L’inaugurazione della tratta navale Mazara-Pantelleria, di qualche giorno fa, servita dal traghetto Pietro Novelli, è stata occasione per poter rivedere, dopo parecchi mesi, il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, nella città del satiro danzante.
Opportunità ghiotta, viepiù, per porre l’annosa questione: “Che fine ha fatto il dragaggio del porto canale a Mazara?”.
LA ‘SUPERCAZZOLA’ DI MUSUMECI – “La sostanza – ha risposto in merito ad una domanda di Televallo, il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci – ci porta a condividere con l’Amministrazione comunale alcuni obiettivi prioritari: non solo il completamento del dragaggio del porto, che si trascina dietro un contenzioso di anni, ma la volontà di operare il dragaggio anche sul fiume Mazzaro, e lavorare perché possa essere non più inquinato e inquinante. Questo è un lavoro – ha proseguito Musumeci – che impegna diversi assessorati, oggi dal Commissario per il Dissesto Idrogeologico con il direttore Maurizio Croce e con l’Amministrazione comunale terremo un incontro per verificare gli interventi tecnici, il progetto, i tempi necessari, le risorse essenziali: l’impegno è quello di procedere – dopo anni di vane e vane speranze, mi riferisco alle gestioni non certo mie – e, quindi, Mazara ha bisogno di consolidare la sua infrastruttura portuale ma anche di procedere ad una bonifica ambientale che deve ridare dignità al suo mare, alle sue acque interne, al suo porto”. Aria fritta insomma: nessuna data ancora per l’avvio dei lavori, nessuna tempistica per la conclusione, e figurarsi, niente di certo; l’ennesima ‘supercazzola come se fosse antanica’ per la popolazione mazarese, a dirla con citazione dal film ‘Amici miei’, poiché il genere filmico-letterario, da portare a paragone di questa ridicola vicenda, è lo stesso, ormai.
E QUELLA DI SCILLA – “Posso rassicurare – ha pure dichiarato sulla stessa questione l’assessore regionale alle Risorse Agricole e Pesca, il mazarese Tony Scilla – la comunità di Mazara che anche la questione del dragaggio sarà risolta perché era partita ed è stata bloccata quella parziale solo per un momento giudiziario, e lì la politica può fare poco, quindi a giorni sbloccheremo quella parziale, e oggi abbiamo concordato con l’incontro fatto col sindaco di potere avere anche il progetto per consentire il vero dragaggio del porto canale fino a giù diciamo allo stadio. Questa – ha concluso Scilla – è la politica che sappiamo fare, sappiamo che ci sono mille difficoltà ma sappiamo pure che abbiamo una squadra fatta di uomini e donne in grado di potere dare le risposte che la Sicilia ed i siciliani si attendono”. Anche qui, stavolta, basterebbe aggiungere: “con lo scappellamento a destra”, o forse sarebbe meglio dire: “con scappellamento giudiziario a destra”.
I PROSSIMI PASSI – Sarebbe stata definita, a sentire le dichiarazioni alla stampa di Maurizio Croce, una perizia di variante, utile al fine di depositare sopra una piattaforma di un cantiere navale nelle vicinanze del porto, momentaneamente, i primi fanghi da prelevare. Sì perché il prelievo, nell’immediato, dovrà essere seguito dalla ‘caratterizzazione’ dei fanghi prelevati dal fondale: lo prevedono le normative vigenti, alla cui applicazione saranno demandati i funzionari dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) di Trapani.
Ricordiamo: i fanghi, inquinati o meno, a seconda della diversa classificazione che riceveranno dall’Arpa, potranno andare in discarica o meno. E, qui, si giocherà la vera partita di questa, a dir poco, tribolata vicenda che si trascina, insoluta, da quasi vent’anni ormai.
Alessandro Accardo Palumbo
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