Oggi 25 giugno 2021 ricorre il 56° triste anniversario della "Tragedia di Ventrischi" a Marsala. Furono nove le persone che persero la vita nel pozzo di Villa Petrosa in contrada Ventrischi.
Quel pomeriggio, dentro quel pozzo profondo circa 25 metri, alcuni contadini della zona calarono un motore a scoppio adibito ad aspirare l’acqua che doveva servire per irrigare i campi. Il motore però ebbe dei problemi tecnici e si inceppò. Uno dei nove contadini, Erasmo Bua, che era proprietario del pozzo, scese giù per verificare il guasto e ripararlo. Durante la permanenza dentro al pozzo il contadino cominciò a respirare esalazioni tossiche che lo portarono alla morte.
Tutti gli altri si calarono, uno dopo l’altro, nel disperato tentativo di salvare la vita chi era già sceso. Erano parenti e vicini di casa. Questi i nomi delle altre otto vittime: Filippo Angileri, Michele e Antonina Curatolo, Michele e Maria Licari, Francesco e Antonio Giacalone, Giuseppe Sparla. E rischiarono di morire, intossicate, altre tre persone, tra cui due donne.
Agli otto soccorritori morti il ministero dell’Interno concesse medaglie d’argento e di bronzo alla memoria al valor civile. Particolarmente eroico l’intervento dell’appena 20enne Filippo Angileri, che avendo compreso il motivo per il quale chi era già sceso aveva perso i sensi, si tolse la camicia, la inzuppò d’acqua e la pose con una mano davanti al naso e alla bocca. Scese anche lui, riuscì a riportare, in spalla, quasi in superficie, uno di quei sventurati che ancora respirava, ma quando era arrivato quasi al “collo” del pozzo, sfinito, è precipitato di nuovo giù con il suo fardello umano, tra le grida di disperazione di chi si accalcava attorno a quel pozzo maledetto.
E altri sarebbero potuti morire, anche loro intossicati. Solo grazie all'intuizione di Salvatore Sciacca, un contadino appena arrivato sul posto al termine della sua giornata di lavoro, ricordando bene cosa era accaduto dieci anni prima nella vicina contrada Pastorella (due morti dentro un pozzo per le esalazioni di ossido di carbonio), capìì che ormai non c’era più nulla da fare per chi era giù e chiunque altro sarebbe sceso avrebbe fatto la stessa fine.
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È onorevole da parte della redazione di tp24, attraverso questo articolo, volere commemorare le vittime di questa tragedia che è avvenuta a distanza di un anno dei 17 ragazzi e accompagnatori del convitto dei salesiani annegati il 1maggio in quella che doveva essere una giornata di festa. Stamattina i familiari delle vittime con il parroco della parrocchia Maria SS Bambina in forma privata hanno commemorato i loro cari con un momento di preghiera e deponendo un mazzo di fiori nella chiesetta padronale di Villa Petrosa.
Pino Ferracane