Quantcast
×
 
 
16/06/2021 13:12:00

Coronavirus, la variante Delta è arrivata in Sicilia 

La temuta variante Delta (che poi è il nuovo nome con cui si chiama la variante indiana) del Covid è arrivata in Sicilia.

E' stata individuata  su dieci migranti originari del Bangladesh e arrivati a Lampedusa alla fine di maggio seguendo la rotta libica.

I risultati sono stati comunicati, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, al ministero della Salute, alla Regione e all'Istituto superiore di sanità. Al momento i migranti, tutti asintomatici sono in isolamento su una nave quarantena ancorata al largo delle coste della più grande delle Pelagie.


Il sequenziamento, che ha permesso di stabilire con quale tipo di variante si fossero infettati i migranti, è stato compiuto da Fabio Tramuto del laboratorio di riferimento regionale del Policlinico di Palermo, diretto da Francesco Vitale, ma l'indagine è partita grazie all'attività del Dipartimento di diagnostica dell'Asp di Palermo, guidato da Teresa Barone, che ha effettuato i tamponi a Lampedusa inviando nel capoluogo quelli sospetti. In Italia, finora, la Delta è poco presente, in Sicilia è la prima volta che viene riconosciuta. "I tamponi hanno rivelato che i migranti erano positivi - spiega Tramuto - e, come da protocollo, sono stati separati dal gruppo e messi in isolamento. A questo punto, così come accade ogni volta che ci troviamo di fronte a soggetti contagiati, i test vengono inviati nel nostro laboratorio al Policlinico per l'analisi. In seguito a complesse procedure, abbiamo individuato la variante Delta".

In Italia la circolazione della variante Delta (precedentemente denominata variante indiana) è al momento molto limitata. Nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) la sua diffusione è stimata sotto l'1%, tuttavia cresce l’allerta e nuovi casi si stanno registrando in varie Regioni. L’attenzione è dunque massima ma una buona notizia arriva dal fronte scientifico: i vaccini funzionano e dopo due dosi dell’immunizzante AstraZeneca o Pfizer si riducono notevolmente i rischi legati a tale mutazione.

La variante Delta sul territorio nazionale è dunque contenuta sotto l’1%, cosi come la cosiddetta nigeriana, tuttavia, si legge nell’ultimo rapporto Iss dell’11 giugno, «si segnala un recente aumento nella frequenza e diffusione di queste segnalazioni sul territorio nazionale. La maggior parte appartengono alla variante delta».

Non c'è dubbio, ha avvertito il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che «sulla variante indiana è necessario avere la giusta attenzione e precauzioni: i primi studi dalla Gran Bretagna dimostrano che i vaccini, sulle ospedalizzazioni e quindi sull'aggravamento della malattia, sono molto efficaci ma allo stesso tempo è vero che i vaccini sono un poco meno efficaci per quanto riguarda la possibilità di contagiare altre persone». L’invito generale, mentre si punta ad aumentare il tracciamento per l’identificazione precoce dei casi, resta pertanto quello alla prudenza.