrizione delle forme n. d. a.) evocati nel titolo.
Come si legge in premessa al catalogo della mostra – che contiene tra l’altro due densi saggi introduttivi degli stessi Gerbino e Contiliano, e in cui si tracciano i presupposti teorici per una vera e propria “Scuola di Mazara” – i quattro artisti nel loro “documento programmatico” si riferiscono alla città di Mazara come a un “laboratorio creativo”, evidenziando che “è stata sempre terra fertile nel campo delle arti visive”, oltre che “luogo realistico quanto visionario in cui accade tutto quello
che attraversa il resto del Mondo”. “Se l’arte – ha proseguito il portavoce dei quattro artisti – che riesce ad attraversare la
complessità dell’esistenza cercandone lo splendore della sua bellezza e a decifrarne in parte l’insondabile mistero, attraverso i suoi linguaggi multi potenziali, trova la sua vera sostanza quando si fa incontro, ponte verso l’altro, il nostro auspicio è che questa manifestazione possa essere in qualche modo “germinativa”.
QUATTRO ARTISTI 48 OPERE – La mostra – rinviata più volte a causa del Coronavirus – prosegue fino al 8 agosto presso la Galleria d’Arte “Santo Vassallo”, all’interno del Complesso monumentale “Filippo Corridoni” di Mazara del Vallo – dà conto dell’operato di quattro artisti mazaresi di formazione e di generazioni diverse, Fabio Accardo Palumbo, Paolo Asaro, Giacomo
Cuttone, Giuseppe Tumbarello, per un totale di quarantotto opere esposte, alcune delle quali realizzate durante la quarantena dell’anno scorso.“Se davvero dunque – ha concluso il portavoce alla fine del suo ringraziamento – crediamo nel banalissimo detto “l’unione fa la forza”, e noi ci crediamo, dovremmo allora poter perseguire ogni giorno l’impegno sempre nuovo, di incontrarci, di discutere, di dibattere, di aiutarci a vicenda, di “fare rete” (si lo so…un termine ultimamentealla moda), di avere cura… cura di noi stessi, degli altri, cura della cosa pubblica, che è cosa di tutti, quindi restiamo uniti sempre, in tempi in cui forze oscure ci vogliono separati.(…) Se l’energia come principio vitale presiede la forma e ne è generatrice, vi lasciamo con un augurio forse un po' sognante… è che il nostro e il vostro stare insieme possano diventare un “ensemble”, come una musica, una vibrazione, un suono potente, generatore di sogni realizzabili.”
LE IMPRESSIONI DEL PUBBLICO – E noi di Tp24.it abbiamo chiesto a caldo le suggestioni, scaturite dalla visione di questa esposizione, ad uno dei visitatori, intervenuto il giorno dell’inaugurazione. “Ho trovato magia in una mostra di pittura – dice Roberto Rini – in un luogo di confine, perché nei tratti onirici comuni a questi pittori, nei paesaggi che sembrano aver
interiorizzato come rampe di lancio per viaggi individuali straordinariamente sognanti, (a volte quasi dei trip da piante psicotrope…), nei colori accecanti che diventano poi fondi cupi come il mare notturno e abissi dell'animo umano, nelle organiche scomposizioni o metamorfosi delle forme, ci vedo quello che l'arte potrebbe fare: il tentativo di ricomporre una realtà, di coglierne i tratti essenziali, quando il senso della realtà e del riconoscimento in essa tende a svanire nella dispersione e nella frammentazione... e l'arte questo lo fa prima di mille parole e di mille azioni sociali...arriva dritto al cuore delle cose. Per questo ha un ruolo pazzesco nel ricomporre la coscienza, individuale e collettiva, nel richiamare i vari mondi che ci abitano o coesistono nello stesso spazio. In tempi cupi – ha concluso Rini – una mostra, un concerto, una performance teatrale o di danza, un qualsiasi evento d'arte, in questo caso di pittura, può essere una vera Resistenza all'entropia e un richiamo all'identitá”.
MOROFOLOGIE: DATE E ORARI – L’evento, che ha richiamato molti visitatori tra artisti provenienti dalla provincia di Trapani, amatori e turisti (pubblicare foto allegata), è stato promosso dall’Istituto Euroarabo col puntuale intervento dell’architetto Maurizio Tosco, patrocinato (gratuitamente) dal Comune di Mazara – rappresentata per l’occasione inaugurale dall’assessore alla Cultura, Germana Abbagnato –. La mostra è inserita nel programma dell’estate mazarese, denominata quest’anno “In zona blu”, e sarà possibile visitarla, fino al prossimo 8 agosto, con i seguenti orari: da martedì a domenica, la mattina dalle 10 alle 13 ed il pomeriggio dalle 17 alle 20 (lunedì chiuso).
Alessandro Accardo Palumbo
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