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24/07/2021 06:00:00

La (vecchia) sinistra siciliana bacchettata dai giovani agli "stati generali"

 La sinistra in Sicilia è alla sua prova del nove, bisogna iniziare una campagna elettorale che poi conduca non solo alle amministrative ma alle elezioni regionali.

I Cantieri culturali alla Zisa hanno visto arrivare abbastanza giovani e tanti politici di lungo corso.
I partiti di centro sinistra c’erano sono tutti, anche i rappresentanti del Pride, e poi ancora Cleo Li Calzi, Antonello Cracolici, Carlo Vizzini, Claudio Fava, Anthony Barbagallo, e poi i rappresentanti dei giovani pieni di speranza e di voglia di cambiamento, presenti alcuni grillini come Giampiero Trizzino, parte del mondo moderato.
Il coro è unanime: hanno perso il contatto con la gente, con quella parte di territorio che rappresenta la vita quotidiana e vuole essere ascoltata.

Accorato l’appello di una giovane di 19 anni che ha esortato i politici: “Non parlate di noi giovani, invitateci al tavolo dove si decide”, voglia di partecipazione e di essere interpreti del cambiamento, non subendolo, di una sinistra che ha ascoltato solo se stessa per poi finire piegata.

I giovani hanno manifestato la voglia di esserci e di dare il loro contribuito purché non finiscano strumentalizzati da un sistema politico che poi punta e schiera in prima linea sempre gli stessi.

Un altro giovane, Giorgio Pace, che ha fondato una associazione e si definisce una Sardina è stanco di vedere un centrosinistra il cui unico obiettivo, dice, è quello di battere la destra: dove sono i programmi? Che idea c’è per una Sicilia che ancora non ha le adeguate riforme?

Qualche giorno prima a Palermo era arrivato il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, ha parlato di svolta e di cambiamento per l’intera Regione con un candidato presidente che sappia essere l’alternativa a Nello Musumeci. Si discute di nomi ma ancora poche sono le certezze, tra tutti si fa spazio Giuseppe Provenzano, già Ministro con Giuseppe Conte, a cui servirà necessariamente una marcia in più: è conosciuto dagli addetti ai lavori della politica e poco dalla gente.

Intanto il Pd pensa già a concedere le necessarie deroghe per consentire ai deputati regionali uscenti di ricandidarsi, evitando di essere stoppati dall’esaurimento dei mandati previsti dallo Statuto.



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