Dai 100 casi Covid alla scuola Sirtori di Marsala (vi ricordate?) ai mille casi totali tra i bambini che avrebbero contratto il virus in città.
I numeri relativi alla pandemia continuano ad essere un po’ “ballerini”. Se nel caso della scuola Sirtori, al video del sindaco Massimo Grillo, in cui scaricava la responsabilità della zona rossa a Marsala sui mancati controlli dell'Asp nelle scuole, ci fu l’immediata smentita da parte della stessa dirigente scolastica e anche da parte dell’ASP, sul numero dei mille bambini che, secondo quanto apparso online, avrebbero contratto il virus a Marsala dall’inizio della pandemia, ci sono anche i dati ufficiali dell’ASP di Trapani che, invece, dicono ben altro: dall’inizio della pandemia a Marsala si sono registrati in totale 474 casi di positività al Covid-19 da 0 fino a 16 anni. Questi i numeri reali, ben diversi e che cambiano e non poco il quadro.
In realtà, il numero di mille contagi si riferisce al totale delle persone contagiate, bambini e adulti, non solo bambini, che fanno parte di circa 250 nuclei familiari divisi per nove pediatri. Ce lo conferma il pediatra marsalese Michele De Bonis che smentisce, pertanto, quanto apparso ieri su alcuni giornali come una sua dichiarazione. Sull’andamento dell’epidemia da Covid-19, il dottore ci ha anche detto come sia cambiato radicalmente con l’arrivo della variante inglese che, adesso è predominante in Italia e, come sappiamo, è molto più contagiosa e colpisce di più anche i giovani.
“Da 1 o 2 casi a famiglia, da dicembre in poi e fino a gennaio il numero dei casi è aumentato esponenzialmente e da quel momento il contagio si è esteso a tutto il nucleo familiare” – ci dice De Bonis - che ha curato 60 casi dall’inizio della pandemia e di questi casi, la quasi totalità asintomatici e pochissimi casi con sintomi molto leggeri. Riguardo all’andamento e alla diffusione del Covid-19 sui pazienti più piccoli e di conseguenza sulle loro famiglie, De Bonis conferma il picco nel periodo di dicembre/gennaio, quando a Marsala si arrivò a metà gennaio a oltre 700 casi, poi si è passati ad un andamento costante e quasi stabilizzato nel periodo febbraio/marzo. “A marzo i casi rilevati a settimana erano 5 – afferma De Bonis -, ad aprile c’è stato un brusco calo con un caso a settimana, a maggio alcuni casi sporadici, ma sempre asintomatici e nessuno caso fino a questo momento a giugno”.
Il pediatra marsalese ci dice inoltre che, con la pandemia da Covid-19, il distanziamento sociale, l’utilizzo della mascherina e dell’igienizzazione delle mani ci sono stati pochissimi casi di forma influenzale stagionale, che è quasi sparita, anche perché c’era stata una ottima campagna vaccinale antinfluenzale in autunno. E riguardo i vaccini per gli adolescenti, il dottor De Bonis è chiaro: “secondo me bisogna farlo prioritariamente ai più fragili che hanno sopra i dodici anni e fare il Pfizer. L’Astrazeneca, come dice anche il professor Locatelli del CTS, non va usato in pediatria, alcuni paesi del Nord Europa lo hanno proprio stoppato".
Per quanto riguarda invece la campagna vaccinale estesa a tutti i bambini e gli adolescenti, De Bonis dice che bisognerebbe avere un po' più di cautela e attendere gli esiti di nuovi studi riguardo agli effetti. Se per l’Astrazeneca e Johnson si parla di trombosi, per il Pfizer e Moderna, invece, di miocardite. "Proprio in Israele, si sono registrati 245 casi di miocardite, 1 caso su 3000/6000. Una volta arrivati i report di questi studi e con l’ok delle autorità sanitarie - conclude De Bonis - solo a quel punto si potrà iniziare a vaccinare anche tutti gli altri giovani".