Covid: salgono i contagi in Sicilia. Numeri da zona gialla
Sono 150 i nuovi casi di coronavirus registrati in Sicilia nelle ultime ventiquattro ore su 6.693 tamponi processati. Il tasso di positività è 2.24%, in salita rispetto a domenica.
L’isola è la seconda Regione in Italia per nuovi casi giornalieri dietro al Lazio (172) e davanti l’ Emilia Romagna (118). In Sicilia non si registrano nuove vittime mentre i guariti/dimessi sono 65.
Attualmente ci sono 3.735 persone positive (+85).
La suddivisione dei nuovi casi per provincia:
Catania 41; Caltanissetta 36; Ragusa 34; Palermo 26; Messina 5; Trapani 4; Enna 2; Siracusa 2; Agrigento 0.
DATI LOCALI. Ancora in aumento i nuovi positivi al Covid-19 in provincia di Trapani. Sono 236 secondo quanto comunicato dall'ultimo bollettino dell'Asp. Venerdì scorso, giorno dell'ultimo rilevamento, erano 227. Diminuiscono invece i ricoverati in regime ordinario: sono 9, 3 in meno rispetto a venerdì, c'è invece un nuovo ricovero in terapia intensiva, venerdì, invece, non c'era più nessuno, dopo il decesso di un paziente.
Si registrano 17 nuovi guariti, in totale sono 13774 dall'inizio della Pandemia. Le città con più positivi rimangono Marsala e Mazara, rispettivamente con 85 e un aumento rispetto a venerdì di (+13) e 75 (+1).
Qui il dettaglio dei positivi nelle diverse città della provincia, tra parentesi la differenza con l'ultimo bollettino.
Alcamo 4; Buseto Palizzolo 0; Calatafimi-Segesta 1; Campobello di Mazara 14; Castellammare del Golfo 5; Castelvetrano 8; Custonaci 3; Erice 9, Favignana 1; Gibellina 0; Marsala 85(+13); Mazara del Vallo 75 (+1); Paceco 0; Pantelleria 0; Partanna 13; Petrosino 2; Poggioreale 0; Salaparuta 0; Salemi 0; San Vito Lo Capo 1; Santa Ninfa 6; Trapani 8; Valderice 1; Vita 0.
Totale casi attuali positivi 236(+9)
Deceduti in totale 344
Guariti in totale 13774(+17)
Ricoverati in Terapia intensiva attuali 1
Ricoverati nei reparti ordinari 9 (-3)
Tamponi molecolari 303, Test antigene 141.
La variante Delta corre in tutta Europa e anche in Italia i contagi risalgono. Nel Paese l’impatto della variante Delta ha quasi raggiunto il 30% e viaggia verso oltre il 50% che secondo anche le simulazioni dovrebbe essere raggiunto nel mese di agosto. Con gli attuali, contestati, parametri in vigore già quattro regioni viaggiano verso la zona gialla: Sicilia, Abruzzo, Campania e Marche. Attualmente fra i parametri sotto la lente del ministero della Salute e del Cts c’è l’incidenza del nuovo coronavirus ogni 100mila abitanti: se superano i 50 casi si passa in zona gialla. Scatta l’allarme con un combinato di contagi (Rt), superamento del 40% del tasso di occupazione delle aree mediche e del 30% quello delle terapie intensive.
Speranza: «Restrizioni? La vera arma sono i vaccini» «Com’è noto settimanalmente noi monitoriamo tutti i dati, ci aspettavamo una risalita, questa risalita è in corso con numeri più bassi del passato, come abbiamo sempre fatto ci affideremo alla nostra squadra di tecnici che continueranno a fare questo lavoro di verifica, vediamo passo dopo passo come le cose vanno avanti, quello che è certo è che la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, dobbiamo insistere sulla vaccinazione», ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza rispondendo a una domanda se ci fossero allo studio nuove misure restrittive dopo l’aumento dell’Rt e della diffusione delle varianti.
Sileri: «Al momento non c’è necessità di zone gialle» Getta acqua sul fuoco il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ospite di “24 Mattina” su Radio24. «Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane», ha detto il sottosegretario. «Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni».
SCUOLE. Davanti alle scuole siciliane ci sarà una unità mobile, un presidio per vaccinare quel 30% non ancora coperto. Questo mentre la Regione avvierà una ricognizione dei dipendenti pubblici sulla loro situazione vaccinale, ponendosi come obbiettivo il raggiungimento dell’80% della copertura fra i quasi cinque milioni di siciliani.
Non si tratterà di una imposizione, ha specificato il Governatore della Regione. Anche se, nella sua ordinanza, si prevede che i dipendenti che si rifiuteranno dovranno essere riassegnati ad un nuovo ruolo lavorativo.
“C’è stata una diffidenza umanamente comprensibile rispetto al vaccino AstraZeneca inizialmente somministrato proprio alla categoria del personale scolastico. Ma crediamo si debba superarla e con il mio assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, abbiamo immaginato di presidiare ogni istituto scolastico con delle unità operative mobili – ha spiegato Musumeci al Corriere della Sera – che individueranno, con il coinvolgimento dei dirigenti, chi ancora non ha ritenuto di vaccinarsi. Una riluttanza, voglio dirlo, che considero ingiustificata e ingiustificabile, visto il contatto che l’attività scolastica impone”.
Il vaccino “non è un obbligo in Italia, come sappiamo. Ma io penso che chi ha contatti con gli alunni dovrebbe essere vaccinato per poter lavorare – ha aggiunto il governatore – naturalmente non è materia di mia competenza. Mi auguro che da Roma arrivi presto una posizione chiara”.
Un progetto quello di Musumeci che rischia di arenarsi a causa di una falla nel suo meccanismo. Infatti, secondo il Garante della privacy non è adottabile l’ordinanza della Regione Sicilia n. 75 che obbliga gli enti pubblici, nel caso della scuola i Dirigenti, a raccogliere i dati dei dipendenti sul loro stato vaccinale al fine di “convincerli” a sottoporsi al trattamento.
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