A Trapani voleva importare il “modello Sassuolo”: una società di calcio salda perchè supportata da una impresa forte.
Il progetto dell'imprenditore Ettore Minore era ben strutturato: realizzare in città una scuola di alta formazione della quale il Trapani calcio sarebbe stato la vetrina principale.
Nessuna “speculazione sportiva”, però, come potrebbero avanzare i soliti malpensanti. Della scuola di formazione a beneficiarne, in particolare, sarebbe stata proprio la società granata. Il progetto di Ettore Minore, però, non è andato in porto. Di certo non per colpa sua (i registi occulti a Trapani spuntano fuori come funghi e non risparmiano nemmeno il settore calcistico) anche se lui ammette di aver fatto un errore: “Quello di aver lasciato il bando”. Perchè ad un certo punto, l'imprenditore – forse stanco di produrre documenti e garanzie richieste a più non posso dal Comune, l'ultima pretesa è stata quella di un deposito vincolante senza, però, indicare nella Pec l'importo da versare – ha deciso di percorrere un'altra strada e cioè rilanciare il calcio e far rinascere il Trapani attraverso il Dattilo. E con il presidente Michele Mazzara c'era già un accordo. Un accordo rimasto solo verbale perchè quando dalle parole bisognava passare ai fatti, il Dattilo ha iniziato a temporeggiare su alcuni documenti contabili che Ettore Minore aveva richiesto per rilevare la società. Ergo, trattativa arenata. Eppure l'imprenditore era disposto a cacciare fuori 450 mila euro, e cioè molto di più di quanto realmente vale il Dattilo. Ettore Minore ha abbandonato definitivamente il progetto Trapani.
Lo ha detto, questa sera, nel corso di una conferenza-stampa. “A Michele Mazzara – ha dichiarato – faccio i miei più sinceri auguri”. Prima di congedarsi, però, qualche sassolino dalle scarpe se l'è tolto. Il notaio Camilleri? “Mi chiedo perchè il sindaco di Trapani abbia fatto ricorso ad un consulente per predisporre il bando, quando poteva benissimo affidarlo al segretario comunale che ha anche queste competenze. Camilleri poi fa parte del comitato che doveva reperire imprenditori locali. Si è venuto a creare, pertanto, un conflitto di interessi, ma di certo non vado in Procura a sporgere denuncia. L'avventura Trapani è finita, ma rimarrò in Sicilia per fare investimenti”.