E’ stata annullata, con rinvio, dalla prima sezione della Cassazione una delle quattro condanne inflitte il 21 giugno 2019 dalla Corte d’appello di Palermo nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Freezer” del febbraio 2017, che ha visto nel mirino degli investigatori il clan di Alcamo (Tp).
La condanna annullata è quella a 6 anni di carcere inflitta al 73enne Antonio Stella, di Marsala, per il quale si dovrà, quindi, celebrare un altro processo di secondo grado davanti ad una diversa sezione della Corte d’appello di Palermo. A difendere Stella sono gli avvocati Diego Tranchida e Armando Veneto (quest’ultimo, dal 2016, presidente dell’Unione Camere penali italiane).
Condotta dalla polizia e coordinata dalla Dda, a dare il nome all’operazione fu il fatto che le riunioni operative del clan mafioso alcamese si svolgevano anche all’interno di una cella frigorifera di un negozio di ortofrutta. In tal modo, i partecipanti alle riunioni pensavano di non potere essere intercettati. Ma non era così. Due anni fa, la Corte d’appello di Palermo, accogliendo le richieste dei pm, confermò, riducendo nell’entità alcune pene, le condanne inflitte in primo grado il 30 marzo 2018. In appello, il boss alcamese Ignazio Melodia, di 64 anni, noto come “u dutturi” in quanto laureato in medicina ed ex dipendente della sanità pubblica, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione (in primo grado: 6 anni e 4 mesi). Quattro anni e 8 mesi anche per il suo autista e “tuttofare” Giuseppe Di Giovanni, di 36 anni, e per Filippo Cracchiolo, di 60, titolare del negozio di frutta e verdura dove si tenevano le riunioni. Solo ad Antonio Stella fu confermata la condanna subita in primo grado (6 anni). L’accusa, per tutti, è associazione mafiosa.
Respinti dalla Cassazione i ricorsi delle difese, adesso sono divenute definitive le condanne a Melodia, Di Giovanni e Cracchiolo. Nel corso dell’inchiesta si accertò che il clan si riunisse non soltanto nella cella frigorifera del fruttivendolo, ma anche in un bar poco distante e in un esercizio commerciale di pompe funebri. Dall’indagine è emerso che a reggere la famiglia mafiosa di Alcamo, subito dopo essere stato scarcerato nel 2012, sarebbe stato Ignazio Melodia, fratello del capomafia storico di Alcamo, Antonino, da oltre un ventennio in carcere. Il ruolo di lu dutturi ai vertici della famiglia, è stato poi confermato dalle registrazioni effettuate nella cella frigorifera e che evidenziarono gli affari del clan e le relazioni intrattenute dal boss.