Riconoscere il diritto umano all’acqua; confermare la proprietà la e gestione pubblica del servizio idrico integrato; riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. Sono questi i punti salienti che il ‘Comitato cittadino per la tutela delle risorse idriche e ambientali del territorio di Mazara del Vallo’ ha intenzione di fare inserire, grazie ad una apposita delibera, per modificare lo Statuto Comunale con l’inclusione dei tre punti sopra citati.
LA LETTERA APERTA AL SINDACO – L’occasione per l’invio della missiva pubblica, con la richiesta al sindaco della Città di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, di assumere impegni per l’acqua pubblica, è stata offerta dalla ricorrenza del 10° anniversario del Referendum sull’Acqua pubblica (12-13 giugno 2011). In quella consultazione popolare vinsero i SI, che – con la maggioranza assoluta degli italiani, 27 milioni, e dei siciliani, 2.132.492, con il 97% dei favorevoli – cancellarono la possibilità di fare profitti sulla gestione dei servizi pubblici, acqua compresa. La lettera con le richieste è stata sottoscritta oltre che dal Comitato, presieduto da Silvana Mannone, anche dai rappresentanti locali della Cgil, Wwf, Pro Capo Feto, Tueri Naturam, Amici della Terra e Giva.
LE RICHIESTE – Vediamo meglio nel dettaglio i tre punti: a) riconoscere il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene pubblico; b) confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà; c) riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini e, quindi, la cui gestione va attuata attraverso gli articoli 31 e 114 del D.Lgs 267/2000;
2) Assumere impegni pubblici a favore dell’acqua pubblica, con atti che il Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni propone ai sindaci di tutta la Sicilia.
UN FLASH MOB – Un flashmob, realizzato in più punti della città ha visto impegnato, inoltre, il ‘Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio’, per un simbolico piccolo contributo: come una minuscola goccia, insieme per le vie cittadine, a voler formare la marea di tutti i comitati che in Italia si sono mobilitati significativamente il 12 giugno. L’organizzazione volutamente con poche persone, scelta obbligata in tempo di crisi sanitaria, ha visto le bandiere del referendum per l’acqua pubblica dispiegate sul petto, camminare per il centro storico nell’ora di punta, fermandosi nei luoghi ritenuti significativi o di maggiore aggregazione. Si sono disposte a rappresentare esse stesse un manifesto, per provocare l’attenzione e la curiosità della gente. Scelto il punto di maggiori presenze, è stato letto l’appello ‘se 10 anni vi sembrano pochi’, diffuso dal forum siciliano dei movimenti dell’acqua e i beni comuni. Un appello rivolto al Governo e al Parlamento della Regione Siciliana, alle forze politiche ad ogni livello, agli Enti locali, alle città Metropolitane, perché si esprimano pubblicamente con atti concreti.
Alessandro Accardo Palumbo
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